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“Il mio consiglio è quello di mantenere la calma in caso di pignoramento e di far esaminare la documentazione a un legale, poiché a volte si possono trovare soluzioni adeguate. In questo caso, la sospensione ottenuta ha incrementato le possibilità di trovare un accordo per evitare che la casa venga venduta all’asta. Talvolta, oltre a evitare l’asta, si riesce anche a ridurre l’importo del debito”.
L’avvocato Debora Castellani del foro di Terni ha incassato nei giorni scorsi una vittoria importante di fronte al giudice dell’esecuzione della prima sezione civile del tribunale di Pavia. Che ha riconosciuto le ragioni della cliente del legale ternano e sospeso la procedura esecutiva derivante dal mancato pagamento di un mutuo ipotecario da parte della donna.
La vicenda nasce nel 2007 quando il Monte dei Paschi di Siena concede alla cliente un mutuo ipotecario da 120mila euro, garantito da una fideiussione, e da rimborsare in trent’anni con rate mensili da circa 700 euro. “A causa di difficoltà economiche – ricostruisce l’avvocato Castellani – la cliente ha smesso di pagare e nel 2019 le è stato notificato un atto di pignoramento”.
Un anno dopo, è il primo dicembre 2020, Mps cede i suoi crediti ad una società terza, la Amco spa. Tra i crediti trasferiti c’è anche quello relativo al mutuo “incagliato” per il quale Amco presenta un atto per intervenire nella procedura esecutiva.
A maggio 2024, la donna decide di opporsi alla procedura immobiliare – che avrebbe portato alla messa in vendita della casa attraverso un’asta – e di chiedere la sospensione. Ed è qui che arriva la decisione del giudice del tribunale di Pavia, Erminio Rizzi. Che, accogliendo la tesi dell’avvocato Castellani, ha stabilito la sospensione della procedura, sostenendo che, sebbene Amco avesse depositato alcuni documenti, mancavano prove sufficienti per dimostrare che il credito in questione fosse effettivamente tra quelli ceduti. “Pertanto – spiega l’avvocato Castellani – il giudice ha sospeso la procedura esecutiva, ritenendo fondate le argomentazioni della debitrice e stabilendo che l’Amco non aveva adempiuto al proprio onere di provare la legittimità della cessione del credito”.
Nel provvedimento il giudice ha deciso inoltre che la società debba farsi carico delle spese legali sostenute dalla donna (oltre 2.600 euro) stabilendo che entro 60 giorni dalla notifica del provvedimento venga introdotto il giudizio di merito per ridefinire i termini della vicenda.
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