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Il grano duro riprende quota, bene anche il tenero #adessonews

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grano duro

Prosegue la fase rialzista nel comparto dei cereali. Ottime performance anche per il mais con caratteristiche, che si apprezza su tutte le piazze nazionali

Grano duro, la risalita continua

Italia Terra e Vita

Non si arrestano sulle principali piazze gli aumenti per il “Fino”, con i mercantili invariati a incrementare la forbice di prezzo tra le due classi merceologiche. I molini si mantengono all’acquisto, sia di prodotto nazionale sia comunitario ed estero, a coprire i fabbisogni di un’annata che vede un deficit Italia sui 2,5 mln/t (in parte già coperto nei mesi scorsi) e che nelle ultime settimane guarda alle decisioni commerciali dei paesi extra-Ue per delineare lo scenario della seconda metà di campagna. Il Fino centro su Bologna vale oltre 330 €/t (più 3), con il partenza Marche e Foggia sui 325 €/t (più 3). Mercantili che al Nord scontano circa 20 €/t per il buono mercantile e 40 €/t per il mercantile. Al Sud si registra rispettivamente un meno 10 €/t e meno 20 €/t.

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Europa Terra e Vita

Una minore offerta locale e da parte dei detentori, assieme a ritardi nella consegna delle origini estere, conduce a un generalizzato aumento delle quotazioni. Gli utilizzatori locali sono costretti a ricoprirsi sul pronto di quanto è in ritardo. Sul fronte degli scambi intra-Ue, l’Italia resta all’acquisto ed è fattore rialzista, il che conduce a fenomeni di ritenzione dell’offerta in Grecia e Spagna, origini che ad oggi restano le più competitive in prezzo. L’origine Spagna rivede il prezzo partenza per il duro “gruppo 1” sui 285 €/t, con la Francia che quota la qualità “milling” attorno ai 305-310 €/t per merce resa Fob porto del Mediterraneo.

Mondo Terra e Vita

La sola variazione sui mercati è la maggiore cautela dell’offerta nordamericana, alla luce della qualità finale raccolta che è inferiore al 2023 e presenta volumi con specifiche merceologiche e di proteina medio basse. Per il resto, gli operatori guardano all’alternativa turco-russa che al momento è attendista, ritenendo non interessanti i prezzi proposti dagli acquisitori. Nulla cambia a livello di supply-demand, ma in assenza della (stimata) pressione del nuovo raccolto nordamericano i prezzi tornano al rialzo.

Grano tenero, premiata la qualità

ItaliaTerra e Vita

Si conferma la tendenza rialzista per tutte le classi merceologiche, con maggiore pressione per le classi dei panificabili e dei biscottieri, stante una maggiore disponibilità di alternative Comunitarie ed estere per i grani superiori e di forza. Scambi nella media e disponibilità adeguata alle esigenze della trasformazione che al momento copre senza affanni per i volumi ma a prezzi in salita il fabbisogno di breve-medio periodo. L’aspetto logistico resta sotto osservazione ed è fattore a supporto dei prezzi, che su Bologna e Milano fanno segnare dei più 2-5 €/t. Il grano “tipo Bologna” è offerto sui 315 €/t partenza, con un differenziale negativo di circa 40-50 €/t per la classe 2 e di un 75 €/t per i “misti”. Le alternative comunitarie “panificabili” al rialzo di un 3-8 €/t, con valori arrivo sui 250 €/t; i grani di forza austriaci e gli “spring” Usa-Canada invariati.

Europagrano duro

La settimana ha visto una sostanziale tenuta dei prezzi a livello locale, con maggiore debolezza per la merce destinata all’esportazione (sempre limitata dalla concorrenza estera). I molini si coprono con continuità, senza allungare le scorte anche per la tenuta dei prezzi sul breve-medio termine. L’offerta, per contro, spinge per posizionarsi e cogliere il momento favorevole e per fare spazio alle altre colture. La puntualità nelle consegne è influenzata negativamente dai problemi logistici e dalla scarsità di vettori. Le quotazioni si consolidano, con un momento di volatilità su Parigi: il “future milling” di dicembre resta sui 231 €/t (più 1), con il “panificabile” pronto reso porto di Rouen a 231 €/t (più 1).

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Mondo Terra e Vita

Non mutano i segnali di allarme sulla siccità in Russia-Ucraina e nell’Emisfero Sud, unitamente al panorama bellico-geopolitico internazionale. La loro combinazione con la costante domanda da parte dei paesi importatori mantiene i prezzi sostenuti, con le principali Borse a segnare incrementi di un 3-5 $/t. Per contro, l’offerta russa e ucraina preme e si aggiudica le ultime aste di acquisto del Sud Mediterraneo a valori Cif sui 260 $/t, un 237 €/t. L’aumento registrato a livello di Fob Mar Nero riduce il gap con le origini europee e mondiali, ma i prezzi russi restano i più competitivi. Attesa per le decisioni della Turchia sulla proroga (o meno) della chiusura all’import in scadenza il 15 ottobre. Dal Kazakhstan notizie di rapidi progressi nella trebbiatura, ma con bassi pesi specifici e mediocre quantità e qualità del glutine.

Mais sempre più su

Italia Terra e Vita

Senza sosta gli aumenti per il mais con caratteristiche, che in presenza di quotazioni invariate per il “generico”, porta, sulle piazze di Bologna e Milano lo spread qualità sui 25 €/t. Il raccolto Italia ha specifiche molto variabili tra l’alta vale Padana e la bassa Padana e le alternative Comunitarie si presentano con problematiche simili che, assieme ai limiti di logistica su gomma dai porti, porta a prezzi più sostenuti. Su Bologna e Milano il mais con caratteristiche registra un più 2-3 €/t per valori arrivo sui 250 €/t con il generico sui 225 €/t; Comunitari ed esteri in salita di un 7-8 €/t ed a premio rispetto al prodotto nazionale con caratteristiche.

Europa grano duro

Il maltempo continua a colpire le aree produttive rallentando la raccolta ed imponendo maggiori coti di essicazione. In Francia la trebbiatura è in ritardo, ma sui mercati le quotazioni cedono terreno a ridosso dell’arrivo dei raccolti con i compratori Comunitari (Spagna in primis), che limitano gli acquisti con la prospettiva di buoni raccolti. Nelle aree del Centro-Est il problema qualità (aflatossine) sostiene i prezzi locali con riflessi anche sul mercato Europeo del mais con caratteristiche; attesa per capire se e come gli arrivi di prodotto Ucraino possano limitare il fenomeno. Su Parigi Euronext con la posizione Novembre, nuovo raccolto, resta sui 215 €/t, con il “pronto” franco porto di Bordeaux sui 215 €/t (meno 2).

Mondo grano duro

La situazione globale vede la concomitanza di buone prospettive per il raccolto USA e qualche problema logistico in Brasile (basso livello del Rio delle Amazzoni), con l’Argentina che vede minore offerta. Sulle quotazioni a termine prevale l’onda ribassista dell’arrivo dei raccolti, mentre sul pronto si registrano prezzi più tenuti in Ucraina (effetto sicurezza interna) e Argentina (ritenzione dei produttori) con l’origine Brasiliana in live flessione; dagli USA l’export procede a ritmi elevati ma i riflessi a sostegno delle quotazioni sono modesti.

Oleaginose e cereali foraggeri, domanda in crescita

ItaliaTerra e Vita

Cereali foraggeri: si mantiene il supporto incrociato tra mais, sorgo e cereali a paglia in un contesto molto influenzato dallo scenario europeo e dalla maggiore domanda mangimistica. Prezzi che salgono di un 2-5 €/t, con l’orzo pesante a ridosso dei 220 €/t, il grano sui 240 €/t ed il sorgo bianco sui 228 €/t. Oleaginose: la soia nazionale non è quotata, mentre l’origine estera cede terreno su Ager, meno 5 €/t, e Granaria, meno 15 €/t (allineamento con Bologna), per un prezzo reso destino sui 440 €/t, che potrebbe essere un primo riferimento per la quotazione del nazionale. Il girasole alto oleico invariato su Ager su valori arrivo di 445 €/t.

Europa grano duro

Cereali foraggeri: la domanda resta principalmente locale a causa della non competitività di prezzo rispetto alle alternative estere. La tendenza del grano influenza gli orzi, con i mercati che nel complesso registrano un cedimento delle quotazioni “partenza”. Poca la vivacità negli scambi. Oleaginose: la colza comunitaria sale in prezzo grazie al rincaro della “canola” canadese e di un mercato degli olii vegetali sostenuto dal prezzo del petrolio. A limitarne la salita la debolezza della soia e del “palma”. Su Parigi la colza a novembre quota 497 €/t (più 13), con il Fob Rouen nuovo raccolto a 495 €/t (più 12). Il girasole “alto oleico” si mantiene al rialzo per i dubbi sulla qualità del raccolto 2024, in gran parte ancora in campo in presenza di clima avverso: il reso S. Nazaire (Francia) vale un 520 €/t (più 5).

Mondo grano duro

Cereali foraggeri: la raccolta si avvia al completamento nell’Emisfero Nord, con Canada e Mar Nero ormai al termine. In Russia gli orzi primaverili avrebbero reso per ettaro un 10% in meno rispetto al 2023. Nonostante le revisioni al ribasso, la produzione mondiale è adeguata e il livello degli scambi nella media. Ritornano in mercato Tunisia, Iran e Giordania, con la crisi Mediorientale ad accelerare le coperture di questi ultimi paesi. Origini più a buon mercato restano quelle del Mar Nero. Oleaginose: sul mercato si nota una certa debolezza della soia (arrivo ampio raccolto Usa e arrivo delle piogge in Brasile), con i prodotti della sua trasformazione (farine e soprattutto olio) a sostenerne parzialmente il prezzo. Sale la colza, che beneficia del generalizzato rincaro degli olii vegetali sorretti da una costante richiesta.

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