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Aspetti fiscali da tenere in considerazione per vendere online
Per poter vendere online è necessaria la partita Iva? Bisogna versare qualcosa allo Stato? Le possibilità di vendita online sono moltissime, ma il Fisco considera solamente due casistiche, le vendite occasionali e le vere e proprie attività commerciali: è quindi fondamentale capire di quale delle due fai parte. Vediamole nel dettaglio.
Vendite occasionali
Le vendite occasionali sono quelle che comportano un’attività sporadica, che sia online oppure diretta. L’esempio tipico è la vendita di beni usati di cui sei in possesso e che non utilizzi più come mobili, oggetti di elettronica, vestiti o auto.
Non importa il valore del bene: la vendita una tantum di un oggetto usato non è mai tassata, esistono solo obblighi di comunicazione per i beni registrati, come le auto. Hai deciso di vendere il mobile della bisnonna che è stato restaurato e vale 6.000 euro? Puoi stare tranquillo che il Fisco non busserà alla tua porta. E non hai neppure alcun obbligo di apertura della partita Iva.
Se invece ti diletti con l’hobbistica e ti capita ogni tanto di vendere qualcosa fatto da te, allo stesso modo non devi preoccuparti: neppure se sei molto bravo a cucire e ti viene richiesto da un’amica l’abito da sposa che le farai pagare 10.000 euro. Il concetto di base infatti, è che non si inizia un’attività commerciale con la vendita sporadica o di un solo prodotto, benché molto costoso.
Il consiglio che ti diamo è quello però di conservare sempre dei documenti che possano provare questa situazione, sia per il passaggio di denaro che comporta, sia per poter “provare”, in caso di controllo, quanto avvenuto. Tieni quindi una descrizione precisa del bene, eventuali costi che hai sostenuto per spedirlo o per realizzarlo e, ovviamente, i dati di chi lo ha comprato.
Attività commerciali: occasionali o abituali?
Quando le vendite avvengono in modo più costante, le cose si complicano: in questo caso, infatti, per lo Stato si entra nell’ambito dell’attività commerciale che, a seconda di come viene svolta, si divide tra occasionale, dove non serve la partita Iva, e abituale dove si produce un vero e proprio reddito d’impresa soggetto anche all’Iva.
Come può un’attività di vendita occasionale diventare un’attività commerciale? Occorre che, chi vende, dedichi del tempo all’attività e si organizzi per svolgerla. Per fare un esempio pratico, se partecipi a un mercatino dell’usato o un mercatino per hobbisti anche una sola volta l’anno, stai svolgendo attività commerciale occasionale. Allo stesso modo, la vendita online di prodotti che avviene occasionalmente, anche se pubblicizzata sul sito stesso, ma che non comporta una quantità e varietà di oggetti rilevante, viene considerata occasionale, sia che i prodotti derivino dallo svuotamento della cantina o del solaio, che dalle tue abilità artistiche.
Attività occasionale e 730
Se l’attività è occasionale, i redditi prodotti rientrano nei così detti “redditi diversi” e vanno indicati nel 730 o nel modello Redditi. Fortunatamente, dovrai indicare solo il ricavo netto: da quello che incassi dovrai togliere i costi che hai sostenuto per realizzare o per acquistare l’oggetto. Se compili il modello 730 devi indicare i ricavi nel quadro D, compilando il rigo D5 e indicando il codice 1 a colonna 1, i ricavi a colonna 2 i costi sostenuti a colonna 3.
L’aliquota marginale
Pagherai la tua aliquota marginale sul ricavo netto: in pratica, più è alto il reddito che deriva ad esempio dal lavoro o dalla pensione, più sarà alta la percentuale di tasse da applicare a questi ricavi. Per fare un esempio pratico, nel 2024 se un lavoratore dipendente guadagna 27.000 euro, paga un’aliquota marginale del 25%, quindi se partecipa a un mercatino e ottiene un ricavo netto di 500 euro ne dovrà versare 125 di tasse in sede di dichiarazione dei redditi.
Ricordati di conservare tutta la documentazione
Va da sé che è quindi molto importante tenere tutta la documentazione che attesti i ricavi e i costi per allegarla alla dichiarazione dei redditi. Inoltre, benché non sia obbligatorio, è bene dare una ricevuta generica, non fiscale, all’acquirente. Si possono comprare i blocchetti con carta trasferibile che contengono già tutti i campi da compilare e in automatico ti rimane la copia di quella che consegni a chi compra. In ogni caso è possibile anche scriverla a mano al momento su carta libera.
Purtroppo, la legge non pone dei limiti precisi di reddito o altri parametri quantificabili univocamente per la definizione di attività abituale, quindi bisogna stare un po’ attenti a quel che si fa e a quanto spesso lo si fa per non rischiare di dover aprire la partita Iva.
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