“Inevitabile una modifica del paesaggio” #finsubito prestito immediato

L’incendio devastante del 2000 e la più recente aggressione di un parassita alieno, la cocciniglia tartaruga, hanno messo in ginocchio il patrimonio forestale di Castel Fusano. Gli alberi simbolo della sua pineta sono stati per questo interessati da trattamenti fitosanitari e da tanti abbattimenti. Il comune adesso sta cercando di studiare il modo in cui progettare il futuro di quel polmone verde, anche a prescindere dai pini romani.

I fondi per i nuovi alberi

La prima buona notizia che interessa Castel Fusano arriva dall’Europa. Perché è da lì che provengono i fondi che, l’amministrazione cittadina, ha deciso di destinare a 12,9 ettari di superficie. Sono risorse stralciate dalla forestazione che, in un primo momento, il comune aveva previsto per la Tenuta di Castel di Guido. I fondi destinati all’acquisto di alberi, che nella tenuta comunale avrebbero eroso una quota significativa di pascolo, saranno quindi dirottati sull’area verde del municipio X.

Il tavolo di esperti

L’altra buona notizia riguarda l’approvazione, nella seduta del 15 ottobre,  di una memoria della giunta Gualtieri. Si dà mandato, con questo provvedimento, all’istituzione di un tavolo tecnico. Attraverso indagini naturalistiche e ricerche ambientali, dovrà stilare le linee guida per il progetto di riqualificazione della Pineta, anche prescindendo dai Pinus pinea. Piantare nuovi esemplari di pini, in un’area infestata dalla Cocciniglia tartaruga, potrebbe non essere infatti una buona idea. Perché il trattamento scelto per contrastarla, prevede la somministrazione di un insetticida che viene veicolato passato per dei fori scavati nel tronco. Ma i tronchi di giovani alberi potrebbero non essere in grado di supportare questo trattamento che, oltretutto, va ripetuto ogni anno. 

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Gli interventi effettuati sulla Pineta

La Pineta, per quel che ne resta, è comunque già oggetto dell’attenzione del Campidoglio che ha dichiarato di aver effettuato già 3500 trattamenti di endoterapia, 149 abbattimenti e 110 messe a dimora. Però l’amministrazione, con l’idea di procedere ad una riqualificazione più strutturata, ha deciso di affidare uno studio di fattibilità ad una task force di esperti.  Il tavolo tecnico dovrà valutare i vari aspetti di carattere paesaggistico e naturalistico del sito che, ha ricordato il Campidoglio, “si connota per il suo sistema eterogeneo di biotipi, tra cui dune costiere, boschi, zone umide ed ambienti fluviali”.

L’inevitabile modifica della Pineta

“La Pineta di Castel Fusano costituisce un unicum sia per la presenza della pineta secolare, sia per il sottobosco a macchia mediterranea. Proprio per tali caratteristiche è necessario uno studio di dettaglio che consenta interventi mirati ed efficaci” ha commentato l’assessora all’ambiente Sabrina Alfonsi.“Le conseguenze del cambiamento climatico non possono essere ignorate e quindi una modifica parziale del paesaggio sarà inevitabile – ha sottolineato Alfonsi – Sono infatti già stati avviati alcuni interventi che hanno portato alla messa a dimora di pini di Aleppo” considerati “più resistenti” rispetto ai Pinus pinea, e poi ancora querce, lecci e sottobosco. “Intendiamo restituire alla cittadinanza quest’area in modo che ne possa fruire nel modo migliore. A tal fine  – ha dichiarato Alfonsi – è stato anche potenziato il sistema di contrasto agli incendi, tramite un software collegato con la sala operativa della protezione civile”.