Quasi 500 posti di lavoro tagliati e molti di questi sono di lavoratori polesani. La Berco, azienda metalmeccanica di Copparo, a pochi chilometri dl Polesine, ha annunciato una pesante decurtazione del proprio organico: ben 480 esuberi. Considerando che alla Berco, fra gli attuali 1222 dipendenti ci sono alcune centinaia di lavoratori polesani (oltre 200), significa che decine e decine di operai residenti in provincia di Rovigo, e che ogni giorno attraversano il Po per andare a lavorare, vedono la propria occupazione messa in pericolo.
L’autunno caldo del settore metalmeccanico, quindi, tocca da vicino il Polesine, non solo per i rallentamenti produttivi di parecchie aziende tra Adige e Po, ma anche per i molti lavoratori che lavorano nelle fabbriche in difficoltà dei territori vicini.
Da oggi, giovedì 17 ottobre, la fabbrica, che produce componenti sottocarro per ruspe e macchine movimento terra, vede un presidio di lavoratori in assemblea permanete. Domani saranno a Roma per sfilare alla manifestazione sindacale per la crisi automotive. Una fabbrica che ha visto pesanti tagli al personale negli ultimi 14 anni, passando da 2500 dipendenti del 2010 ai 1222 attuali ma con l’annuncio di 480 licenziamenti.
“Alla Berco – spiega Stefano Bondi, segretario della Fiom Cgil di Ferrara – è partita la procedura di licenziamento collettivo, con la disdetta della contrattazione aziendale. Ora ci sono 75 giorni per cercare una soluzione e far rientrare questi esuberi”. Nel caso i tagli non rientrassero partiranno le lettere di licenziamento per i lavoratori, e il via agli ammortizzatori sociali dei due anni di Naspi. Una vera bomba sociale “anche perché – continua Bondi – il settore metalmeccanico è al disastro. Ci sono intere famiglie costrette a vivere giorni di angoscia per il proprio futuro occupazionale”.
La crisi della Berco dura da anni (già nel 2013 c’erano stati oltre 330 licenziamenti e poi oltre 100 pochi anni dopo), causata da varie cause, fra cui la crisi geopolitica internazionale, con le guerre in Ucraina e in Medioriente che hanno provocato inflazione, aumento dei costi energetici e delle materie prime; inoltre le difficoltà del settore auto e del sistema industriale tedesco hanno contribuito a spostare molti grossi clienti Berco verso altri mercati. Il risultato è che centinaia di lavoratori, anche polesani, rischiano di rimanere senza futuro.
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