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Gasolio agricolo con la frode, inchiesta della Finanza. Indagato anche imprenditore di Gela #finsubito prestito immediato – richiedi informazioni –


Ci sono anche imprenditori di Gela, Licata e Valledolmo nell’indagine che ha fatto luce su un sodalizio che commercializzava su vasta scala in Sicilia ingenti quantitativi di gasolio agevolato a uso agricolo evadendo Iva e accise. La Procura di Catania ha portato all’esecuzione di misure cautelari personali e reali e al sequestro di beni nei confronti di 15 indagati. I reati ipotizzati, a vario titolo, sono associazione a delinquere, sottrazione fraudolenta all’accertamento e al pagamento delle accise su prodotti energetici, emissione di fatture per operazioni inesistenti, frode in commercio e autoriciclaggio. A eseguire nelle province di Catania, Agrigento, Caltanissetta, Palermo e Ragusa la misura cautelare emessa dal gip sono stati i militari della Guardia di Finanza, in collaborazione con funzionari dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli del gruppo operativo regionale antifrode e dell’ufficio dell’Adm del capoluogo etneo.

L’ordinanza.

L’ordinanza del gip ha disposto il sequestro di beni per circa due milioni di euro e di sei depositi di stoccaggio di prodotti energetici coinvolti nell’inchiesta: cinque nell’Agrigentino e uno nel Palermitano. I finanzieri hanno arrestato sei persone: due sono state condotte in carcere e quattro ai domiciliari. Per otto indagati è stato disposto l’obbligo di dimora abbinata alla sospensione dall’esercizio di impresa per quattro di loro e all’obbligo di presentazione alla Polizia giudiziaria per altri tre. Un quindicesimo indagato non è stato raggiunto da provvedimenti cautelari personali, ma è uno dei destinatari del provvedimento di sequestro beni.

Gli indagati.

Salvatore «Giovanni» Giuffrida, 41 anni, di Catania, e Andrea Russo, di 47 anni, di Paternò sono stati condotti in carcere. Ai domiciliari sono finiti Salvatore Gresta, di 57 anni, di Catania; Marco Guarnaccia, di 40 anni, di Catania, Giuseppe Pietro La Quatra, di 34 anni, di Licata; e Marco Lo Cascio, di 35 anni, di Partinico.

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Solo obbligo di dimora per Rocco Ferracane, 55 anni di Gela, Rosario Falco, 48 di Agrigento; Alfonso Farruggia, 60 anni, di Agrigento; Salvatore Incardona, 45 anni, di Palma Montechiaro; Calogero Sambito, 64 anni, di Palma Montechiaro; Salvatore Chimenti, 66 anni, di Valledolmo; Sciara Gianluca Valuto, 43 anni, di Catania; e per un indagato per cui non sono state rese note le generalità, ma soltanto l’anno di nascita: il 1983. Quest’ultimo, assieme al gelese Ferracane, è stato anche sottoposto al provvedimento di sospensione dall’esercizio di imprese per un anno; mentre Chimenti e Valuto anche all’obbligo di presentazione alla Polizia giudiziaria.

L’indagine.

Le decisioni del gip sono state adottate, in applicazione della riforma Nordio, dopo gli interrogatori preventivi degli indagati. Al centro dell’inchiesta dei pm di Catania un presunto sistema fraudolento promosso e organizzato da un imprenditore che avrebbe operato quale amministratore di fatto di una società di Palermo e di una ditta individuale di Catania per acquistare gasolio a uso agricolo per poi destinarlo per l’autotrazione, risparmiando sull’Iva, al 10 per cento anziché al 22, e sulle accise con meno 50 centesimo al litro. Secondo l’accusa, l’impresa palermitana, una volta acquistato il prodotto agevolato avrebbe provveduto alla sistematica cessione, solo formale, a favore della ditta individuale etnea, risultata una mera cartiera, priva di deposito e struttura organizzativa. In realtà, il prodotto sarebbe stato invece destinato a quattro diversi depositi situati principalmente nell’Agrigentino dove sarebbe stato rivenduto in nero come gasolio da autotrazione. Per evitare controlli su strada delle autobotti la società palermitana avrebbe emesso un documento di trasporto che veniva distrutto od occultato una volta raggiunta la destinazione concordata. Parallelamente, la ditta di Catania, formale ricevente del gasolio agricolo, non avrebbe emesso alcuna fattura di rivendita per far perdere le tracce del carburante. Nell’inchiesta è coinvolto anche il titolare di un’impresa di trasporti di Paternò che avrebbe messo a disposizione della frode autobotti e tre autisti. Nell’ambito delle indagini, sono stati sequestrati complessivamente 41.000 litri di prodotto energetico a uso agricolo, quattro autocisterne, un semirimorchio e altre attrezzature utilizzate per il trasporto e la commercializzazione illecita del carburante.



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