Il caso
Marco d’Elia, direttore “Infrastrutture” della Regione: «Inutile parlare di guaina del tunnel finché non viene chiarita la causa delle improvvise cascate d’acqua»
È già stata chiusa in queste ultime notti la Pedemontana Veneta, per dare una prima soluzione al problema delle improvvise cascate d’acqua nella grande galleria di Malo, in direzione Bassano. Ma l’ing. Marco d’Elia, direttore “Infrastrutture” della Regione e responsabile unico del procedimento per la Pedemontana, mette sull’avviso: «Viene montata una canalina, oltre ad altre azioni, per evitare che caschi l’acqua in strada. Ma non è la soluzione definitiva. Il concessionario è tenuto a darci una galleria perfetta, come da progetto. E noi lo abbiamo diffidato a consegnarcela in perfetta efficienza. Sono passati 4 mesi dalla prima diffida: è inaccettabile. E ne abbiamo fatta un’altra».
Infiltrazioni d’acqua: un problema crescente
Un conto è in effetti un gocciolìo d’acqua (“stillicidio” per i tecnici): per quello la canalina va bene. Ma qui si tratta di colate d’acqua improvvise nell’opera più importante della Pedemontana, visto che crea un collegamento veloce tra l’ovest Vicentino e il Veneto centrale. La superstrada è completata e in funzione, ma il “lavoro” non è finito, e se tra i tantissimi giunti della galleria ce n’è uno da cui ogni tanto piove una cascatella d’acqua «noi della Regione siamo tenuti a far valere tutte le clausole contrattuali. E loro sono tenuti a consegnarci l’opera senza difetti».
Un primo punto fermo, certificato da più tecnici interpellati da Sis, è che quella perdita d’acqua non comporta problemi di sicurezza della volta del tunnel: «Abbiamo chiesto garanzie che non ci sia rischio neppure di caduta di qualche “calcinaccio”: la tenuta è garantita, hanno certificato che non ci sono sovraimpressioni in calotta», sottolinea d’Elia, ricordando che a sua volta la Regione si è dotata dell’aiuto di esperti e ha interpellato anche i collaudatori della Pedemontana.
Ma per adesso non si può dire con certezza che basterà sistemare la “guaina” che impermeabilizza la volta. «È evidente che ci dev’essere stata una rottura di questa protezione, ma prima di tutto il concessionario deve individuare in maniera completa la causa di questo fenomeno. Perché non ci si può limitare a “chiudere il buco”: va eliminato il rischio che si crei una pressione d’acqua sulla struttura. Bisogna risolvere il problema alla radice».
Galleria di Malo: le cause delle continue perdite
Il fenomeno è particolare: senza preavvisi, da un minuto all’altro l’acqua scroscia nel tunnel. È accaduto a fine maggio ed è finito tutto in una notte. Ora si è riverificato l’8 e il 10 ottobre, e due giorni fa. La Sis ha studiato tutta la parte strutturale e le sezioni del terreno quando è stata costruita la galleria: non risulta presenza di falde. Si è giunti a due ipotesi legate a un fenomeno carsico: è probabile che nella montagna (siamo non molto distanti dal famoso sistema carsico del Buso della Rana) ci sia una qualche fessura che si può riempire d’acqua, preme e “si svuota”. Oppure i tubi di smaltimento acqua non reggono questi picchi di portata e l’acqua si accumula sopra la galleria.
Ma servono certezze: «Devono prima di tutto chiarirci la causa: vogliamo le relazioni tecniche, e le ha chieste anche Ansfisa Agenzia nazionale per la sicurezza delle infrastrutture stradali con la sua “Commissione gallerie”».
Il concessionario della Pedemontana chiamato a rispondere
Creare la “canalina” è impegnativo, anche perché si lavora di notte, «ma dovranno entrare nella canna e fare altri lavori, non bastano una o due notti. E deve essere chiaro – conclude d’Elia – che siamo di fronte a una difettosità che andremo a contestare a Sis in sede di chiusura dei lavori».
Il rischio di costruzione era tutto a carico di Sis e «noi abbiamo anche chiesto danni, perché il rischio del traffico è a carico della Regione, ma questa situazione e i lavori necessari hanno un’influenza anche sulla diminuzione del traffico lungo la superstrada, e quindi la Regione subisce un danno che dovrà essere risarcito. È il concessionario che ha l’intera responsabilità dell’opera, non la Regione: faremo valere tutte le leve del contratto, senza sconti e senza tirare fuori un centesimo».
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