L’assessore alle politiche per la casa Simone Marchiori: «Vogliamo favorire l’uscita dei giovani dalla famiglia d’origine»
Simone Marchiori fissa subito l’obiettivo: «Vogliamo favorire l’uscita dei giovani dalla famiglia d’origine». Giovani coppie, in primo luogo. Ma anche single. L’importante è che si tratti di under 40. A loro è rivolto il bando per accedere ai contributi destinati all’acquisto della prima casa approvato ieri, 25 ottobre, dalla giunta provinciale. Che punta anche a sostenere le famiglie numerose. E che indica un vincolo preciso rispetto alle abitazioni da acquistare: devono essere edifici da recuperare. «In questo modo perseguiamo gli obiettivi del consumo di suolo zero e della rivitalizzazione dei centri storici» sottolinea l’assessore provinciale, presentando i dettagli del bando insieme al dirigente generale di Unità di missione strategica resilienza abitativa, sostenibilità e assegno unico Walter Viola.
Il bando
«Apriamo il bando in anticipo rispetto alla tabella di marcia — rilancia Marchiori — e con maggiori risorse rispetto a quelle stanziate in assestamento a luglio». Ai 5 milioni previsti per il 2025, infatti, si sono aggiunti circa 1,1 milioni per il 2024. E le domande potranno essere presentate dal 6 novembre al 31 agosto del prossimo anno (attraverso la pagina online sul sito della Provincia). A poter accedere ai contributi a fondo perduto sono dunque principalmente i giovani. I single con meno di 40 anni, che potranno ottenere 20mila euro. E poi le giovani coppie under 40 (anche conviventi, unite civilmente o conviventi di fatto), per le quali è previsto un contributo di 25mila euro. Infine, le famiglie numerose, vale a dire quelle composte da almeno tre figli a carico (inclusi i figli adottivi), che potranno richiedere un «assegno» di 30mila euro.
Gli altri requisiti
Serviranno, però, ulteriori requisiti. In primo luogo la residenza da almeno due anni in Trentino (anche solo di un richiedente nel caso di coppia o famiglia numerosa). Quindi un indicatore Icef non superiore a 0,49 e l’assenza di diritto di proprietà o comproprietà di altre abitazioni nei 12 mesi antecedenti la data di presentazione della domanda (un requisito, quest’ultimo, che non viene calcolato per le famiglie numerose già proprietarie di un’altra casa, purché questa risulti ormai inadeguata alle esigenze del nucleo). Ancora, i richiedenti non dovranno aver ottenuto contributi provinciali per l’acquisto o la costruzione di prima casa nel corso degli ultimi dieci anni. «È prevista — chiarisce Marchiori — anche la retroattività relativa al bando: si può presentare domanda anche nel caso di contratto di acquisto o preliminare stipulato a partire dal primo luglio». Anche gli edifici da acquistare dovranno possedere requisiti precisi. E rientrare in una delle tre condizioni indicate dal bando. La prima prevede che l’edificio sia vecchio di almeno vent’anni e che negli ultimi dieci non abbia subito interventi di restauro, risanamento conservativo o ristrutturazione edilizia. La seconda conferma la costruzione da almeno 20 anni e fissa la classe energetica D o inferiore. Nel terzo caso, devono essere previsti interventi di recupero o riqualificazione per almeno 20mila euro nei due anni successivi alla concessione del contributo.
«Si tratta — riflette l’assessore — di una misura importante. E ne seguiranno altre». Con un occhio al numero di domande e al budget: il contributo infatti sarà erogato in base all’ordine cronologico di presentazione delle domande e fino a esaurimento delle risorse. «Ma se ci saranno domande in eccesso, si potrà prevedere un nuovo finanziamento» assicura Marchiori.
Ripopolare i centri storici
E nell’ottica del ripopolamento dei centri storici — soprattutto dei paesi più lontani dal fondovalle — ieri a Canal San Bovo sono stati presentati i risultati dell’esperienza di co-living iniziata tre anni fa. Nel territorio al confine tra Trentino e Veneto, a rischio spopolamento, sono stati concessi infatti in comodato gratuito per quattro anni cinque appartamenti, di cui tre di proprietà di Itea e due del Comune. «I risultati — anticipa Marchiori — si iniziano a vedere: si nota un’inversione di tendenza sia per quanto riguarda il numero di residenti sia per l’età media, che si abbassa». Un effetto, quest’ultimo, che sta emergendo anche a Luserna, secondo territorio toccato dal co-living: «Qui addirittura siamo riusciti a tenere aperta la scuola. Queste esperienze dimostrano che è possibile far vivere anche le valli, evitando di congestionare la città». Tanto che la Provincia vuole andare avanti: «Stiamo registrando l’interesse di molti Comuni».
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