Con la firma del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il disegno di legge di bilancio 2025 ha avviato il suo iter parlamentare e, tra le novità in programma per l’anno nuovo, c’è anche un’ulteriore (e controversa) “stretta” sul Superbonus edilizio, pronto a scendere al 65% e solo nel caso in cui i lavori di efficientamento siano stati avviati entro metà ottobre.
Una manovra retroattiva, dunque, che salvo emendamenti diventerà legge dal 1° gennaio, un giorno dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, insieme ad altri provvedimenti di modifica a contribuiti e agevolazioni fiscali. Nella sua versione provvisoria, il ddl 2025 garantisce la possibilità di poter scontare le spese con la maxi-detrazione edilizia solo su condomini e edifici composti da 2-4 unità immobiliari, e solo nel caso in cui i lavori siano stati avviati entro il 15 ottobre 2024; più nello specifico, a poter godere del bonus del 65% saranno gli interventi riguardanti gli immobili non condominiali per i quali sia stata presentata, entro il 15 ottobre, la comunicazione di inizio lavori asseverata (Cila), quelli per i condomini per cui sia stata adottata una delibera assembleare che approvi i lavori (accompagnata dalla presentazione della Cila), e infine quelli per demolizione e ricostruzione degli edifici per cui sia stata presentata l’istanza per il titolo abilitativo.
In breve, a meno di modifiche al nuovo ddl, tutti gli interventi avviati dopo il 15 ottobre non potranno beneficiare del Superbonus al 65%, che di fatto è in scadenza. Al contrario, il disegno di legge prolunga i cicli vitali di Ecobonus e Sismabonus, fruibili fino al 2027 in una versione ridotta. Nel dettaglio, la bozza li rende fissi al 50% per il 2025, in relazione agli interventi realizzati sulle prime case, mentre per le seconde case si passa al 36%. Nel 2026 e nel 2027, le percentuali saranno ridotte rispettivamente al 36% per le prime abitazioni e al 30% per le seconda case. Anche il Bonus ristrutturazioni subirà una revisione. Per il 2025 le spese per lavori sulle prime case beneficeranno di una detrazione al 50%, con massimale fissato a 96mila euro, mentre per le seconde case la detrazione sarà del 36%.
Tuttavia, come per l’Ecobonus, la prima scenderà al 36% nel 2026 e 2027, e la seconda al 30% nello stesso biennio. Confermata invece la proroga di un anno del Bonus mobili ed elettrodomestici al 50%, con un tetto di 5mila euro (era di 10mila euro nel 2022 e di 8mila euro nel 2023), come incentivo per le famiglie che intendano rinnovare gli spazi abitativi in concomitanza con i lavori di ristrutturazione.
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