Sei condanne, cinque ad Albanesi e una a un Rodigino, e una assoluzione. Questa la sentenza di primo grado relativa a un giro di spaccio di cocaina nei locali della movida del centro di Rovigo, sul quale aveva gettato luce l’esperto personale della squadra mobile della questura di Rovigo. Tutte le condanne vanno dai sei mesi ai 10 mesi di reclusione.
Gli episodi contestati dalla Procura ricoprivano un arco temporale esteso dal 2016 al 2018 e si sarebbero svolti soprattutto in centro a Rovigo, in buona parte nei locali più “gettonati” per la movida. In tutto, agli imputati veniva contestata – a vario titolo e con differenti posizioni ipotizzate – la cessione di circa 400 dosi di cocaina, con prezzi che andavano dai 50 ai 100 euro, e una trentina di dosi di hashish.
“I clienti – aveva spiegato l’allora dirigente della squadra mobile della questura di Rovigo Gianluca Gentiluomo, nel dare conto della brillante attività investigativa dei propri uomini – sapevano dove andare e da chi andare quando volevano comprare della droga. A volte bastava un cenno d’intesa, uno sguardo, come accordo per poi procedere allo scambio. I gestori dei locali erano inconsapevoli di quello che avveniva”.
Nel corso delle perquisizioni a chiusura dell’indagine era scattato anche un arresto in flagranza di reato, a seguito del ritrovamento di circa tre etti di hashish. L’imputato principale del procedimento penale era tuttavia uscito di scena prima di quelli che sono stati giudicati ieri. Aveva, infatti, scelto di definire la propria posizione con il rito abbreviato, una forma processuale che consente di ottenere, in caso di condanna, uno sconto sulla pena finale pari a un terzo del totale. Il rito abbreviato viene celebrato sulla base degli atti raccolti nel corso delle indagini preliminari, senza introdurre testimoni o consulenti. In quel caso, la sentenza, tenuto conto dello sconto, era stata di quattro anni e un mese di reclusione.
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