Banca d’Italia ha recentemente pubblicato uno studio sull’assegnazione di prestiti garantiti dallo Stato alle imprese italiane (garanzie pubbliche) nel contesto della crisi economica scatenata dalla pandemia Covid-19, basandosi su informazioni dettagliate ricavate da bilanci e dati della vigilanza.
Dallo studio risulta che le garanzie statali non hanno comportato il trasferimento del rischio di portafoglio dagli istituti di credito allo Stato, né hanno facilitato l’accesso al credito da parte di imprese con merito creditizio più basso già prima della pandemia.
In particolare, valutando il tasso di default dei prenditori ex post, gli Autori escludono l’ipotesi di una selezione avversa su larga scala: a parità di rischio ex ante, le imprese che hanno ricevuto prestiti garantiti hanno mostrato tassi di default inferiori rispetto a quelle che non hanno beneficiato delle garanzie statali.
Questo risultato è indicativo di un’efficace allocazione delle garanzie da parte delle banche, che hanno evitato di concedere prestiti garantiti a imprese eccessivamente esposte finanziariamente.
Un ulteriore punto centrale dell’analisi riguarda la crescita del credito durante la pandemia. Lo studio conferma che le imprese che hanno ricevuto prestiti garantiti hanno sperimentato una crescita del credito bancario più rapida ed elevata rispetto a quelle che non hanno avuto accesso alle garanzie.
Ciò evidenzia l’efficacia di tali garanzie nel facilitare l’accesso al credito, anche se questo effetto è risultato più pronunciato per le imprese già dotate di un buon merito creditizio prima della pandemia.
Infine, lo studio dimostra come le garanzie pubbliche abbiano avuto l’effetto di attenuare l’importanza dei rapporti già consolidati tra banca e impresa, i quali facilitano l’assunzione di informazioni da parte degli istituti e, quindi, l’erogazione di credito.
Invero, gli Autori precisano che le imprese con relazioni bancarie già consolidate hanno ricevuto meno credito rispetto ai nuovi clienti.
Questo suggerisce che, durante la crisi, il divario di informazioni relazionali derivante dalla mancanza di rapporti pregressi è stato colmato dalle garanzie pubbliche, che hanno portato le banche a concedere credito anche a imprese con cui non avevano avuto rapporti in precedenza.
Lo studio, dunque, evidenzia che le garanzie pubbliche durante la pandemia Covid-19 hanno avuto un ruolo significativo nel sostenere la crescita del credito a imprese con buon merito creditizio e con problemi di liquidità, facilitando l’erogazione del credito per i nuovi clienti e contribuendo così a preservare la stabilità del sistema finanziario.
D’altro canto, le banche con una minore capitalizzazione hanno mostrato la tendenza a concedere credito più agevolmente quando i prestiti erano garantiti, probabilmente a causa delle minori esigenze di capitale regolamentare associate a tale tipo di prestiti.
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