Da quando, il 23 ottobre 2024, i primi 50 mila italiani hanno potuto iniziare a usare IT-Wallet per caricare sullo smartphone i propri documenti l’Italia si è divisa in due: da una parte chi ha apprezzato la novità e l’evoluzione digitale della Pubblica Amministrazione, dall’altra chi vede IT-Wallet come uno strumento di controllo sociale pericolosissimo.
Come al solito, le teorie del complotto si sono diffuse in fretta sui social, dove molti utenti comuni, influencer del settore e persino alcuni giornalisti iscritti all’albo hanno pubblicato ricostruzioni a volte tanto fantasiose e imprecise quanto poco credibili. Tutti questi contributi finiscono sempre con un invito forte e chiaro: boicottare IT-Wallet.
IT-Wallet è uno strumento di controllo
Secondo i detrattori di IT-Wallet il nuovo portafoglio digitale è, a tutti gli effetti, uno strumento di controllo del cittadino da parte del Governo. O, in una variante della stessa teoria, uno strumento in mano ai “poteri forti” dell’economia globale. Spoiler: c’è anche Microsoft in mezzo.
L’idea alla base di questa teoria è semplice: se il Governo ci convince a mettere tutti i nostri documenti dentro un’app dello smartphone, allora prima o poi potrà bloccare i documenti con un semplice clic su un computer.
Senza documenti il cittadino non può lavorare, non può aprire un conto corrente, non può accedere alla sanità pubblica. In pratica non ha più diritti.
Questa teoria, però, si scontra con i fatti: il Governo non solo ha già tutti i nostri documenti all’interno dei suoi computer, ma è proprio l’ente pubblico che rilascia tali documenti.
Se domani arrivasse una dittatura, quindi, potrebbe senza problemi bloccare la carta d’identità, la patente, la tessera sanitaria di chiunque. E avrebbe potuto farlo persino in epoca pre-digitale, quando i documenti erano soltanto cartacei.
Anzi, lo ha fatto e più volte. Il regime fascista, quello nazista, quello sovietico, tutte le dittature sudamericane e asiatiche hanno sempre tolto diritti ad alcune fette della popolazione, identificate tramite i normali documenti cartacei, ben prima che esistessero i computer e Internet.
IT-Wallet è la porta della CBDC
Una sigla che appare spesso nei post dei detrattori di IT-Wallet è “CBDC“, cioè Central Bank Digital Currency. Ovvero moneta digitale emessa da una banca centrale, in altre parole Euro Digitale.
Secondo le teorie anti IT-Wallet, in pratica, prima o poi la Commissione Europea abolirà il contante e costringerà tutti i cittadini a usare solo l’Euro Digitale, che sarà custodito in IT-Wallet (e quindi in EUDI Wallet). In questo modo, con il solito clic, oltre ai documenti i Governi europei ci potranno togliere anche i soldi.
Su Libero Tecnologia abbiamo parlato spesso di Euro Digitale e di come sia ancora abbastanza lontano dal vedere la luce, anche e soprattutto per la resistenza fatta dalle banche commerciali europee che, a detta dei complottisti, farebbero però parte dei famigerati “poteri forti“.
IT-Wallet e il credito sociale
Sempre secondo queste teorie, poi, quando tutti i soldi dei cittadini saranno digitali e dentro un’app wallet i Governi potranno sapere se abbiamo pagato le tasse oppure no e, di conseguenza, potranno assegnarci un “credito sociale“, dividendoci in buoni e cattivi.
I buoni potranno continuare a vivere serenamente, mentre ai cattivi saranno imposte limitazioni bloccando i documenti archiviati sullo smartphone.
Anche in questo caso, però, ci si dimentica che se un Governo volesse fare qualcosa del genere potrebbe già farlo senza problemi: i dati dei cittadini sono già negli archivi dello Stato e il pagamento (e quindi anche il non pagamento) delle tasse è ampiamente tracciato.
Non si capisce, quindi, perché un F24 pagato in banca allo sportello, o tramite l’app dell’online banking, sia per il cittadino più sicuro di un eventuale pagamento tramite IT-Wallet. Men che meno si capisce perché i complottisti abbiano tutta questa paura di far sapere allo Stato se hanno pagato le tasse o le hanno evase.
Microsoft controlla IT-Wallet
Altra preoccupazione fortissima che i complottisti hanno nei confronti di IT-Wallet è quella dei server. Si fa l’esempio dei server che ospitano il sistema di identità digitale dei francesi, che tracciando l’indirizzo IP risultano essere posizionati in Francia, mentre facendo lo stesso con il sito io.italia.it si ottiene l’indirizzo di un server Microsoft in Oregon.
Come è noto, secondo molte teorie del complotto Microsoft, e in particolare Bill Gates con i suoi colleghi di Davos, avrebbe la colpa di aver orchestrato
la pandemia, le vaccinazioni, i cambiamenti climatici, il cibo scadente e gli insetti nelle farine, la guerra in Ucraina e quelle mediorientali e l’abolizione della sanità pubblica senza consenso popolare.
Questa teoria si basa su un grossolano errore tecnico: è inutile tracciare su quali server è ospitato il sito di IO, perché i dati dei cittadini che usano quella piattaforma non sono sullo stesso server.
Facendo quel ping, infatti, si scopre semplicemente dove stanno i dati del sito informativo su IO, ma poi l’app vera e propria è ospitata altrove e, molto probabilmente, ancora altrove stanno i dati di chi usa l’app.
Boicottare l’app IO
Infine, alcuni complottisti anti IT-Wallet compiono un altro pacchiano errore: provano a boicottare l’app IO segnalandola come inappropriata sul Play Store di Google.
Una mossa che, nella testa di chi la compie, è un gesto rivoluzionario di protesta contro l’oppressore ma che, in realtà, non serve assolutamente a nulla se non a confermare che chi lo propone non ha idea di ciò di cui sta parlando.
Google può anche ricevere migliaia e migliaia di segnalazioni contro l’app IO, ma non la toglierà mai dal suo store perché l’app è assolutamente legittima, non viola alcuna policy del Play Store e, soprattutto, è un’app ufficiale di uno Stato nazionale.
Segnalare l’app IO a Google è assolutamente possibile e legittimo, ma è totalmente inutile.
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