Un (ex) deejay capellone tra i Cavalieri del Lavoro e anche al centro della corsa del Piemonte all’Intelligenza Artificiale. Imprenditore nel campo delle macchine agricole e fondatore di startup in ambito medico. È lui probabilmente il personaggio che spicca maggiormente fra i neo Cavalieri del Lavoro che hanno ricevuto l’investitura l’altro giorno a Roma, dalle mani del Presidente Sergio Mattarella: Duilio Paolino, 71 anni, cuneese.
La Cosmo Srl, di Busca, è stata fondata nel 1987: conta una sessantina di dipendenti e una ventina di milioni annui di fatturato. Alla guida Duilio Paolino, uno che dice di aver ereditato lo spirito imprenditoriale dal nonno, agricoltore e fornitore di nocciole alla Ferrero. Padre impiegato comunale, da giovane Paolino era un deejay, e anche di quelli scatenati, da una serata all’altra spesso con Claudio Cecchetto. Uno che non ha avuto remore neppure nello scagliarsi contro Laura Boldrini, all’epoca presidente della Camera, cui aveva dovuto cedere il posto in prima classe in aereo: “Mi avevano detto che era per un disabile, invece mi ritrovo lei con il suo staff” ha raccontato.
I 25 Cavalieri del Lavoro nominati da Mattarella
Lucia Aleotti (Toscana – Industria, Farmaceutica), Eufrasio Anghileri (Lombardia – Industria, Siderurgica), Giovanni Arena (Sicilia – Commercio, Grande distribuzione), Pietro Beccari (Estero – Industria, Moda e design di lusso), Marina Elvira Berlusconi (Lombardia – Industria, Editoria), Paolo Bertazzoni (Emilia-Romagna – Industria, Elettrodomestici), Maria Chiara Boni (Lombardia – Industria, Moda abbigliamento), Giorgio Campagnolo (Veneto – Industria, Abbigliamento sportivo), Carmine Caputo (Campania – Industria Alimentare, Molitoria), Caterina Imelde Caselli (Lombardia – Industria, Discografica), Carlo Cimbri (Emilia-Romagna – Terziario, Assicurazioni), Graziano Giordani (Marche – Artigianato, Ricami), Raffaella Leone (Lazio – Terziario, Cinematografia), Matteo Bruno Lunelli (Trentino Alto Adige – Vitivinicolo, Spumanti), Fausto Manzana (Trentino Alto Adige – Terziario, Servizi informatici), Giuseppe Marino (Piemonte – Industria, Ferroviaria), Francesco Giovanni Muntoni (Sardegna – Terziario, Alberghiero), Duilio Paolino (Piemonte – Industria, Macchinari agricoli), Vito Antonio Primiceri (Puglia – Terziario, Credito), Fabio Ravanelli (Piemonte – Industria, Cosmetica), Edoardo Roncadin (Friuli Venezia Giulia – Industria e commercio, Prodotti surgelati), Enrico Samer (Friuli Venezia Giulia – Terziario, Logistica), Antonio Serena Monghini (Emilia-Romagna – Industria energetica, Petrolio), Giovanni Sgariboldi (Lombardia – Industria, Cosmetici e profumi), Aquilino Carlo Villano (Campania – Industria, Aerospazio).
Ora, anziché pensare alla pensione, si è lanciato nell’avventura della Ai4Industry, la Fondazione italiana per l’Intelligenza Artificiale, di cui è uno dei membri del board. “L’intelligenza artificiale è un bel pezzo di futuro, che non possiamo sprecare” ha detto ai giornali qualche mese fa. Per ora la Fondazione, che si propone come un acceleratore e incubatore di tecnologie, presieduta da Fabio Premolli docente di economia al Politecnico di Milano, è ancora alla ricerca della sua sede operativa – probabilmente alle Ogr di Torino – e di un direttore.
Con Paolino, a Roma, altri due piemontesi: Giuseppe Marino, torinese ma originario di Brescia, manager per l’Italia di Hitachi Rail, la multinazionale giapponese delle ferrovie; Fabio Ravanelli, 54 anni novarese, presidente dell’azienda di cosmetica Mirato Spa (già quotata in Borsa) e vicepresidente della Banca Aletti, nonché ex consigliere di amministrazione della Banca Popolare di Novara.
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