Con una sentenza emessa il 29 ottobre 2024, il Tribunale civile di Terni ha ordinato alla Cassa di Risparmio di Orvieto (CRO) di restituire 48.000 euro a un pensionato residente nell’orvietano. La cifra rappresenta l’importo investito dall’uomo, tra il 2012 e il 2014, per l’acquisto di azioni della Banca Popolare di Bari, vendute dalla stessa CRO. La sentenza ha stabilito che l’istituto di credito non avrebbe dovuto proporre tali titoli, considerati altamente rischiosi e non quotati in borsa, a un risparmiatore con un profilo poco incline a investimenti speculativi. Il giudice ha infatti riconosciuto che le azioni della Popolare di Bari erano inadatte al profilo dell’investitore, proprio per la loro natura speculativa e il rischio di non rimborsabilità. Di conseguenza, la sentenza ha disposto l’annullamento dei contratti di acquisto, obbligando la Cassa di Risparmio di Orvieto a restituire l’intera somma versata dall’investitore. In cambio, quest’ultimo dovrà restituire le azioni alla banca, mentre le spese legali sostenute dal pensionato saranno rimborsate dalla CRO. Tutte le azioni giudiziarie in atto sono da ricondurre al periodo in cui la banca orvietana era sotto la direzione della Banca Popolare di Bari. Mediocredito Centrale, attuale azionista di controllo della CariOrvieto, è totalmente estraneo ai fatti contestati.
Il Coordinamento degli Avvocati che rappresentano gli azionisti della Popolare di Bari e della Cassa di Risparmio di Orvieto nelle province di Terni e Viterbo ha accolto la sentenza con grande soddisfazione. In una nota, il coordinamento ha sottolineato come questa decisione confermi una tendenza crescente del Tribunale di Terni a favore dei risparmiatori che, fidandosi delle rassicurazioni degli istituti bancari, hanno investito in titoli rivelatisi poi fallaci.
“Questa sentenza è il frutto di anni di studio e di determinazione,” ha dichiarato il coordinamento legale. “Continueremo a lavorare con convinzione per fare giustizia in un caso che ha causato danni economici significativi al nostro territorio.” Il gruppo di avvocati ha inoltre ribadito il proprio impegno verso i tanti risparmiatori che hanno perso parte o tutto il loro patrimonio in investimenti che non rispecchiavano il loro profilo di rischio.
Il caso di Orvieto si inserisce in un contesto più ampio che ha coinvolto decine di risparmiatori della zona, molti dei quali hanno visto i loro risparmi di una vita dissolversi in investimenti rischiosi proposti come sicuri. Il coordinamento legale degli azionisti ha dichiarato che questa sentenza rappresenta un primo passo importante verso la ricostruzione della verità e la restituzione della giustizia, oltre a costituire un precedente significativo per altri casi analoghi in attesa di giudizio.
La sentenza del Tribunale di Terni non solo conferma la responsabilità delle banche nella corretta informazione dei loro clienti, ma offre anche una speranza a quanti sono stati danneggiati da operazioni finanziarie rischiose, gettando le basi per future azioni legali in difesa dei piccoli risparmiatori.
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