Resta dunque un pericolo che – sottolinea Confartigianato – devono affrontare le imprese, soprattutto quelle di piccole e medie dimensioni
Confartigianato: in Basilicata in calo i reati informatici ma non le denunce delle pmi
Anche se in Basilicata, in controtendenza con i dati nazionali, si registra, in un anno, una flessione dei reati informatici (-4,7%) i titolari di pmi lucane non devono abbassare la guardia tenuto conto che il trend delle denunce si mantiene costante. Così Confartigianato Matera citando un’indagine effettuata dal Centro Studi nazionale secondo la quale in Italia aumentano e si diffondono nell’ultimo anno, i reati informatici che hanno registrato un incremento del 7,8% (nel 2022 erano diminuiti del 2,8%) e superano del 5,6% il dato riguardante i delitti inerenti all’attività d’impresa.
L’aumento dell’ultimo anno consolida una tendenza alla crescita di lungo periodo: tra il 2019 e il 2023 i reati informatici salgono del 45,5%, un tasso ampiamente superiore al +10% dei delitti inerenti all’attività d’impresa. Così, il peso dei reati informatici sul totale dei delitti d’impresa sale di 8,7 punti percentuali rispetto al 26,8% del 2019.
Secondo il sistema Excelsior di Unioncamere e Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, nel 2023 il 43,1% delle imprese che hanno investito nella transazione digitale dichiara di aver effettuato investimenti nella sicurezza informatica con un elevato livello di importanza, quota in crescita rispetto al 35,5% del quinquennio precedente 2018-2022.
Però, il problema c’è. Ed è quello che richiama la carenza di figure professionali che siano in grado di gestire un apparato efficiente di sicurezza informatica: oltre un quinto (22,8%) delle imprese italiane segnala la difficoltà nel trovare ed assumere personale con le giuste competenze. Nel 2023 risulta difficile da reperire il 69,9% delle entrate di progettisti e amministratori di sistemi, categoria professionale che comprende le figure di cyber security expert, specialista e responsabile della sicurezza informatica.
Confartigianato elenca i reati che colpiscono l’attività di impresa.
Furti: in esercizi commerciali, in auto in sosta, di automezzi pesanti trasportanti merci e di autovetture
Rapine: in banca, in uffici postali, in esercizi commerciali ed in pubblica via
Estorsioni
Truffe e frodi informatiche
Delitti informatici
Contraffazione di marchi e di prodotti industriali
Violazione della proprietà intellettuale
Ricettazione
Riciclaggio e impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita
Usura
Danneggiamenti
Contrabbando
Il 91% dei reati che riguardano le imprese è composto da truffe e frodi informatiche: ad esempio il phishing e l’alterazione del regolare funzionamento di un sistema informatico o telematico.
Il 9% comprende delitti informatici (in particolare accessi abusivi), danneggiamento mediante apparecchiature, dispositivi o programmi informatici e detenzione e/o diffusione abusiva di codici di accesso.
In un contesto di digitalizzazione accelerata dei processi produttivi, le imprese – commenta la presidente Rosa Gentile – devono affrontare nuove sfide e orientare le proprie strategie di investimento in tecnologie, capitale umano qualificato e sicurezza informatica. La carenza di personale qualificato, e una non completa consapevolezza sui ruoli in azienda della sicurezza informatica, richiedono investimenti in formazione e un supporto informativo istituzionale per promuovere le cyberskill, in modo che le imprese possano proteggere adeguatamente i propri sistemi e dati.
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