Ogni giorno ci si sveglia con nuovi sviluppi sulla situazione in Ucraina, e, ammettiamolo, la pazienza di Zelensky sta dando segni di cedimento. Negli ultimi giorni, il Presidente ucraino ha infatti intensificato le sue dichiarazioni polemiche contro gli Stati Uniti, la Gran Bretagna e la Germania, accusandoli di fare esattamenteā¦ nulla. Nonostante gli aiuti e le dichiarazioni di stima, Zelensky lamenta un abbandono quasi totale da parte di coloro che dovrebbero essere i suoi piĆ¹ grandi alleati.
Lo āscaricabarileā dellāOccidente: cosa sta succedendo?
Secondo Zelensky, il sostegno dellāOccidente si ĆØ affievolito. I media, specialmente americani, non riportano piĆ¹ aggiornamenti quotidiani sulla guerra in prima pagina. Gli Stati Uniti, per esempio, sono concentrati piĆ¹ sulle imminenti elezioni presidenziali (si vota il 5 novembre!) che sulla crisi ucraina (comprensibile), mentre in Europa, le istituzioni fanno spallucce, lasciando il leader di Kiev a destreggiarsi tra enormi difficoltĆ .
Insomma, Zelensky grida aiuto e chiede azioni concrete, ma sembra che nessuno stia realmente ascoltando. La situazione ĆØ talmente critica che persino Lavrov, Ministro degli Esteri russo, in una recente intervista ha rimarcato come, negli ultimi anni, lāOccidente abbia mancato ben tre occasioni per risolvere pacificamente il conflitto.
La nuova āminacciaā dei soldati nordcoreani
Non pago delle lamentele, Zelensky ha puntato il dito anche verso una ānuova minacciaā: i soldati nordcoreani che, a detta sua, sarebbero pronti a intervenire dalla parte della Russia. Non si comprende ancora bene, quanti e dove siano di preciso, ma comunque gli alleati occidentali, secondo Zelensky, avrebbero dovuto fornire missili a lungo raggio per ācontenereā questa minaccia quando iniziĆ² a denunciarla.
A questo punto, la domanda sorge spontanea: davvero ĆØ questo il maggiore problema per lāUcraina? Diecimila soldati nordcoreani cosƬ lontani (forse)? Zelensky pensa che solo con il supporto dellāOccidente potrĆ tenere a bada questa presunta minaccia, e qui scatta il nervosismo. La sua richiesta di missili a lungo raggio per colpire queste truppe mostra, a detta di molti, le reali intenzioni del presidente: vuole portare il conflitto oltre i confini ucraini. Ma gli alleati sono pronti a seguirlo in questo piano?
Gli obiettivi reali di Zelensky
Queste dichiarazioni tradiscono unāansia palpabile. Zelensky ĆØ sempre piĆ¹ consapevole che la luce dellāattenzione internazionale su di lui si sta affievolendo, e questo non per una mancanza di empatia verso il popolo ucraino, bensƬ per il timore di unāescalation fuori controllo. O, volendo pensar male, per coprire il fallimento della strategia di perseguire la via della guerra, ignorando quella diplomatica. Il suo appello agli alleati di intervenire per evitare che il conflitto si espanda ā ma con un arsenale piĆ¹ potente ā lascia intravedere un presidente che ha molto da perdere, soprattutto in termini di potere.
SƬ, il suo atteggiamento grida preoccupazione, ma per cosa davvero? Per la sicurezza dellāUcraina, o per il suo stesso ruolo politico?
Il quadro generale secondo Lavrov
Finanziamo strutture per affitti brevi
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Dallāaltra parte del fronte, Lavrov e la leadership russa non stanno certo a guardare. Secondo il Ministro degli Esteri, lāOccidente ha avuto almeno tre possibilitĆ per evitare questo conflitto, ma ogni volta ha scelto di ignorare le soluzioni diplomatiche. Dal 2014 a oggi, dalla crisi in Crimea fino agli accordi di Minsk, sembra che ogni tentativo di dialogo sia stato sabotato, e Lavrov non si fa scrupoli a sottolineare come la Russia abbia accumulato successi territoriali. A detta sua, la Russia ĆØ pronta a discutere una soluzione, ma solo se i diritti dei russofoni in Ucraina verranno garantiti e il paese resterĆ neutrale.
Conclusioni: guerra senza fine o pace negoziata?
Difficile dire quale sarĆ il prossimo capitolo di questa guerra. Ma una cosa ĆØ chiara: lāattenzione dellāOccidente ĆØ calata, e Zelensky lo sa. Invece di spingere per nuove armi e nuove escalation, forse potrebbe chiedersi se non sia piĆ¹ saggio un accordo di pace, anche se ammetterlo richiederebbe mettere da parte lāorgoglio e, magari, fare i conti con un compromesso.
E per chi legge queste righe, viene spontanea una riflessione: fino a quando ci faremo soldati nelle guerre altrui? Non sarebbe il momento per il nostro Occidente ā Italia, Europa ā di dimostrare un poā piĆ¹ di indipendenza e pragmatismo?
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Danilo Torresi
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