Brescia. Sono quasi 7 i milioni di euro sequestrati e tre gli arresti effettuati nel corso dell’inchiesta della Procura di Brescia condotta dalla Guardia di Finanza che coinvolge indirettamente la sede milanese di Banca Progetto.
Dalle attività investigative sarebbero emerse condotte illecite effettuate da un intermediario finanziario bresciano. L’uomo, Marco Savio, fratello del magistrato della direzione nazionale antimafia Paolo Savio (completamente estraneo ai fatti), con l’ausilio di un collaboratore e del rappresentante legale di una società, avrebbe fatto ottenere alla ditta tre prestiti assistiti (per la maggior parte) dal Fondo centrale di garanzia a favore delle P.M.I. del Mediocredito Centrale.
Ai domiciliari anche il braccio destro di Marco Savio: Diego Galli, 56 anni. Mentre è stato disposto l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria per Federica Burzio, 34enne ritenuta dagli inquirenti la factotum del gruppo. I reati contestati sono molteplici: truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, bancarotta, autoriciclaggio e false comunicazioni sociali.
I finanziamenti, che sarebbero stati ottenuti attraverso falsa documentazione e l’alterazione dei bilanci della società richiedente (che versava in una grave situazione di dissesto finanziario, non emergente nei bilanci esibiti all’istituto di credito e dal quale è poi scattato l’avvio di una procedura di liquidazione giudiziale nel 2023) sarebbero stati in parte trasferiti sui conti correnti nella disponibilità dell’intermediario bresciano arrestato, tramite bonifici giustificati da operazioni commerciali non coerenti.
L’arrestato avrebbe, in pratica, assunto l’amministrazione delle operazioni effettuate dalla società, emettendo documentazione fittizia per mostrare una solidità finanziaria e patrimoniale.
Nella mattinata di martedì 5 novembre sono state effettuate perquisizioni nei confronti di diversi soggetti tra persone fisiche e giuridiche. Le fiamme gialle bresciane hanno perquisito anche la sede milanese dell’intermediario, risultato estraneo alla banca. Paolo Fiorentino, amministratore delegato di Banca Progetto, ha infatti precisato in una conferenza stampa di essere parte lesa e che né la banca, né i suoi esponenti e dipendenti, sono oggetto di indagine.
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