Un operaio installa lastre di polistirolo sulla facciata per coibentare l’edificio. Crediti foto: Getty Images
Dalle cassette dei pescatori al cappotto termico del condominio: basta guardarsi intorno per rendersi conto che il polistirene espanso sinterizzato (Eps), ci� che tutti chiamiamo polistirolo, � onnipresente. Fortunatamente, lo si trova anche in discarica. In Italia, i volumi riciclati tra il 2019 e il 2022, sono cresciuti del 25 per cento, superando le 20mila tonnellate. � la fotografia scattata da un’indagine di Plastic Consult per conto dell’Aipe, Associazione Italiana del Polistirene Espanso, in occasione del convegno che ha celebrato i quarant’anni dell’associazione.
Il polistirolo viene usato soprattutto per la coibentazione di edifici e gli imballaggi alimentari. Secondo un’indagine di Plastic Consult per conto di Aipe, tra 2019 e 2022 i volumi riciclati hanno superato le 20mila tonnellate. Merito anche del Superbonus, che ha imposto percentuali minime di riutilizzo dei materiali nelle nuove costruzioni
Secondo il report, la tendenza positiva al riciclo non solo interessa l’Eps, ma si estende all’intero mercato delle plastiche. I volumi recuperati, sia pre– che post– consumo, hanno registrato nel 2023 un incremento dello 0,8 per cento rispetto all’anno precedente. La produzione di nuove termoplastiche, inoltre, � diminuita di oltre il 6 per cento rispetto all’inizio delle osservazioni. Perch� dare una nuova vita all’Eps � cos� importante? Il polistirene espanso, usato in prevalenza per le coibentazioni e nell’industria alimentare, pu� richiedere fino a mille anni per degradarsi, il periodo – per intenderci – compreso tra la morte di Carlo il Calvo e la nascita di Henry Ford. Le nanoparticelle di Eps, che si scindono pi� facilmente sotto l’azione delle radiazioni ultraviolette, riescono a oltrepassare le mucose degli organismi viventi e ad accumularsi nelle catene trofiche. Incenerirlo, una pratica purtroppo comune nelle ecomafie, rilascia gas nocivi e particolato in atmosfera, tra cui stirene, monossido di carbonio e altre sostanze volatili e cancerogene. Di qui la necessit� di garantire un trattamento congruo ai rifiuti.
La formula italiana
L’Italia sembra aver trovato la formula vincente grazie al circuito delle Piattaforme Corepla per il riciclo degli imballaggi, alla stessa Aipe e al Ministero dell’Ambiente. In particolare, il Superbonus ha imposto specifiche percentuali per il riutilizzo dell’Eps e dei suoi sottoprodotti nelle nuove produzioni. Questi sono noti come “criteri minimi ambientali” e hanno giocato un ruolo cruciale. Proprio in campo edile, gli svantaggi del materiale a fine vita appaiono controbilanciati da alcuni benefici: rispetto alle altre plastiche, produrre polistirene espanso richiede meno dello 0,1 per cento della produzione mondiale di petrolio. Le sostanze chimiche usate nella sua fabbricazione incidono in modo marginale sull’espansione del buco dell’ozono. �E l’impiego dell’Eps per l’isolamento�, postilla Giuseppe Rinaldi, vicepresidente per l’area “Edilizia” di Aipe, �� una soluzione ideale su pi� fronti: dal benessere abitativo al risparmio in bolletta, fino alla riduzione delle emissioni di CO2 e della dipendenza energetica dai Paesi esteri�. Nel 2024, l’Associazione prevede una lieve crescita della domanda di polistirene espanso sia nel settore edile (a livelli superiori rispetto al periodo pre-Superbonus) sia in quello del packaging.
L’invito per il futuro
�Occorre proseguire nell’impegno per la sostenibilit� e il riciclo, puntando in particolare sulla ricerca e sviluppo e sulle nuove tecnologie per massimizzare il ruolo che il materiale ha gi�, sostiene Paolo Garbagna, vicepresidente “Imballaggio” di Aipe. L’aneddoto curioso? A ispirare l’uomo nella sintesi del polistirene � stata la natura: nel 1839, il farmacista berlinese Eduard Simon ne scopr� il precursore distillando il balsamo storace della Liquidambar orientalis, una pianta originaria dell’Anatolia. �Guardiamo al futuro con fiducia certi che la sensibilizzazione di tutti gli attori della filiera, collaborazioni virtuose e l’innovazione ci permetteranno di raggiungere obiettivi concreti per un settore pi� resiliente e attento alle esigenze ambientali e sociali�, conclude Alessandro Augello, presidente dell’Associazione: �Per il futuro a venire, intendiamo proseguire il nostro impegno, consapevoli delle sfide complesse che ci attendono�. Dall’intuizione di Simon a oggi: riusciremo a coniugare la protezione degli ecosistemi con l’innovazione?
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