di Giuseppe Gagliano –
Il governo francese ha sospeso tutte le sue linee di credito nei confronti dell’Etiopia in seguito allo scoppio della guerra civile che ha devastato la regione settentrionale del Tigré a partire dal novembre 2020. Questa decisione, maturata nel contesto delle violenze prolungate e delle gravi violazioni dei diritti umani, riflette la crescente preoccupazione della comunità internazionale riguardo alla stabilità del Paese e alla gestione delle risorse finanziarie in un contesto di conflitto armato. La sospensione delle linee di credito rientra in un quadro più ampio di misure restrittive adottate da vari attori internazionali per fare pressione sul governo etiope affinché favorisca una risoluzione pacifica della crisi.
La Francia, uno dei principali partner economici e finanziari dell’Etiopia, aveva precedentemente sostenuto il Paese con finanziamenti destinati allo sviluppo delle infrastrutture e al miglioramento delle condizioni economiche. Tuttavia, l’escalation del conflitto nel Tigré ha portato alla revisione delle relazioni bilaterali, con Parigi che ha deciso di congelare ulteriori prestiti fino a quando non ci saranno segnali concreti di miglioramento sul fronte della sicurezza e dei diritti umani. La decisione francese ha avuto un impatto significativo sulle finanze etiopi, in quanto il Paese già stava affrontando una crisi economica aggravata dalla guerra, dalle tensioni politiche interne e dagli effetti della pandemia di COVID-19.
Il governo etiope, sotto la guida del primo ministro Abiy Ahmed, Premio Nobel per la Pace 2019, ha cercato di rassicurare la comunità internazionale sull’impegno a stabilizzare la situazione, ma il conflitto nel Tigré ha avuto conseguenze devastanti, provocando migliaia di morti, sfollamenti di massa e una crisi umanitaria che ha richiesto l’intervento delle organizzazioni internazionali. Le tensioni tra il governo centrale e le forze del Tigray People’s Liberation Front (TPLF) si sono trasformate in una guerra aperta che ha portato alla distruzione delle infrastrutture, al blocco degli aiuti umanitari e all’interruzione dei servizi essenziali per milioni di persone.
La sospensione delle linee di credito da parte della Francia è stata accompagnata da un congelamento degli aiuti da parte di altri partner occidentali, tra cui gli Stati Uniti e l’Unione Europea, che hanno espresso preoccupazione per le continue violenze e per le accuse di crimini di guerra commessi da entrambe le parti. Tuttavia, Parigi ha lasciato intendere che potrebbe riaprire i canali di finanziamento nel corso del prossimo anno, a condizione che le discussioni in corso con il Club di Parigi e la Cina, tra gli altri creditori internazionali, portino a un accordo soddisfacente. Il Club di Parigi, che riunisce i principali Paesi creditori, sta attualmente negoziando con il governo etiope un piano di ristrutturazione del debito, cercando di trovare un equilibrio tra il sostegno finanziario necessario per la ripresa economica e la necessità di garantire che i fondi non vengano utilizzati per finanziare ulteriori operazioni militari.
Un fattore chiave in queste negoziazioni è il ruolo della Cina, che negli ultimi anni è diventata uno dei principali creditori dell’Etiopia, avendo investito massicciamente nel Paese attraverso il suo ambizioso progetto della Nuova Via della Seta. La Cina ha finora adottato un approccio più flessibile rispetto ai creditori occidentali, continuando a sostenere finanziariamente l’Etiopia nonostante le crescenti pressioni internazionali per condizionare gli aiuti al miglioramento della situazione nel Tigré. Tuttavia Pechino è anche consapevole che una crisi economica prolungata potrebbe minare la capacità dell’Etiopia di ripagare i debiti contratti, con il rischio di una ristrutturazione forzata che potrebbe danneggiare i suoi interessi economici nella regione.
Secondo fonti diplomatiche le discussioni tra il governo etiope e il Club di Parigi sono in una fase critica, con i creditori che chiedono maggiore trasparenza nella gestione delle finanze pubbliche e garanzie che i fondi internazionali non vengano utilizzati per sostenere lo sforzo bellico. In questo contesto, la Francia sta svolgendo un ruolo di mediatore, cercando di bilanciare la necessità di fornire assistenza economica per evitare un collasso finanziario con l’esigenza di promuovere una soluzione pacifica del conflitto.
Per l’Etiopia la ripresa delle linee di credito francesi e il sostegno dei creditori internazionali sono essenziali per rilanciare un’economia che ha subito pesanti contraccolpi a causa del conflitto. Il governo sta cercando di ripristinare la fiducia dei partner internazionali attraverso un piano di riforme economiche che includono il consolidamento fiscale, la promozione degli investimenti privati e la liberalizzazione di settori strategici come le telecomunicazioni e l’energia. Tuttavia, questi sforzi rischiano di essere vanificati se il conflitto nel Tigré dovesse continuare a protrarsi, destabilizzando ulteriormente il Paese e scoraggiando nuovi investimenti esteri.
Il futuro delle relazioni tra la Francia e l’Etiopia dipenderà in larga misura da come il governo etiope affronterà le sfide interne nei prossimi mesi. Una risoluzione positiva delle discussioni con il Club di Parigi e la Cina potrebbe aprire la strada alla ripresa degli aiuti internazionali, ma il cammino è ancora incerto. Per ora, la comunità internazionale rimane in attesa di segnali concreti di una de-escalation del conflitto e di un impegno genuino del governo etiope verso la pace e la riconciliazione nazionale.
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