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COP29: è il momento di trasformare le idee in risultati concreti

In un contesto di disastri climatici in rapido aumento e di emissioni globali ai massimi storici, il prossimo vertice sul clima delle Nazioni Unite (COP29) costituisce un’opportunità da non perdere per rafforzare l’azione collettiva contro il cambiamento climatico. In programma dall’11 al 22 novembre 2024 a Baku, in Azerbaijan, l’incontro si concentrerà sull’urgente necessità di incrementare e rendere più efficaci i finanziamenti per il clima, con particolare attenzione ai Paesi e alle comunità più vulnerabili. Il summit, presieduto da Mukhtar Babayev, sarà un momento di scambio e confronto decisivo per i leader mondiali, chiamati a rinnovare i propri impegni nazionali e a garantire il rispetto delle promesse esistenti.

Ma cos’è esattamente la COP? La COP, acronimo di “Conference of Parties” (Conferenza delle Parti), è l’evento in cui i governi di tutto il mondo si riuniscono per monitorare e accelerare i progressi nella lotta contro i cambiamenti climatici, portando avanti l’Accordo di Parigi e gli obiettivi della Convenzione quadro delle Nazioni Unite. Durante queste conferenze, i leader mondiali discutono e negoziano soluzioni concrete per affrontare l’emergenza climatica, valutando i progressi raggiunti e individuando azioni necessarie per accelerare la transizione verso un futuro più sostenibile.

Ad oggi, la Convenzione conta 198 Parti (197 Paesi più l’Unione Europea), un livello di partecipazione pressoché universale. La COP di Baku rappresenta quindi un’occasione fondamentale per fare il punto sui risultati ottenuti finora e per definire nuovi e ambiziosi obiettivi per il futuro.

La “Finance COP”

La COP29, soprannominata la “Finance COP,” vede al centro dei negoziati l’adozione di un nuovo obiettivo di finanziamento per il clima. Dopo quindici anni, i paesi rivaluteranno l’entità e la tipologia dei fondi destinati ai paesi in via di sviluppo per sostenere l’azione climatica. Questo processo porterà alla definizione di un nuovo Obiettivo Collettivo Quantificato (NCQG) per il finanziamento climatico, destinato a sostituire il precedente obiettivo annuale di 100 miliardi di dollari, stabilito nel 2009.

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Ad oggi rimangono ancora aperte questioni fondamentali circa l’ammontare e la struttura dell’obiettivo. A Baku, negoziatori e leader politici dovranno lavorare per raggiungere finalmente un accordo. Una decisione centrale sarà stabilire un valore di riferimento in dollari per il NCQG. L’attuale previsione è che l’obiettivo includerà più target per diversi flussi finanziari, come quelli di origine pubblica o privata.

Altri topic di discussione verteranno su quali paesi saranno responsabili dei finanziamenti, su una possibile preferenza per specifici strumenti finanziari (come sovvenzioni o prestiti agevolati) e sui requisiti di rendicontazione per garantire trasparenza. I negoziati saranno determinanti per stabilire se la COP29 potrà compiere progressi concreti verso gli obiettivi dell’Accordo di Parigi.

NDC: il punto sui contributi determinati a livello nazionale

La COP29 sarà un evento di fondamentale importanza per valutare la situazione climatica attuale e presentare i nuovi piani nazionali di azione contro il cambiamento climatico. Nel 2025, infatti, i paesi saranno chiamati a dichiarare i Contributi Determinati a Livello Nazionale (NDC), come previsto dall’Accordo di Parigi.

I prossimi NDC dovranno includere ambiziosi obiettivi di riduzione delle emissioni di gas serra (GHG), con target per l’intera economia entro il 2035 e traguardi ancora più stringenti per il 2030, per mantenere l’aumento delle temperature globali entro il limite di 1,5°C (2,7°F).

Per raggiungere gli obiettivi di riduzione delle emissioni, creare resilienza ai rischi climatici e garantire una transizione equa, saranno necessari cambiamenti trasformativi in ogni settore dell’economia. La COP29 rappresenterà dunque un momento di confronto decisivo, in cui i paesi dovranno annunciare e allineare i loro piani aggiornati per un’azione climatica globale più incisiva ed efficace.

Loss & Damage: è il momento di erogare i fondi

Dopo anni di trattative diplomatiche e l’istituzione formale del Fondo per le Perdite e i Danni (Loss & Damage) durante la COP27, la prossima conferenza di Baku offrirà l’opportunità di passare finalmente dalle parole ai fatti concreti.

COP29, Loss & Damage: è il momento di erogare i fondiCOP29, Loss & Damage: è il momento di erogare i fondi

Durante la COP28, il Fondo è stato attivato con l’obiettivo di fornire sostegno finanziario ai paesi in via di sviluppo che affrontano le devastanti conseguenze del cambiamento climatico. Da allora, sono stati compiuti importanti passi in avanti: le Filippine sono state scelte come sede per il consiglio del Fondo e Ibrahima Cheikh Diong è stato nominato primo direttore esecutivo.

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Ora, la presidenza della COP29 concentrerà i suoi sforzi sul concreto impiego delle risorse promesse. L’obiettivo è trasformare le centinaia di milioni di dollari già annunciati in veri e propri aiuti da distribuire rapidamente alle comunità più vulnerabili.

Alla COP28 erano già stati promessi circa 700 milioni di dollari per alimentare il Fondo. Alla prossima conferenza di Baku, però, la vera sfida sarà vedere i Paesi sviluppati annunciare ulteriori e sostanziali impegni finanziari. Solo così il Fondo potrà iniziare a dispiegare il suo pieno potenziale di sostegno alle nazioni più bisognose.

La COP29 sarà dunque il banco di prova decisivo per dimostrare che gli impegni sui Loss & Damage sono finalmente pronti a tradursi in azioni concrete.

Mukhtar Babayev ha affermato: “Questa svolta a Baku segna un passo cruciale per consentire l’azione sul cambiamento climatico. Questa è una giornata davvero storica, in preparazione da anni, che ha richiesto la determinazione di così tante persone e un’attenzione incrollabile alle esigenze di coloro che sono in prima linea nella crisi climatica. La presidenza della COP29 continuerà a cercare ulteriori impegni per il Fondo e a lavorare nel più ampio panorama di perdite e danni per garantire che si continui a costruire sui risultati storici di oggi”.

L’Articolo 6 e la creazione di un mercato del carbonio regolamentato

L’implementazione dell’Articolo 6 dell’Accordo di Parigi, che regola i mercati internazionali del carbonio, è da tempo uno dei temi più delicati e controversi nei negoziati sul clima globale. La sua concretizzazione è fondamentale per istituire meccanismi efficienti di scambio di quote di emissione a livello internazionale.

Sebbene siano stati compiuti alcuni progressi, l’attuazione di questo articolo ha subito ripetuti ritardi nelle precedenti COP.

La COP29 avrà il compito di completare una volta per tutte l’operatività dell’Articolo 6 entro quest’anno. Le norme che definiranno concretamente il funzionamento di questi mercati, regolati da standard internazionali, devono essere ancora perfezionate prima che gli scambi possano iniziare. Stabilire regole giuste ed efficaci è fondamentale per garantire che i mercati internazionali del carbonio previsti dall’Articolo 6 siano ecologicamente sostenibili e non ostacolino gli sforzi globali di riduzione delle emissioni.

Dopo il mancato accordo sulle regole dell’Articolo 6 alla COP28, i negoziatori hanno comunque compiuto alcuni passi avanti nel trovare un’intesa comune. L’organismo di sorveglianza del nuovo Paris Agreement Crediting Mechanism (PACM) ha recentemente stabilito standard chiave, ponendo le basi tecniche per l’avvio concreto degli scambi di quote di carbonio tra Paesi e diverse entità. Ora, alla COP29, si dovrà compiere il passo decisivo per trasformare questi progressi in un quadro regolatorio completo e operativo.

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