“Il turismo non è di destra né di sinistra, la squadra deve essere coesa. Ed essendo il turismo una materia concorrente dobbiamo lavorare bene con tutti i gradi delle istituzioni, dalle Regioni, al ministero ai sindaci. Io sono per lavorare in squadra“.
Quello degli affitti brevi “è un tema molto delicato e complesso. Abbiamo due pilastri da tenere insieme: uno che la proprietà privata è sacra ed è difficile a uno dire cosa deve fare a casa propria. Dall’altra combattere il sommerso e la concorrenza sleale. Noi siamo il primo governo a essere intervenuti su questo tema“.
“Non è da oggi o da due anni che abbiamo questo tipo di problema. Tanto è vero che siamo intervenuti e anziché il Cir, Codice identificativo regionale, siamo passati al Cin, il Codice identificativo nazionale che rilascia il ministero. Oggi abbiamo già superato il mezzo milione di Cin dati” ha aggiunto.
“Abbiamo detto che se uno ha una o due case e vuole aiutare il proprio reddito è giusto che abbia una tassazione di un certo tipo – ha osservato ancora – e abbiamo detto però chiaramente che ci lo fa come business, è giusto ma deve avere la stessa tassazione delle imprese commerciali. Siamo il primo governo che ci ha messo mani, poi si può fare sempre meglio. Bene, per questo confrontiamoci“.
Nell’ottica di fare squadra nel settore del turismo “domani sarà firmato il patto del turismo con noi del ministero, con tutti gli assessori del turismo e tutte le associazioni di categoria. Perché abbiamo una grande sfida. I dati del turismo dicono che il turismo impatta, in maniera diretta e indiretta, circa il 18% del Pil, e anche per il 2024, pur venendo da un 2023 meraviglioso, i dati confermano una stagione con un 2% in più e una spesa pro capite che cresce. Dobbiamo lavorare tutti nella stessa direzione e dobbiamo capire anche comportarci con le nuove tecnologie e l’Ia. Per questo ci dobbiamo confrontare” annuncia la ministra.
“La prossima settimana si terrà il G7 del turismo“, a Firenze, “e mi sembrava giusto ascoltare prima tutti gli operatori del settore e le istituzioni – ha aggiunto -. Anche il più bravo da solo non va da nessuna parte e io voglio fare squadra. E’ una delle grandissime opportunità della nazione“.
“Smettiamola con questo termine overtourism, che proprio non mi piace, è una bestemmia dire che in Italia vengono troppi turisti. L’Italia è una nazione di qualità e non di quantità. E’ una frase banale ma in pochi hanno capito. Noi siamo un piccolo puntino nel mondo e possiamo offrire solo la qualità. Non è che ci sono troppi turisti” ma “dobbiamo imparare a gestire i flussi turistici. Si può fare“.
“Bisogna fare una revisione di questa tassa di soggiorno, non per aumentarla”, ma “credo che la proporzionalità sia assolutamente una cosa giusta e sacra: non vuol dire non essere liberali, vuol dire essere di buon senso”. “Lo farò soltanto quando avrò fatto l’accordo con l’Anci, quindi con tutti i Comuni, e con le associazioni di categoria“, ha detto.
“Magari bisogna far pagare meno chi spende 70-80 euro in un albergo – ha spiegato Santanchè -, ma io non mi sentirei con la coscienza a posto se la stessa cifra la pagasse chi spendo in una suite 1.500-2.000 euro al giorno: penso che si possa pagare qualcosa di più, e non credo con questo di criminalizzare la ricchezza, che è l’esatto contrario di quello che penso io”.
Invece, ha aggiunto la ministra, “sono fortemente contraria a chi porta avanti i ticket per entrare nelle nostre città. A parte che lo trovo sbagliato come concetto, c’è un problema: è facile poter dire che si fa pagare 5 euro per entrare in città, ma poi ci vogliono i controlli e le sanzioni, perché mettere un biglietto e poi non controllarlo o non sanzionare, è un biglietto che forse porterà qualche soldo in più alle casse del Comune, ma certamente non servirà a gestire i flussi turistici”.
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