IL COMPLESSO
Nove piani che si vedono da buona parte di Favaro, con una superficie complessiva che sfiora i 6mila metri quadri per un totale di 56 appartamenti trilocali (ognuno con soggiorno e angolo cottura, due camere da letto, bagno, guardaroba e terrazza) ed un’autorimessa su due livelli con altrettanti posti auto. Il “palazzone delle Poste” è dunque qualcosa che non passa inosservato, e in pochi potevano davvero immaginare che, sfratto dopo sfratto, si era trasformato in un “condominio fantasma”.
La nuova procedura di vendita, gestita direttamente dalle Poste attraverso la sua società “Europa Gestioni Immobiliari”, prevede la presentazione delle eventuali offerte (“non inferiori a 1.250.000 euro”) entro il 16 dicembre prossimo per quello che alla fine degli anni 70 del secolo scorso venne costruito come edificio per gli “alloggi di servizio da assegnare in locazione semplice ai dipendenti del Ministero delle Poste e delle Telecomunicazioni”. Una destinazione che, progressivamente, venne trasformata esplodendo poco più di una decina di anni fa quando il palazzone diventò una specie di “casa albergo” data in gestione ad una società trevigiana, con le Poste che ne rivendicarono la piena proprietà , arrivando ad ottenere ragione con la sentenza del Tribunale di Venezia. L’immobile dovette quindi ritornare a Poste Italiane “libero da persone e cose” anche se, nel 2016, all’interno vivevano ancora circa 80 persone divise in una ventina di famiglie, anche con minori, senza riscaldamento e né acqua.
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