Il grido di dolore dei piccoli Comuni: “Così rischiamo di scomparire”. E’ Nicola Zanca, sindaco di Gaiba, 960 abitanti, a dar voce alla protesta: “La situazione – dice – è particolarmente preoccupante”. Nel mirino, la nuova manovra finanziaria che promette (o, forse, minaccia) di azzerare i fondi per i Comuni sotto quota mille residenti. Un provvedimento che si aggiungerebbe “alla spending review del luglio scorso che, tramite un decreto del ministro dell’Interno, ha previsto una riduzione di 250 milioni di euro annui, dal 2024 al 2028, con 200 milioni di euro in meno per i Comuni e 50 milioni in meno per Province e Città metropolitane”.
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Ora la nuova misura dimagrante “ritagliata” su misura per i Comuni più piccoli, e che – secondo Zanca – sottrarrà “fondi indispensabili per la spesa corrente ad anno in corso”. Il sindaco di Gaiba, infatti, lamenta come “dovremo far fronte alla riduzione progressiva dei contributi per i Comuni con meno di mille abitanti: il fondo prevedeva di supportare gli investimenti nella messa in sicurezza di scuole, strade, edifici pubblici e patrimonio comunale, l’abbattimento delle barriere architettoniche, nonché interventi di efficientamento energetico e sviluppo sostenibile.
Nel 2024 il contributo è stato ridotto da 83mila euro a 58mila euro, e la nuova manovra prevede il suo completo azzeramento nel 2025”. A questo si somma “il mancato rifinanziamento del decreto Crescita. Questo decreto, dal 2019, aveva garantito contributi vitali per progetti di manutenzione e sicurezza. Il decreto prevedeva una dotazione di 500 milioni di euro, permettendo contributi da 50mila a 250mila euro per i Comuni in base alla popolazione. Il mancato rifinanziamento priva i Comuni di risorse essenziali per la gestione e l’efficientamento delle infrastrutture locali”.
Infine bisogna fare i conti con “l’eliminazione dei fondi per il rilancio degli investimenti. Con l’abrogazione di 400 milioni di euro annui previsti per il 2025-2034 si annulla un importante strumento per interventi su edilizia pubblica, sicurezza stradale, prevenzione del dissesto idrogeologico e valorizzazione dei beni culturali”.
Il tutto in un quadro in cui, invece, proprio i piccoli Comuni – rivendica Zanca – si dimostrano “parsimoniosi nella gestione dei loro bilanci limitati. E a tamponare come possono la carenza strutturale di risorse sono gli stessi sindaci dei piccoli Comuni, che spesso sono impegnati ad affrontare sfide quotidiane che vanno al di là delle loro mansioni. Sono note alla cronaca realtà dove gli amministratori locali si prestano come autisti di scuolabus, svolgono funzioni degli uffici e ne assumono l’onore delle responsabilità, impegnano il loro tempo libero per lo sfalcio del verde pubblico e altre attività che non vengono retribuite nell’ambito dell’amministrazione del Comune e gestione della cosa pubblica per sopperire alla carenza strutturale di risorse”.
“Questi tagli della nuova legge di bilancio – conclude il sindaco di Gaiba – colpiscono duramente le amministrazioni locali, che già affrontano sfide complesse legate allo spopolamento, al degrado del territorio, impegnate ad affrontare emergenze sociali crescenti, con un aumento dei costi energetici e senza le risorse necessarie per interventi di manutenzione e riqualificazione”. L’appello è conseguente: “Auspico fortemente un impegno concreto delle forze politiche e delle associazioni che rappresentano i Comuni nei vari tavoli istituzionali, per riconsiderare le attuali misure, sostenendo il mantenimento dei fondi essenziali per la tutela dei nostri territori, già in sofferenza, e che non possono sopportare ulteriori tagli che rischiano di causare gravi conseguenze sulla cittadinanza. Sono i piccoli Comuni a fare grande l’Italia”.
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