“Il Sanzio cammina ma di sicuro non vola, come vorrebbe la narrazione favolistica di Francesco Acquaroli, secondo il quale l’incremento in sé del numero dei passeggeri dimostrerebbe la rinascita dell’Aeroporto delle Marche. Intanto, sarebbe opportuno che non solo il presidente, ma anche l’amministratore delegato D’Orsogna, fornissero una verità più completa, comprendente anche i cosiddetti “conti”.
Un aspetto non secondario per permettere ai cittadini se il Sanzio è davvero di fronte a un “Rinascimento” o piuttosto a un nuovo “Medioevo”. Perché in effetti, a ben guardare i risultati di bilancio di Ancona International AirPort Spa degli ultimi 3 anni, che il presidente ha scientemente omesso dal suo racconto, si evidenziano perdite costanti a partire dal 2021: 3 milioni e 235 mila euro, 2 milioni e 24 mila euro e 1 milione 758 mila euro. Dunque, oltre 7 milioni di euro in 3 anni che costituiscono un pesante risultato netto negativo del conto economico che, peraltro, non è aggravato dalle quote di ammortamento sospese pari a un ulteriore mezzo milione di euro che avrebbe dovuto essere contabilizzato e che non è stato fatto grazie alle agevolazioni delle norme statali post Covid ma che, nel prossimo futuro, dovranno rientrare nel bilancio”.
A dirlo è il consigliere regionale del Partito Democratico Romano Carancini.
“Detto ciò – aggiunge Carancini – passiamo a una lettura dei numeri meno superficiale e propagandistica di quella offerta da Acquaroli in consiglio regionale. Il presidente dovrebbe sapere che i dati oggettivi riguardanti le prestazioni dell’aeroporto vanno necessariamente comparati, perché la misura sull’efficienza, l’efficacia e l’economicità di questo servizio, si valutano in un contesto di concorrenza e non di monopolio come vorrebbe farci credere lui. Dunque, la domanda non è tanto quanto cresce l’Aeroporto di Marche in termini di passeggeri, bensì quanto cresce rispetto ai naturali concorrenti nell’ambito degli aeroporti vicini ad Ancona, con analoghe dimensioni e con essa concorrenti. C’è un altro fattore indispensabile da considerare nell’analisi complessiva, che è un dato costante tra tutti gli aeroporti italiani e non nel post Covid: tutti sostanzialmente crescono chi più chi meno. Poste queste premesse di metodo e considerando il 2021 come l’anno della ripartenza post Covid, diamo i numeri di chi vola davvero, confrontando Ancona con Pescara, Perugia, Rimini, nostri naturali concorrenti. Ancona, dal 2021 a settembre 2024, cresce in termini di passeggeri del 183,1% passando da 241.242 a 468.983 passeggeri. Pescara, nello stesso periodo, cresce del 225,4% passando da 381.241 a 671.701. Perugia cresce del 284,3% passando da 144.939 a 426.982. Infine Rimini cresce del 297,5% da 66.727 a 273.562. Evidentemente la sentenza è piuttosto negativa in termini di passeggeri per il Sanzio”.
“Da un lato – spiega il consigliere del Pd – si aggrava il nostro distacco da chi ci era davanti nel 2021 (Pescara) con circa meno 140.000 passeggeri, mentre oggi siamo a meno 202.000 passeggeri circa. Ma soprattutto, d’altro canto, chi ci stava dietro nel 2021, come Perugia, ora si avvicina sensibilmente: da meno 96.000 passeggeri nel 2021 oggi tallona Ancona con meno 42.000. Resta Rimini che, seppur aumenta dal 2021 il distacco da Ancona da 174.000 passeggeri circa a 195.000, comunque ha una progressione di crescita (+ 297,5%) notevolmente superiore rispetto all’aeroporto marchigiano (+183,1%). Aggiungo che fanno francamente “tenerezza” le recenti dichiarazioni di D’Orsogna, il quale per dimostrare i buoni risultati confronta il + 18,4% del 2024 di Ancona – certamente positivo – con il – 4,4% di Pescara. Un manager autorevole come lui non sarebbe dovuto cadere nel tranello della doverosa “difesa politica”, ma avrebbe fatto meglio a restare un professionista il cui compito è quello di fornire un quadro rappresentativo della realtà. Per esempio lo avrebbe potuto fare citando come, sempre nel 2024, l’Aeroporto di Perugia cresca dell’87,6% mentre Ancona, come detto, del 18,4%. E avrebbe potuto aggiungere che anche nel 2023 Ancona è cresciuta sì del 10,8%, ma Pescara del 21,9% e Perugia addirittura del 154,7%”.
“In questo quadro – conclude Carancini – ben diverso da quello magnificato da Acquaroli e dal centrodestra marchigiano, non dimentichiamo la vicenda Aeroitalia, che ha abbandonato le Marche sui voli di continuità, le opacità di Francesco Acquaroli con Atim e il suo plenipotenziario Bruschini, le azioni giudiziali pendenti, la mancata sostituzione stabile, a oggi, della stessa Aeroitalia con un altro vettore. Zavorre pesanti sulla credibilità politica di Francesco Acquaroli e del suo governo regionale che purtroppo si riflettono sul nostro scalo. Le complessità inerenti l’Aeroporto delle Marche non possono essere affrontate con semplicistiche dichiarazioni estemporanee, urge una seria politica”.
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