Nel 2023, in Italia il personale addetto alla riparazione automobilistica ha superano quota 0,2 milioni. È un tecnico riparatore 1 addetto della filiera su 3. Eppure, i meccanici sono tra i professionisti più difficili da reperire. Il settore soffre di poche nuove leve e di un turnover molto elevato. Ecco perché gli istituti tecnici possono rivelarsi una risorsa preziosa per i concessionari.
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I giovani vogliono ancora lavorare in officina?
Il mestiere del meccanico, carrozzeria o, in generale, il lavoro in officina – bisogna essere sinceri – è spesso considerato un ripiego. Qualcosa cui approda chi non ha voglia di studiare. Eppure, i giovani appassionati di automotive sono molti, e molti sono coloro che trarrebbero grande soddisfazione nello sporcarsi le mani su una quattro ruote.
Ciò che oggi si rende necessario, spiega Valentina Soncini, preside della Tech School di Monza, è “sfatare i pregiudizi, dei ragazzi e delle famiglie. Far comprendere che c’è un futuro di qualità, di soddisfazione professionale ed economica”. Obiettivi che si possono facilmente raggiungere tramite la collaborazione tra gli istituti tecnici superiori e le aziende. Se i concessionari e i loro tecnici di officina arrivano in classe a mostrare il lato stimolante del lavoro, saranno di certo numerosi gli studenti che li prenderanno ad esempio.
L’impegno delle case auto
Al di là della motivazione, nelle scuole italiane vi è qualche difficoltà di aggiornamento. Il lavoro del meccanico è una professione pratica, che richiede di aggiornamenti continui e di strumenti di ultima tecnologia. “Sono le aziende che devono informare le scuole su quella che è la formazione adeguata e necessaria oggi” prosegue la dirigente scolastica Soncini.
Mentre il professore Gregoretto, dell’IPSIA Bernardi di Padova sottolinea come la maggior parte degli istituti sia “scoperto sull’auto elettrificata. Vi è forte necessità di collaborazione con attori esterni, a noi ad esempio servirebbe una vettura ibrida per far esercitare i ragazzi”.
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Alcune case auto hanno accolto l’appello e mettono a disposizione delle scuole le loro vetture, offrendo inoltre agli studenti la possibilità di effettuare presso le loro officine l’alternanza scuola lavoro. Toyota Tech School Program, collabora con 28 istituti in tutta Italia, per un totale di 2.500 studenti. E l’obiettivo è quello di associare, entro il 2026, una scuola a ogni concessionaria della rete. Allo stesso modo, anche Kia ha instaurato una partnership con 9 scuole, organizzando ogni anno una competizione per premiare gli allievi più meritevoli.
Il caso Brandini Academy
C’è chi, invece, la scuola l’ha creata da sé. È il caso della Brandini Academy, istituita dal noto dealer per sopperire alla carenza di nuova professionalità. Si è trattato, ci ha spiegato Giulio Marri, Responsabile Aftersales, di un percorso formativo remunerato, dedicato ai giovani tra i 20 e i 25 anni, senza necessità di alcuna esperienza pregressa se non di tanta passione e voglia di mettersi in gioco.
I tre mesi di lezioni – cominciate dalle basi – sono proseguiti con un’alternanza settimanale tra lezioni teoriche frontali, formazione pratica e affiancamento in officina. Dei 16 studenti che hanno partecipato al corso, 12 sono oggi assunti da Brandini. Iniziativa che, ha confermato Marri, ha portato all’ingresso in azienda di nuovi profili in un tempo breve e ad un costo minore, seppur l’Academy abbia richiesto un enorme sforzo organizzativo.
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