(di Michele Galvan)
C’è un motivo – e ci sono i dati –
a spiegare perchè l’industria turistica italiana si prepara ad
un ‘cambio di pelle’, dall’overtourism delle destinazioni
classiche – spiagge e città d’arte – ad un turismo slow, di
scoperta dei territori, i borghi, delle mete meno conosciute:
nel Paese – dice un rapporto elaborato da Teha (Rpt. Teha) Group
su dati Istat – il 75% dei visitatori si concentra nel 4% della
superficie nazionale. Venezia, ad esempio, pur costituendo lo
0,1% della superficie italiana, accoglie il 12% dei turisti nel
Paese. Ecco perchè, si sostiene nel rapporto, è auspicabile
trasformare l’Italia in “un ecosistema turistico smart,
sostenibile e inclusivo, che valorizzi l’autenticità del
territorio, le tradizioni culturali e il patrimonio naturale”.
Il turismo sostenibile. E la strada è quella di “promuovere
l’innovazione digitale, che favorisca un turismo responsabile,
rispettoso e destagionalizzato”.
Di questi temi si è discusso a Cison di Valmarino (Treviso)
in occasione del secondo Forum nazionale sul Turismo sostenibile
e i siti patrimonio dell’Umanità, promosso da The European House
Ambrosetti, e ospitato dalla Regione Veneto e dall’Associazione
di tutela delle Colline Unesco di Conegliano e Valdobbiadene. Il
rapporto indaga le radici e le nuove tendenze del turismo
sostenibile, indicando alcuni messaggi chiave rispetto alle
sfide di uno scenario di estrema incertezza: il cambiamento
climatico, le tensioni geopolitiche, il rimbalzo inflattivo
delle attività turistiche, l’overtourism, la ricerca di mete
meno costose.
Il fattore climatico: nel 2024 il numero di turisti stranieri
in visita ai siti Unesco italiani nei mesi estivi si è ridotto
del -25%. Inoltre, il cambiamento climatico sta provocando
mutamenti nelle destinazioni e nella stagionalità turistica e
minaccia le attrazioni naturali. Secondo i dati censiti da Enit,
oltre il 51% dei turisti è influenzato dal cambiamento climatico
nella scelta delle mete di vacanza.
Con quasi 450 milioni di presenze annuali, l’Italia è la terza
meta più visitata in nell’Ue a 27, ed è al quarto posto per
arrivi. Nonostante l’annus horribilis, 2020, dovuto al Covid, il
turismo si è risollevato e nel 2023 ha superato i livelli
pre-pandemici: 447 milioni di presenze turistiche, terzo Paese
nell’Ue a 27 dopo Spagna e Francia., e al quarto posto per gli
arrivi, 134 milioni.
Il rapporto analizza il settore secondo 5 macrotipologie:
turismo culturale e paesaggistico, enogastronomico, balneare e
costiero, sportivo e outdoor e turismo degli eventi sportivi e
culturali. Per cultura e paesaggio l’Italia è il primo Paese al
mondo per numero di siti Unesco (60), tra cui 8 Paesaggi
culturali, 6 siti naturali.
Il Turismo sostenibile: per il triennio 2023-2025 il Ministero
del Turismo ha previsto due fondi legati al turismo sostenibile;
quello per i piccoli comuni a vocazione turistica (34 milioni di
euro) e il fondo per il turismo sostenibile (25 mln). La parte
più consistente, però, 144 miliardi entro il 2026, è il piano
“Digital and Sustainable Tourism Hub” per creare una piattaforma
web che valorizzi e integri l’offerta dell’intero ecosistema.
Il rapporto, infine, analizza il matching tra domanda e offerta
turistica a livello regionale: Veneto, Friuli Venezia Giulia,
Marche, Basilicata e Sicilia sono le 5 regioni caratterizzate da
un buon livello di matching domanda- offerta. L’eccesso di
offerta, invece, riguarda solo Molise e Umbria. Il Nord Italia
ha un problema di eccesso di domanda per il turismo culturale,
il Sud Italia per il turismo balneare.
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