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Durante il seguitissimo faccia a faccia fra Donald Trump e Kamala Harris in vista delle presidenziali americane, รจ stato affascinante osservare come non sia emerso il dossier piรน importante e strategico per il loro Paese: la difesa di Taiwan e la tenuta dellโIndo-Pacifico. Niente, neanche un accenno se si escludono vaghe menzioni sulla Cina. Eppure gli apparati, i veri decisori delle questioni nazionali, pongono il quadrante asiaticoย in cima alla lista delle prioritร e delle preoccupazioni di Washington.
La motivazione principale รจ la massiccia presenza statunitense nel braccio di mare antistante la costa cinese. LโAquila sa bene che il Dragone non รจ ancora forte abbastanza da riprendersi lโex Isola di Formosa, figurarsi proiettarsi in mare aperto una volta superato lโostacolo. Per lo stesso motivo gli Usa non vogliono una Russia sconfitta in Ucraina, in quanto finirebbe preda dellโimpero vicino rafforzandolo in vista della sfida finale. Ma Pechino ha in serbo un piano preciso che va oltre la potenza militare e la forza. Un piano che, proprio per queste sue caratteristiche, preoccupa gli egemoni globali.
Ecco come e quando la Cina vuole riprendersi Taiwan
Secondo lโultimo Reagan National Defense Survey, quasi tre americani su quattro sono preoccupati per una potenziale invasione cinese di Taiwan. Timore che ha contagiato anche una parte degli apparati, i quali hanno previsto uno scenario di attacco da parte della Cina entro il 2027. Pechino vuole riprendersi Taiwan entro il 2049, in occasione del centenario dalla fondazione della Repubblica Popolare. Il presidente Xi Jinping lo ribadisce a gran voce ogni volta che ne ha occasione. Per riuscirci, il gigante asiatico deve scalzare lโestrema difesa messa in piedi dagli egemoni Stati Uniti, il cui strapotere รจ plasticamente evidente nella militarizzazione dello Stretto di Formosa. Ma la via delle armi e dello sbarco anfibio รจ da scartare, lโisola รจ davvero un fortino. Anche se dovesse miracolosamente espugnarla, Pechino dovrebbe poi affrontare con maggiore forza lโaltra catena di isole satelliti degli Usa che circondano lโarea e impediscono al Dragone di guadagnare il mare: dalle Filippine al Giappone, fino allโAustralia. Un quadrante apparentemente bloccato, sotto il saldo controllo di Washington.
Eppure la Cina pensa davvero di riuscire nellโimpresa di riannettere a sรฉ โlโaltra Cinaโ. Come? Non con il fuoco, ma con il cyber power. Come ha evidenziato la testata Politico, la Repubblica Popolare escluderebbe lo scenario di unโinvasione, che anzi sarebbe percepito come una mossa disperata, un fallimento strategico. La Cina non รจ attualmente in grado di dominare neanche il proprio continente con la forza militare, figurarsi sconfiggere la prima potenza del pianeta. Al contrario, la competizione nel settore della cyberwarfare (guerra cibernetica) รจ piรน aperta che mai, nonostante internet e la galassia social siano emanazione e creatura della nazione americana. La strategia di Pechino prevede di isolare, indebolire e infine assorbire Taiwan proprio attraverso il cosiddetto cyber power agendo in vari ambiti: politico, militare ed economico.
Pechino orchestra operazioni di intelligence e influenza online per erodere la fiducia nel governo di Taiwan. Conduce attivitร di spionaggio e disinformazione per esporre le difese dellโisola e seminare dubbi sulla capacitร di mantenere segreti condivisi con governi stranieri. Utilizza controlli e censura sul web per fare pressione sulle aziende straniere affinchรฉ affermino che Taiwan รจ parte della Repubblica Popolare. Non solo: il Dragone si insinua nei sistemi informatici che supportano le industrie infrastrutturali critiche degli Stati Uniti, nel tentativo di minare la partnership di sicurezza offerta allโex Isola di Formosa.
Il vero obiettivo della Cina รจ lโAmerica: quali rischi corrono gli Usa
Lโirruzione cinese nei sistemi infrastrutturali critici degli Stati Uniti rappresenta un pericolo immediato per Washington e rivela quanto lontano Pechino possa spingersi prima di arrivare al conflitto armato per raggiungere i suoi obiettivi. Le incursioni informatiche, perpetrate dal gruppo di hacker Volt Typhoon, mettono a rischio di interruzione settori cruciali come quello idrico, dellโelettricitร e delle comunicazioni. In caso di una futura crisi che coinvolga Taiwan, la Repubblica Popolare potrebbe trasformare in unโarma questa sua capacitร di penetrazione โa distanzaโ nel tentativo di scoraggiare lโintervento diretto degli Usa nellโIndo-Pacifico.
La Cybersecurity and Infrastructure Security Agency, la National Security Agency, lโFbi e altre entitร statunitensi e internazionali hanno pubblicato un programma congiunto allโinizio del 2024, avvisando i leader delle infrastrutture critiche del โrischio urgenteโ rappresentato da Volt Typhoon e fornendo indicazioni su misure di protezione specifiche. Eppure Washington ha ancora molto lavoro da fare. Secondo gli analisti, il governo federale deve collaborare a fondo con queste aziende per una risposta nazionale coesa ed efficace. Altrimenti il timore รจ che i cinesi trovino una falla, anche una sola, per colpire al cuore lโAmerica.
In che modo gli Stati Uniti possono evitare il pericolo cinese
Secondo Brad Medairy, dirigente del National Cyber Security Center, per gestire meglio i rischi legati alla Cina apparati e grandi imprenditori dovrebbero in primis condurre wargame che prevedano una competizione senza guerra. Si tratta di simulazioni computerizzate di situazioni di conflitto, proprio come quelle dei videogiochi usati dagli adolescenti. I wargame specializzati possono replicare lโapproccio cinese nellโerodere in maniera subdola le posizioni strategiche di Taiwan e degli Stati Uniti senza innescare un conflitto armato. Al contempo, dovrebbero essere sviluppati anche wargame attorno agli scenari di crisi che potrebbero scatenarsi di conseguenza.
In secondo luogo, le organizzazioni nei settori pubblico e privato dovrebbero aumentare i costi e gli ostacoli per gli โavversari informaticiโ. Il governo degli Stati Uniti puรฒ definire chiaramente quali sono considerate โattivitร informatiche inaccettabiliโ, come ad esempio prendere di mira le infrastrutture critiche civili, e imporre sistematicamente costi strategici per le trasgressioni. Sia le agenzie federali sia le aziende possono modernizzare in tal senso le loro cyber difese, applicando una mentalitร di โfiducia zeroโ per rendere piรน difficile lโoffensiva online degli aggressori.
In linea generale, il diktat che circola negli alti ambienti statunitensi รจ che le azioni della Cina devono essere contrastate a ogni livello. Ciรฒ comporta lo sviluppo di tattiche per individuare e contrastare gli sforzi di Pechino per influenzare Taiwan, gli Stati Uniti e i principali attori e alleati globali in merito allโannunciata โriunificazioneโ delle โdue Cineโ. Come? Utilizzando lโIntelligenza Artificiale e coinvolgendo ad esempio realtร informatiche come Disarm, che forniscono un linguaggio comune per i difensori nella lotta alla disinformazione. Nellโintento comune di dare la caccia, rilevare, identificare, valutare e neutralizzare le campagne di manipolazione e interferenza delle informazioni.
Infine, gli Usa dovrebbero rafforzare le capacitร informatiche dei partner indo-pacifici che svolgono un ruolo cruciale nel resistere ai tentativi della Cina di spostare lโequilibrio di potere della regione. Supportare alleati o, meglio, satelliti in questo modo รจ un passo decisivo per mantenere la deterrenza integrata nellโarea, indispensabile per impedire la proiezione del Dragone oltre la sua costa.
Lโalternativa cinese allโinvasione di Taiwan: la quarantena
La promessa cinese di volersi riprendere Taiwan ha spinto analisti e strateghi militari americani a concentrarsi su due scenari principali: lโinvasione su vasta scala, come detto, o il blocco militare dellโisola. Un think tank di Washington, il Center for Strategic and International Studies (Csis), sostiene perรฒ che esiste una terza via: la quarantena. Utilizzando tattiche da โzona grigiaโ โ e cioรจ operazioni appena al di sotto di quelle che potrebbero essere considerate azioni di guerra โ la Guardia costiera cinese, la sua milizia marittima e varie agenzie di polizia e sicurezza potrebbero avviare una quarantena totale o parziale di Taiwan. Eventualmente interrompendo lโaccesso ai porti e bloccando forniture strategiche come quelle energetiche di raggiungere i 23 milioni di abitanti dellโisola.
Le componenti navali, aeree e terrestri dellโEsercito Popolare di Liberazione cinese, la piรน grande forza militare del mondo, potrebbero svolgere ruoli ausiliari e di supporto, hanno osservato gli esperti del Csis. Pechino โha aumentato significativamente la pressione su Taiwan negli ultimi anni, alimentando i timori che le tensioni possano sfociare in un conflitto vero e proprio. ร stata prestata molta attenzione alla minaccia di unโinvasione, ma Pechino ha delle opzioni oltre allโinvasione per costringere, punire o annettere Taiwanโ, si legge nel rapporto.
Lo scenario della quarantena germina da una considerazione tecnica: la Guardia costiera cinese, come la maggior parte delle guardie costiere del mondo, รจ considerata unโagenzia di polizia. Ciรฒ significa che puรฒ fermare e regolare la navigazione intorno allโisola in quella che viene definita una quarantena, che differisce dal cosiddetto blocco. โUna quarantena รจ unโoperazione condotta dalle forze dellโordine per controllare il traffico marittimo o aereo allโinterno di unโarea specifica, mentre un blocco รจ principalmente di natura militareโ, afferma il Csis. Il diritto internazionale considera il blocco militare un atto di guerra, ma la quarantena no. Una tattica di questo tipo metterebbe dunque gli Stati Uniti in una posizione molto complicata. Ma se navi o aerei militari di Washington intervenissero in quella che la Cina definisce unโoperazione di contrasto, gli Stati Uniti potrebbero essere considerati come coloro che hanno avviato ostilitร militari.
Taiwan รจ una fortezza
Al netto di tutto, gli Stati maggiori di Cina e Usa fanno quello per cui sono nati: preparare la prossima guerra. Riprendendo le parole dellโanalista geopolitico Phillip Orchard, Taiwan non รจ lโUcraina. A prima vista la situazione dei Paesi appare molto simile: entrambi territori strategicamente cruciali, la cui sovranitร nazionale e territoriale รจ messa in discussione da un impero confinante, col quale condivide aspetti culturali ed etnici ma dal quale prende le distanze in favore dellโOccidente a guida statunitense. Eppure non potrebbero essere piรน diverse.
Per cominciare, Taiwan appare come una fortezza naturale inespugnabile a chiunque provi a invaderla via mare. A differenza dellโUcraina, geograficamente e storicamente terra di invasioni da parte di eserciti stranieri che sono entrati come lame nel burro nella piana sarmatica, senza trovare ostacoli orografici. Estesa su una superficie di circa 36mila chilometri (una volta e mezzo la Sardegna, per intenderci), Taiwan presenta solo due aeree pianamente pianeggianti: la piรน estesa (450 chilometri circa) รจ sul lato occidentale, prospicente alla Repubblica Popolare Cinese, e va dalla capitale Taipei fino quasi allโestremo sud dellโisola; lโaltra, molto meno estesa (30 chilometri), si snoda sul lato nord-orientale nella hisien (โconteaโ) di Yilan. Le difese dellโex isola di Formosa scoraggerebbero qualunque aspirante conquistatore, grazie a un mix di fattori geografici e militari:
- le acque troppo poco profonde (in media 70 metri) impediscono unโazione su vasta scala dei sottomarini cinesi, soprattutto nella parte occidentale, nelle quali i taiwanesi possono posizionare migliaia di mine;
- il potenziamento dellโesercito โdi casaโ grazie a un aumento del budget militare di ulteriori 8,6 miliardi di dollari a inizio 2022;
- la presenza di fortificazioni e di basi aeree e navali nei pressi dei principali porti e aeroporti e dei grandi centri geopolitici;
- la dotazione taiwanese di centinaia di aerei, sistemi antiaereo e antinave di ultima generazione, fra cui i missili Harpoon a lunga gittata, impiegabili sia da bordo che da batterie costiere e la cui portata permette di coprire tutta lโarea dello stretto.
Lโisola รจ inserita inoltre in un fronte, quello indo-pacifico, ben piรน strategico per gli Stati Uniti rispetto ai teatri europei. Una โportaerei inaffondabileโ, un โporcospinoโ militare. La Cina ne รจ consapevole e tenta di stringere la presa sul Mar Cinese Meridionale, in unโarea marittima tra le piรน contese al mondo. Il coinvolgimento โlateraleโ degli Usa in Ucraina, con lโinvio di armi e addestratori sul campo, non ha nulla a che vedere con quello โdirettoโ che invece assumerebbero per difendere lโIsola Bella da un eventuale attacco dalla Cina continentale. Coinvolgimento che si รจ dipanato, soprattutto negli ultimi anni, anche con il sostegno al riarmo di Taipei, che ha potenziato arsenale e tattica per scoraggiare ed eventualmente respingere lโesercito della Repubblica Popolare.
La guerra fra Usa e Cina per Taiwan รจ vicina?
La pista dello scontro militare fra Occidente e Cina resta comunque lo scenario piรน probabile e preoccupante nelle acque di Taiwan. A fine luglio ha preso il via la seconda fase delle esercitazioni militari annuali โHan Kuangโ, le piรน massicce che coinvolgono le difese dellโisola. Una mossa scenografica il piรน delle volte, per rimarcare proprio in faccia alla Cina la potenza della rete di alleanze americane nellโIndo-Pacifico. Eppure questโanno le simulazioni non sono apparse come la solita routine. Dopo decenni di sostanziale spettacolo, le ultime esercitazioni sono state effettuate per avvicinarsi il piรน possibile a un combattimento reale, simulando ad esempio la risposta a fuoco vivo a un attacco cinese. Giร durante la prima fase, tenutasi dal 15 al 19 maggio, i militari coinvolti hanno utilizzato la piattaforma Jtls (Joint Theater Level Simulation) per mettere alla prova le tattiche di controffensiva.
A Taiwan come negli Usa, classe politica e popolazione avvertono che la competizione con la Cina sta entrando in una fase caldissima. Se dovesse deflagrare in un momento storico in cui lโAmerica รจ stanca e sovraesposta su troppi fronti, dallโUcraina al Medio Oriente, si scatenerebbe la tempesta perfetta. I nemici di Washington potrebbero approfittare militarmente proprio di questa situazione di forte instabilitร globale, come in sostanza giร stanno facendo al netto delle opposte strategie a lungo termine.
non come unโinvasione armata, ma attraverso una competizione al di sotto della soglia del conflitto armato. Le strategie informatiche di Pechino rappresentano un rischio globale inaccettabile. Mantenere aperte le linee di comunicazione con la Repubblica Popolare รจ fondamentale. I passi che i leader intraprendono oggi possono aiutare a mantenere la pace e la stabilitร attraverso lo Stretto di Taiwan, salvaguardare la democrazia di Taiwan e ridurre al minimo il rischio di una crisi.
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