La cosca dopo diversi blitz riuscì a riprendere il controllo di corso Indipendenza a San Berillo nuovo
La pena più dura è per Christian Nicola Parisi. E cioè 20 anni. Non hanno avuto un peso, quindi, le dichiarazioni spontanee dell’imputato che ha anche confessato un tentato omicidio, come raccontato da La Sicilia. Oggi il gup Luigi Barone ha letto il dispositivo della sentenza del processo abbreviato dell’inchiesta Zeus, che due anni fa diede un colpo di scure al clan dei Cursoti-Milanesi.
La cosca dopo diversi blitz riuscì a riprendere il controllo di corso Indipendenza a San Berillo nuovo. Soprattutto per lo spaccio di droga, ma anche per alcune estorsioni. La squadra mobile, sotto il coordinamento delle pm Assunta Musella e Tiziana Laudani e dell’aggiunto Ignazio Fonzo, riuscì a documentare anche le fibrillazioni tra le due frange dell’organizzazione mafiosa creata dal defunto Jimmy Miano. Lo scontro di potere riguardava il gruppo che sarebbe capeggiato dai fratelli Francesco e Carmelo Di Stefano (che però è nel processo ordinario), figli dello storico capoclan Gaetano inteso “Tano sventra”, ed il gruppo che sarebbe riconducibile a Rosario Pitarà inteso “u furasteri”, quest’ultimo poi deceduto nel 2020.
Furono cristallizzati diversi momenti di fibrillazione interna al clan dopo l’ascesa criminale di Carmelo Di Stefano (aiutato da Natale Gurreri e Giuseppe Piterà) ai danni del gruppo storico facente capo a Pitarà, sfociati in una serie di sparatorie. Parisi, “u scinziatu”, agendo sotto l’egida dell’anziano Pitarà, “u furasteri”, si sarebbe contrapposto a sua volta ai Di Stefano per il controllo dell’organizzazione e delle “piazze di spaccio” del quartiere San Berillo Nuovo. Nelle indagini furono coinvolti anche soldati dei Cappello-Bonaccorsi, che avrebbero partecipato ad alcuni summit seguiti dai poliziotti.
Il gup Luigi Barone ha emesso pene che, ad eccezione dei 20 a Parisi, vanno dai 6 mesi agli 11 anni. Molte le condanne a titolo di continuazione. E ci sono anche delle assoluzioni, sia parziali che totali.
Tutte le pene
Le condanne: Lorenzo Arcidiacono 10 anni, Giuseppe Agatino Ardizzone 5 anni e 30mila euro, Andrea D’Ambra 10 anni, Massimiliano D’Ambra 10 anni e 8 mesi, Carmelo Fazio 11 anni 1 mese e 10 giorni, Orazio Garufo 7 anni, Antonino Garozzo 4 anni e 8 mesi e 28mila euro di multa (pena totale con altre sentenze), Natale Gurreri 11 anni e 4 mesi, Vincenzo Iuorio 6 mesi (a titolo di aumento con altre sentenze), Giuseppe Licciardello 1 anno e 10 mesi (a titolo di continuazione), Pietro Licciardello 11 anni, Christian Lorenzo Monaco 1 anno, Manuel Salvatore Monaco 9 anni e 8 mesi, Christian Nicola Parisi 20 anni, Pasquale Pignataro 7 anni e 32mila euro, Giuseppe Gabriele Pitarà 1 anno e 10 mesi (a titolo di continuazione), Giuseppe Pitarà 10 anni e 10 mesi, Giuseppe Platania 7 anni e 32.000 euro, Angelo Ragusa 10 anni, Pietro Antonio Santonocito 2 anni e 4.000 euro di reclusione (pena sospesa), Gennaro Antonio Sautto 1 anno e 10 mesi, Filippo Scaglione 10 anni, Luigi Scuderi 6 anni 8 mesi e 28mila euro di multa (compresa altra sentenza), Fabio Setteducati 10 anni (compresa altra sentenza), Carmelo Zappalà 11 anni, 1 anno e 10 giorni,
I collaboratori Martino, Michael e Ninni Sanfilippo a 3 anni,
Assolti Lorenzo Ferlito, Salvatore Francesco De Luca e Giuseppe Danilo Tropeaassoluzione parziale invece per Iourio, Giuseppe Licciardello, Pignataro, Sautto e Scaglione.
Disposta la scarcerazione per De Luca, Gabriele Pitarà e Sautto se non detenuti per altra causa.
Le motivazioni della sentenza saranno depositate tra 90 giorniCOPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA
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