“Il sito archeologico di Villa Faragola è un caso unico nel suo genere, non solo per la spettacolarità e l’importanza delle testimonianze che presenta, ma anche per i lavori di restauro e conservazione messa in campo in questi anni: non ci sono stati, prima d’ora, altri esempi di intervento post-incendio di tale portata”.
La Soprintendente Anita Guarnieri pone subito l’accento “sul lavoro straordinario, lungo e complesso” messo in campo per recuperare i marmi e i mosaici di Villa Faragola, il sito archeologico di Ascoli Satriano devastato da un incendio divampato nella notte tra il 6 e il 7 settembre di 7 anni fa.
I lavori di recupero e restauro sono terminati nella giornata di ieri e il ‘cantiere’ è stato eccezionalmente aperto alla cittadinanza per fare il punto della situazione e ‘raccontare’ questo percorso di rinascita, lento ma inesorabile. “Ieri è stata una giornata importante perché, di fatto, abbiamo concluso i lavori di restauro dei marmi e mosaici della Villa di Faragola. Si tratta di lavori appaltati nell’ambito di un finanziamento Cis Capitanata di 3milioni di euro, gestito come stazione appaltante dal Comune di Ascoli Satriano, per i quali la Soprintendenza ha autorizzato e condotto l’alta sorveglianza”, ha puntualizzato Guarnieri.
Video: le immagini del rogo di Faragola
L’apertura definitiva del sito è prevista ad aprile del prossimo anno: “Entro quella data, dovranno essere completate le coperture, progettate dal prof. Luigi Franciosini. Il lavoro portato avanti in questi mesi – l’avvio del cantiere risale al settembre scorso – è stato importante e molto complesso, perché la pavimentazione della Cenatio, ma anche i mosaici della Palestra, erano stati molto compromessi”, continua.
“Il materiale si era ‘cotto’, la preesistente copertura crollata e avvolta dalle fiamme aveva creato una cappa rovente che ha ‘bruciato’ i materiali, ovvero marmi meravigliosi che hanno perso colori e dimensioni originarie, dilatandosi a dismisura (in alcuni punti sono chiaramente visibili delle ‘creste’ eccedenti). E’ stato complicatissimo ricomporre – proprio come in un puzzle – la conformazione originaria di questa meravigliosa pavimentazione”.
Sulla scorta di indagini diagnostiche, quindi, i restauratori hanno ricomposto la pavimentazione facendo un lavoro di sintesi e cercando di ridare la ‘complanarità’ della pavimentazione che era ‘scoppiata’ per le alte temperature sprigionatesi nell’incendio. “In alcuni punti – aggiunge – si è voluto mantenere il segno di questa trasformazione del materiale perché, di fatto, anche l’incendio del 2017 è, purtroppo, entrato a far parte della storia di quel sito e questo restauro ne racconta un pezzo di storia”.
I lavori sono iniziati a settembre dello scorso anno. All’opera una squadra di restauratori nutrita e competente, supportata anche dalle valutazioni condotte dall’Istituto Centrale del Restauro di Roma e dalla memoria storica della restauratrice Martinelli che, aveva lavorato nelle precedenti campagne di restauro, conosceva perfettamente le condizioni pregresse dei marmi.
Prossima tappa, quindi, ad aprile 2025 per la chiusura definitiva del cantiere: “Poi andranno messe in campo una serie di azioni finalizzata alla gestione del sito, per il quale la Soprintendenza vorrà lavorare in maniera sinergica con il Comune di Ascoli Satriano ma anche con quelli limitrofi per una offerta culturale integrata”, conclude. A raccontare la storia di questa rinascita, insieme alla Soprintendente Anita Guarnieri e al sindaco Vincenzo Sarcone, sono stati i restauratori e i progettisti dell’opera: l’architetto Luigi Franciosini e il collega Valerio Borzacchini e le restauratrici Antonella Martinelli e Carla Tomasi.
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