ANCONA – Una cliente che ha riportato indietro un casco da cambiare ha fatto drizzare le antenne ai titolari di un negozio di ricambi e accessori per moto, alla Baraccola, perché alla donna non era stato fatto lo scontrino dell’acquisto. Come mai? Da lì è partito un accertamento interno, è stato fatto un inventario in magazzino scoprendo che mancava diverse merce per un valore di 66mila euro. Caschi, bauletti e altri accessori che non risultavano pero all’incasso fiscale. I sospetti sono caduti su tre commessi, assunti da poco. Uno di loro si sarebbe tradito in una registrazione fatta un po’ con l’inganno dalla proprietà che a giro ha messo sotto torchio tutti. Sono state fatte le denunce e i tre commessi, poi licenziati in tronco, sono finiti a processo per appropriazione indebita davanti alla giudice Maria Elena Cola.
Sarebbero riusciti, nell’arco di un anno, tra il 2021 e il 2022, a mettere le mani sulla merce probabilmente vendendola sotto banco e intascandosi il denaro. Questa l’ipotesi della procura che sara tutta da dimostrare. Sono un 33enne maceratese e un 30enne e una 44enne anconetani. Ieri è stato aperto il dibattimento in tribunale e la società che fa capo al punto vendita si è costituita parte civile e chiede come risarcimento danni la cifra calcolata per il materiale mancate, circa 66mila euro. Gli imputati respingono le accuse e dimostreranno la propria innocenza nel processo. Sono difesi dagli avvocati Antonella Devoli, Maurizio Ballarini e Roberto Regni. Prossima udienza il 5 marzo per sentire i primi testimoni.
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link