VIGILI DEL FUOCO Come affrontare nel modo migliore il rischio idrogeologico e idraulico, e quali sono le strategie più adatte per procedere all’allertamento della popolazione e gestire al meglio la fase tecnico-operativa in caso di calamità prodotte dal maltempo? Saremmo stati in grado di gestire un’emergenza simile a quella dell’Emilia Romagna?
Di questo si è parlato giovedì 10 ottobre a Cuneo nella sede del Comando provinciale dei Vigili del fuoco durante l’evento organizzato in occasione della Settimana nazionale della Protezione civile. L’incontro, che ha visto la presenza del prefetto di Cuneo Mariano Savastano, della sindaca Patrizia Manassero, del comandante provinciale dei Vigili del fuoco Corrado Romano, di Gianluca Berardi e Giorgio Giraudo della Protezione civile, è stato l’occasione per osservare nei particolari i mezzi e le attrezzature in dotazione alla colonna mobile dei Pompieri cuneesi che si attiva in caso di eventi di particolare gravità ambientale dove è necessario prestare soccorso alla popolazione civile.
Nel suo intervento il prefetto ha ribadito la necessità di dare impulso all’attività di prevenzione, di studio delle criticità e delle vulnerabilità del territorio e di allestimento di adeguati piani operativi che, in caso di necessità, possano rapidamente tradursi in azioni concrete e mirate nell’affrontare ogni tipo di scenario emergenziale.
«È fondamentale», ha sottolineato il prefetto Savastano, «che siano elaborate in sede locale procedure d’intervento adeguate e che queste siano costantemente testate e aggiornate agli standard tecnici e tecnologici».
Ha proseguito: «È necessario creare una cultura di Protezione civile anche tra la popolazione. È fondamentale, per questo, il ruolo dei sindaci per informare dei rischi e coinvolgere la popolazione in un meccanismo di prevenzione primaria che, attraverso una comunicazione adeguata, crei la consapevolezza di cosa fare o non fare, per esempio, in caso di maltempo improvviso o precipitazioni che possono alterare il tempo di corrivazione dei corsi d’acqua. Il passo successivo, nell’ambito di un concetto di protezione civile policentrica, sarà quello di attivare i Com (Centro operativo misto), che in provincia di Cuneo sono undici e i Centri di coordinamento dei soccorsi (Ccs)».
L’incontro, al quale hanno partecipato numerosi sindaci della Granda, è stata inoltre l’occasione per confrontare la situazione attuale con quella della rovinosa alluvione che nel novembre del 1994 portò distruzione e morte lungo tutta l’asta del Tanaro da Garessio ad Alessandria.
È scontato pensare che nel corso di tre decenni siano cambiate molte cose. Oggi i corsi d’acqua sono monitorati così come la quantità e la sede delle precipitazioni più intense. Molto è stato fatto per la riduzione del rischio idrogeologico in un territorio che si scoprì fragile, per molti versi impreparato e dimentico degli eventi del settembre 1948.
Se è vero che la tecnologia e la comunicazione consentono oggi un migliore approccio a questo tipo di emergenze, è parimenti vero che la crisi climatica sta creando scenari nuovi e imprevedibili che richiedono nuove strategie di prevenzione, gestione e capacità di risposta.
Dalle parole si è poi passati ai fatti. Il prefetto Savastano e il comandante provinciale dei Vigili del fuoco Romano hanno guidato i presenti alla sala operativa presente nel Comando provinciale e illustrato il primo campo base mobile in Italia allestito proprio dal Comando cuneese.
Spiegano i Pompieri: «La tempestività è fondamentale nelle situazioni di emergenza il campo base mobile rappresenta un’importante svolta. È montato principalmente su veicoli ed è operativo nell’immediatezza. È accessoriato per essere montato in meno di 4 ore, cinque in meno a quelle che servirebbero normalmente. Può ospitare 40 persone ed è costituito da semi rimorchi logistici, ha una cucina campale, spazi utili per i pasti o per le riunioni, docce e servizi».
«Una parte è già stata usata in Emilia e ha avuto un buon riscontro, permette una buona continuità nel servizio soprattutto quando le emergenze richiedono molti giorni di intervento. È in sostanza una piccola caserma che si sposta vicino al luogo dell’emergenza», aggiungono.
Beppe Malò ed Elisa Rossanino
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