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Assistenza socio-sanitaria ai disabili, in Calabria 750 euro pro capite mentre in Lombardia si arriva a 1300 #finsubito prestito immediato

Un Paese diviso anche sul fronte dell’assistenza socio-sanitaria ai disabili, spesa pro capite in Calabria è quasi la metà che in Lombardia


In Italia, la disabilità coinvolge una parte significativa della popolazione. Secondo l’Istat, nel rapporto “Conoscere il mondo della disabilità”, circa 3,1 milioni di persone convivono con una forma di disabilità, pari al 5,2% degli italiani. Tuttavia, stime più recenti delle organizzazioni di settore suggeriscono che il numero possa aver superato i 3,5 milioni, considerando l’invecchiamento della popolazione e l’aumento delle patologie croniche. Le persone con disabilità vengono burocraticamente suddivise in diverse categorie: disabilità motorie, sensoriali (visive e uditive), intellettive e psichiche.

ASSISTENZA SOCIO-SANITARIA DISABILI IN CALABRIA: I NUMERI


Per quanto riguarda la spesa pubblica, l’Italia destina una quota significativa del proprio Pil al sostegno delle persone con disabilità. Nel 2022, la spesa complessiva per prestazioni di invalidità civile, indennità di accompagnamento e altri servizi ha raggiunto circa 51 miliardi di euro, pari al 3% del Pil, secondo la “Relazione annuale” dell’Inps del 2022. Questa cifra include sia le prestazioni economiche dirette sia i costi per i servizi sanitari e socio-sanitari.
La distribuzione della spesa tra le regioni mostra differenze marcate tra Nord e Sud. Secondo il “Rapporto annuale sull’assistenza socio-sanitaria” – 2022 del Ministero della Salute, regioni settentrionali come la Lombardia hanno speso circa 1.300 euro pro capite per servizi socio-sanitari, mentre la Calabria si attesta su 750 euro pro capite. Questa disparità riflette differenze economiche e organizzative che influenzano l’accesso e la qualità dei servizi.

UNA SPESA RIPARTITA TRA STATO, REGIONI E COMUNI

Le regioni del Nord dispongono di maggiori risorse finanziarie e di un sistema di welfare più sviluppato, mentre quelle del Sud sono alle prese con limiti economici e infrastrutturali che limitano l’offerta di servizi. La spesa per i servizi alla persona è ripartita tra Stato, Regioni e Comuni. Lo Stato si occupa principalmente delle prestazioni economiche, come pensioni di invalidità e indennità di accompagnamento. Le Regioni gestiscono la sanità e i servizi socio-sanitari, finanziando ospedali, centri di riabilitazione e assistenza domiciliare integrata, secondo il “Documento di programmazione sanitaria” della Conferenza delle Regioni dello scorso anno. I Comuni, ci dice il   “Rapporto sui servizi sociali comunali” dell’Anci, sono responsabili dei servizi sociali, tra cui l’assistenza domiciliare, il trasporto sociale e l’inclusione scolastica.

ASSISTENZA DISABILI, COSA FARÀ IL PNRR ANCHE PER LA CALABRIA


Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr), approvato nel 2021 e aggiornato nel 2022, dedica una parte significativa alle politiche per la disabilità. Nella Missione 5 “Inclusione e coesione”, il piano stanzia circa 6,8 miliardi di euro per interventi specifici, come indicato nel documento ufficiale del Governo Italiano del 2023. Di questi, circa 2 miliardi sono destinati direttamente ai servizi alla persona, con progetti mirati alla vita indipendente, all’inclusione sociale e al potenziamento dell’assistenza domiciliare.

Gli altri fondi sono destinati a infrastrutture e servizi, come l’accessibilità degli edifici pubblici e lo sviluppo di tecnologie assistive. Per quanto riguarda l’inserimento lavorativo, la Legge 68/1999 rimane il principale strumento normativo. Nonostante ciò, il tasso di occupazione tra le persone con disabilità continua a essere basso. Nel 2022, solo il 34% delle persone con disabilità in età lavorativa era occupato, rispetto a un tasso di occupazione generale del 64%, secondo il “Rapporto annuale” dell’Istat del 2023. Questo evidenzia barriere persistenti all’inclusione lavorativa, come la mancanza di adeguamenti sul posto di lavoro, pregiudizi e una formazione professionale insufficiente.

LE RICHIESTE DELLE ASSOCIAZIONI AL GOVERNO


Le associazioni di disabili e dei familiari avanzano richieste urgenti al governo. La Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap (Fish), nel suo “Documento programmatico”, chiede un aumento dei fondi per i servizi di supporto alla vita indipendente e per l’assistenza domiciliare. L’Associazione Nazionale Famiglie di Persone con Disabilità Intellettiva e/o Relazionale (Anffas), nel “Rapporto sulle barriere burocratiche” del 2023, sollecitava la semplificazione delle procedure per l’accesso ai sussidi e ai servizi, spesso caratterizzate da iter complessi e tempi lunghi. La Lega per i Diritti delle Persone con Disabilità (Ledha), nelle sue “Proposte per l’inclusione lavorativa”, insiste sull’implementazione di politiche attive che superino le quote obbligatorie, promuovendo formazione professionale e incentivi fiscali alle aziende.

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ASSISTENZA DISABILI, L’OFFERTA DEI SERVIZI PEGGIORA IN REGIONI COME LA CALABRIA


Un’altra questione rilevante è la disomogeneità territoriale nell’offerta dei servizi. Come evidenziato nel “Rapporto 2023 sulla coesione sociale” del Ministero del Lavoro, le differenze regionali nella disponibilità e qualità dei servizi per le persone con disabilità creano disuguaglianze significative. L’accesso a servizi come l’assistenza domiciliare integrata o i centri diurni è più elevato nelle regioni del Nord rispetto a quelle del Sud. Il Pnrr prevede interventi per ridurre queste disuguaglianze territoriali, potenziando i servizi sociali nei Comuni con maggiore fragilità sociale e garantendo livelli essenziali di prestazioni su tutto il territorio nazionale. Vedremo se verranno realizzati, renderebbero un po’ più civile il nostro Paese.
Sul fronte educativo, l’inclusione scolastica rimane una priorità. Secondo il “Rapporto sull’inclusione scolastica” del Miur del 2023, il numero di studenti con disabilità supera le 330 mila unità. Nonostante gli sforzi, permangono criticità legate alla carenza di personale specializzato, come insegnanti di sostegno, e alla mancanza di strumenti adeguati. Le associazioni chiedono interventi per garantire un’educazione inclusiva di qualità, come previsto dalla Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità.

SONO SPESSO LE FAMIGLIE A SOPPORTARE TUTTO IL PESO


Le famiglie spesso affrontano difficoltà burocratiche e organizzative. Come sottolineato dall’Anffas, è necessario semplificare le procedure per l’accesso ai servizi e migliorare la comunicazione tra le istituzioni coinvolte. Questo permetterebbe di ridurre i tempi di attesa e offrire un supporto più efficace alle persone con disabilità e ai loro familiari.
Infine un tema spesso trascurato ma vitale, quello dell’accessibilità urbana e dei trasporti pubblici. Il “Rapporto sulla mobilità e i trasporti” del Ministero delle Infrastrutture evidenzia che solo il 40% delle infrastrutture è pienamente accessibile. Anche qui sono previsti finanziamenti dal Pnrr entro il 2026. Insomma, sembra esserci sempre un “domani” migliore in vista per la vita dei disabili. Forse è anche arrivato il momento che quel domani diventi oggi. 


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