Piacenza, 29 ottobre 2024 – Il grosso trauma cranico è compatibile con un trauma da precipitazione e sarebbe dunque stato causato proprio dalla caduta dal settimo piano. È questo uno dei particolari emersi durante la seconda parte dell’autopsia sul corpo di Aurora, la 13enne morta il 25 ottobre precipitando dal settimo piano del palazzo in cui abitava a Piacenza.
È stata fissata per domani mattina (mercoledì 30 ottobre) davanti al Gip del Tribunale dei minori l’udienza di convalida del provvedimento restrittivo nei confronti del fidanzatino 15enne, accusato di omicidio. Il ragazzino, da ieri sottoposto a fermo, si trova in un istituto minorile. Il provvedimento sarebbe stato applicato a causa dei gravi indizi raccolti in questi giorni dai carabinieri del Nucleo investigativo di Piacenza.
L’autopsia, che si è svolto oggi a Pavia, conferma i primi elementi emersi durante un primo esame esterno della salma: l’importante trauma cranico e una grossa quantità di sangue sulla testa sono compatibili con la caduta dal settimo piano del palazzo.
Oggi è stata effettuata la Tac e sono stati prelevati i campioni per gli esami istologici e genetici. Presenti all’esame anche i consulenti di parte, i medici legali Novella D’Agostini per la famiglia di Aurora, e Attilio Maisto per il fidanzato 15enne accusato di omicidio, e sottoposto ieri a fermo da parte della Procura dei Minori di Bologna. Le parti restano ora in attesa degli esiti degli esami istologici e dei tamponi di ricerca genetica che sono stati eseguiti durante l’esame medico legale.
Ieri il fidanzatino 15enne è stato fermato e trasferito in un istituto minorile con l’accusa di omicidio volontario: lui si difende – “Io non c’entro, è caduta da sola”, ha detto agli inquirenti – mentre la mamma di Aurora sostiene che il ragazzo abbia avuto in precedenza un “comportamento geloso e ossessivo” nei confronti della 13enne. E per questo – in base a quanto riferito dalla sua legale – la mamma avrebbe raccolto in una memoria le chat tra i due, ma anche “certificato medici e le testimonianze degli amici”.
Da quanto trapelato finora, non è chiaro se l’autopsia di ieri pomeriggio – eseguita all’istituto di medicina legale di Pavia dal medico legale Giovanni Cecchetto, alla presenza dei consulenti di parte – abbia rilevato eventuali tracce di Dna sotto le unghie o in altre parti del corpo come disperato gesto di difesa. Per la famiglia di Aurora, parteciperà anche l’avvocata di sua madre, Lorenza Dordoni.
Nella giornata di oggi, martedì 29 ottobre, è prevista sul corpo la Tac e poi l’autopsia vera e propria. Sono stati prelevati tamponi per gli esami genetici, ci saranno poi gli esami istologici. È stata osservata anche una copiosa presenza di sangue sul capo e anche questa dovrà essere valutata dagli specialisti. Emergono intanto elementi e testimonianze sottoposti al vaglio degli inquirenti.
Una ragazza minorenne avrebbe contattato la famiglia per riferire un episodio a cui ha assistito in strada nelle scorse settimane. Avrebbe visto un giovane che strattonava una ragazzina minuta. A quel punto, avrebbe scattato alcune foto e si sarebbe avvicinata alla ragazzina, chiedendole come stava e riuscendo ad allontanare il ragazzo.
Secondo quanto riferisce il quotidiano piacentino La Libertà, l’episodio risalirebbe al 4 ottobre scorso. Quando ha saputo della tragedia di venerdì, la testimone ha pensato che l’adolescente vista in strada potesse essere Aurora. Ha contattato i familiari, mostrando le foto e la 13enne è stata riconosciuta. Questo racconto è stato fornito agli inquirenti.
Secondo Libertà, la testimone sarebbe stata in caserma dai carabinieri a riferire quello a cui aveva assistito. Gli investigatori, come riportato da Repubblica, hanno anche esaminato un video simile, in cui il 15enne, alla stazione degli autobus, avrebbe insultato e strattonato Aurora che poi sarebbe stata salvata da alcune coetanee. Non è chiaro se si tratti dello stesso momento del 4 ottobre o di altri.
Alla notizia del fermo disposto ieri pomeriggio per il fidanzato 15enne di Aurora, la famiglia della vittima “si è sentita sollevata“. Lo ha spiegato l’avvocata Lorenza Dordoni. Nei giorni scorsi la sorella 22enne di Aurora aveva lanciato varie accuse sui social, spiegando che non credeva al suicidio o all’incidente per la caduta dal balcone.
“La madre ha pianto – ha raccontato l’avvocata – e ha detto che ora i sospetti che aveva, ora li considera una conferma“.
Davanti alla morte di Aurora “siamo tutti sgomenti e smarriti”, in particolare i compagni di classe: “State affrontando un momento di prova, che sicuramente non avevate previsto quando immaginavate il vostro ingresso nella scuola superiore. Ne siamo consapevoli, perciò sappiate che vi sosterremo con tutte le risorse e in tutti modi possibili”. Così Monica Ferri, dirigente scolastica del liceo Colombini di Piacenza, frequentato dalla 13enne morta venerdì, in una lettera agli studenti e alla famiglia della giovane vittima pubblicata dal quotidiano piacentino Libertà.
Aurora era una delle studentesse più giovani – avrebbe compiuto 14 anni il 9 novembre – e frequentava il primo anno da poche settimane. “Insegnanti e compagni avevano appena iniziato a conoscerla, e lei a conoscere loro – la ricorda la dirigente – stava costruendo con alcuni le prime amicizie, quelle che nascono sui banchi di scuola e che a volte ci accompagnano per tutta la vita. Aveva interessi, passioni, sogni, che non abbiamo potuto scoprire. Sapevamo poco di lei, ciò nonostante, Aurora ci mancherà“.
“Ci mancherà proprio perché non abbiamo avuto il tempo di aiutarla a realizzare i suoi progetti, di sostenerla e accompagnarla in un tratto importante del suo percorso di vita, come insegnanti, compagni di scuola e amici”. Un pensiero alla mamma e alla famiglia della 13enne, “con la speranza che l’affetto e la partecipazione di tante persone al dolore di questa perdita la aiutino a trovare la forza per affrontare un dolore così lacerante. Ci impegniamo con lei a non dimenticare Aurora e ad onorarne il ricordo con iniziative a cui tutti insieme penseremo”.
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