I grandi operatori italiani e stranieri puntano a bandi da 3 miliardi per il Tpl, ma le imprese del territorio temono di rimanere fuori gioco in un mercato che in regione riguarda circa 800 mila persone
Milano, Parigi e Londra vogliono salire a bordo degli autobus del Piemonte. Atm Milano, i francesi di Ratp e gli inglesi di Arriva, e non solo, avrebbero messo nel mirino quei bandi di gara da circa tre miliardi di euro che andranno a ridefinire per il prossimo decennio le concessioni del trasporto pubblico locale su gomma. Dai servizi extraurbani con grandi flussi, come quelli verso il capoluogo piemontese, alle tratte che vanno a coprire i piccoli comuni isolati. In questi giorni a Torino e nelle province, la Regione Piemonte ha aperto tavoli di confronto con gli operatori del settore, quelli già presenti e quelli che vogliono entrare, per spiegare come verrà formulata la grande gara del Tpl, la prima di un mercato davvero liberalizzato.
Verso il mercato libero
I tempi sono stretti: nella primavera del 2025 si partirà con le gare. Entro fine anno prossimo ci saranno le assegnazioni, nel 2026 è prevista una finestra per i prevedibili ricorsi, che non mancano mai, e nel 2027 la mappa geografica del trasporto pubblico locale potrebbe essere completamente cambiata. Magari con autobus piemontesi «targati» Milano o Parigi.
Il passaggio verso un mercato completamente liberalizzato, anche se si rimarranno gli affidamenti in house (prevedibili per Gtt nel Torinese) non è di poco conto. E i maldipancia degli imprenditori cominciano ad avvertirsi ai tavoli delle consultazioni come a quelli dell’Anav Piemonte, l’associazione che riunisce le imprese del comparto.
Il mercato del trasporto pubblico locale riguarda circa 800 mila persone in Piemonte, di questi almeno un quarto utilizzano con regolarità i servizi di autobus, che fino a oggi sono stati garantiti da aziende perlopiù locali.
La filiera del trasporto su gomma in Piemonte è estesa quanto frammentata. Tra le aziende più rappresentative ci sono Giachino, Bus Company, Atap, Nuova Benese, Staav, Chiesa, Marletti. In questi anni molte di queste società sono cresciute e si sono aggregate attraverso acquisizioni e «salvataggi» di concorrenti. I progressivi tagli al traporto pubblico, che si sostiene con il Fondo nazionale per il trasporto e il contributo, hanno sfoltito la filiera di tanti piccoli operatori. Ma l’apertura del mercato in un bando di gara con quattro grandi quadranti (Torino, Cuneo, Biella, Novara, e suddivisi in diversi lotti) è visto da molti operatori come una minaccia, in termini di competitività che parte azzoppata.
Piccole e medie imprese all’angolo
Il dossier è caldo. E il 14 novembre è previsto un tavolo al grattacielo della Regione Piemonte, richiesto da Anav e Confservizi, che si pone l’obiettivo di cercare di trovare un punto di equilibrio nella prossima rivoluzione del trasporto pubblico locale. Sul piatto si sono due richieste: rendere i capitolati delle gare accessibili anche alle piccole e medie imprese, e ridurre i tempi di pagamento dei servizi pregressi. Le Pmi del trasporto temono di impantanarsi in un grande bando di gara nel quale, oltre alle dimensione in aumento rispetto al passato delle concessioni e delle tratte, verranno richieste flotte a basso impatto ambientale, magari con una buona percentuale di autobus elettrici.
Serviranno quindi risorse e investimenti. E le imprese temono di non essere competitive perché si portano dietro un fardello di oltre 50 milioni di euro di mancati pagamenti. La Regione avrebbe arretrati con le aziende che risalgono a prima dell’estate. In pratica, ragionano le imprese, la gara che va a liberalizzare il mercato rischia di favorire tutti quei big del settore che si stanno affacciando ai tavoli di consultazione.
Agli incontri che si sono tenuti nelle scorse settimane, ad esempio, hanno partecipato manager di Atm Milano, che punta a crescere in Italia e anche all’estero (a Parigi come in Grecia e in Danimarca), dirigenti dell’azienda francese Ratp come quelli britannici di Arriva che puntano soprattutto alla prima gara di bacino, che potrebbe essere Cuneo. Le imprese del trasporto punteranno i piedi per evitare di uscire fuori strada.
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