Nascerà a Cassino su una superficie di 28mila metri, coprirà 20% fabbisogno energetico dello stabilimento. Biogas da scarti agricoli e non dai rifiuti. Lo aveva previsto il piano chiesto da Antonio Pompeo al Politecnico di Torino. Giù i costi energetici, plant più competitivo
L’area è quella segnata in rosso sulla mappa. La porzione di terreno è sul lato più lontano dalle officine: nella zona che sta a ridosso del semaforo in località Volla. È lì che Stellantis è impegnata nella realizzazione di un impianto per la produzione di biometano destinato a ridurre in modo significativo i costi energetici del proprio stabilimento Cassino Plant. Lo ha rivelato questa sera il sindaco di Piedimonte San Germano Gioacchino Ferdinandi.
Su 2,5 ettari, il 20% dell’energia
In base ai numeri forniti dal sindaco, Stellantis sta progettando un impianto che interesserà una superficie di 28mila metri quadrati, pari a circa due ettari e mezzo. Produrrà energia con cui coprire fino al 20% del fabbisogno dello stabilimento. All’atto del suo insediamento, il Ceo Carlos Tavares aveva visitato subito Cassino Plant individuando due limiti: al primo posto il costo dell’energia ed al secondo la fiscalità troppo onerosa.
E che la sfida per continuare a produrre auto passi da lì lo conferma la scelta fatta nelle settimane scorse dalla Basilicata. Ha autorizzato la costruzione di un impianto simile all’interno dello stabilimento di Melfi.
Il sindaco Ferdinandi in serata ha spiegato che ”Il progetto è stato concepito come una soluzione innovativa e sostenibile, orientata a ridurre le emissioni e promuovere l’economia circolare grazie all’uso di sottoprodotti agricoli e zootecnici”. In pratica: il biogas non verrà ricavato dalla fermentazione di rifiuti urbani ma da prodotti agricoli.
La mappa del Politecnico
Il biodigestore nascerà su una delle aree liberatesi all’interno dello stabilimento: l’ha individuata il Politecnico di Torino. Lo ha fatto dopo essere stato incaricato dall’allora presidente della Provincia Antonio Pompeo che aveva chiesto di mappare l’intero territorio ciociaro. Gli serviva al fine di individuare le aree idonee ad ospitare la nuova discarica provinciale. All’epoca era in via di esaurimento l’impianto Mad in località Ortella a Roccasecca e c’era la necessità di trovare un’alternativa.
Ma Antonio Pompeo quel il 26 maggio 2021 non chiede al Politecnico di individuargli solo l’area idonea ad una potenziale discarica. Chiede anche di definire tutti i terreni idonei. A distanza di un anno e mezzo gli viene consegnato l’elaborato con le “Aree sensibili caratterizzanti il Piano territoriale provinciale generale”.
Si divide in due studi: uno analizza le potenziali aree idonee ad ospitare una discarica. L’altro definisce i siti idonei ad ospitare tutti i tipi di impianto per il trattamento dei rifiuti. L’elaborato Dis cioè quello sulle discariche dice quello che si sa da anni: la Ciociaria non ha molte aree idonee. Questo perché molte di loro sono a ridosso di fiumi o di aree sottoposte a vincoli ambientali o paesaggistici. Le poche aree idonee trent’anni fa si sono assottigliate di molto: per evitare rischi i Comuni le vincolarono o crearono le condizioni per renderle inidonee.
L’elaborato Tim individua una zona classificandola come “Preferenziale”. La zona è all’interno dell’area Stellantis: dentro il recinto dello stabilimento, in una delle aree che con gli anni si è lentamente liberata da capannoni ed officine in quanto diventati non più necessari per via delle nuove tecnologie sempre meno ingombranti.
In Procedura Semplificata
La realizzazione dell’impianto – ha spiegato ora il sindaco – potrà essere autorizzata tramite la Procedura Abilitativa Semplificata (PAS). In fretta e senza troppi orpelli. Ma su proposta dell’assessore all’Ambiente del Comune di Piedimonte San Germano Emelinda Costa e dell’Amministrazione intera, “il Comune ha convocato una conferenza dei servizi per consentire la partecipazione degli enti competenti e valutare preventivamente ogni aspetto progettuale”.
L’impianto consentirà il recupero sia del metano che dell’anidride carbonica, “in linea con gli standard ambientali europei, contribuendo alla riduzione delle emissioni di CO2 e dei gas serra”.
Quanto conta
La produzione di energia all’interno dello stabilimento attraverso fonti green abbassa i costi di produzione delle auto Stellantis. Il che le consente un maggiore margine di competizione sui mercati al momento di fissare il prezzo. Ma non solo: prepara lo stabilimento di Piedimonte San Germano a quella che sarà una delle prossime emergenze.
Perché il mondo produttivo avrà ancora più fame di energia: lo prevedono tutti gli analisti. Ne servirà tantissima: perché dipenderemo sempre di più dall’Intelligenza Artificiale e dai suoi calcoli ma i supercomputer hanno bisogno di energia in abbondanza per funzionare e raffreddare memorie e processori. Giusto per avere un’idea: Alphabet, la holding di cui fa parte Google, ha firmato un accordo con Kairos Power per alimentare i propri data center attraverso mini-reattori modulari nucleari o SMR (Small Modular Reactors). Dovrebbero entrare in funzione gradualmente entro il 2035.
Non è un caso che il professor Raffaele Trequattrini, commissario del Consorzio Industriale del Lazio abbia indicato la via delle Comunità Energetiche come una delle necessità per garantire all’indotto Stellantis la sua capacità industriale.
I progetti per Cassino
Nonostante le parole usate l’altro giorno dal ministro Adolfo Urso, Stellantis conferma i suoi impegni per Cassino plant dove è impegnata nel piano di transizione dai motori termici agli elettrici, sviluppando i suoi nuovi modelli grazie alle piattaforme Stla Large.
Nel 2025 – stando agli annunci fatti dal Ceo Tavares – uscirà dalle linee di Cassino la nuova Stelvio full electric, nel 2026 è attesa la Giulia elettrica. Il totale degli addetti è sceso oggi intorno alle 2500 unità, quasi tutte in ‘solidarietà‘ e concentrate al lavoro su un solo turno.
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