Un nuovo sostegno economico per i professionisti autonomi: scopri chi può accedere al bonus e come presentare la domanda.
Il popolo delle partite IVA in Italia fa parte integrante del tessuto economico. Avvocati, giornalisti, medici, imprenditori, artigiani, e molti altri professionisti non hanno dei datori di lavoro, ma hanno dei clienti ai quali offrono i loro servizi dietro pagamento di una fattura.
Chi ha una partita IVA deve scegliere al momento dell’apertura un regime fiscale in base alla sua attività . Le normative in merito sono tantissime ed è difficile orientarsi. Per questo il primo passo da fare per chi ha una partita IVA è rivolgersi a un commercialista in grado di dare il consiglio migliore e di procedere con in grado di dare il consiglio migliore e di procedere con gli adempimenti fiscali di rito.
Una volta aperta la partita IVA, il professionista ha una serie di obblighi. Il pagamento dei contributi e delle tasse non dipende da un datore di lavoro, ma dal versamento diretto da parte del professionista una volta l’anno in sede di dichiarazione dei redditi.
Chi ha un regime fiscale ordinario deve anche pagare ulteriori tasse, come l’IVA e le imposte relative alla propria attività . Chi si occupa di trasporto merci, per esempio, paga il pedaggio autostradali. Quale bonus spetta alle partite IVA e a chi?
I bonus per le partite Iva
Gli incentivi per le partite IVA ci sono, ma è importante informarsi dai professionisti abilitati, oppure alle Camere di Commercio di riferimento per la tua zona. Non è raro che anche il governo intervenga con una serie di bonus e di incentivi per dare alle partite IVA la possibilità di investire nella propria attività .
Oltre allo Stato, enti regionali e comunali possono creare dei bandi per consentire l’apertura di nuove aziende, o per favorire l’innovazione e l’occupazione nel proprio territorio. L’ultimo bonus del governo si rivolge a una specifica categoria di lavoratori con partita IVA.
Come ottenere l’ultimo incentivo
Il bonus riguarda lavoratrici autonome imprenditrici non in regime forfettario. Per accedere al bonus è necessario che le lavoratrici abbiano almeno due figli – di cui il più piccolo con età sotto i 10 anni – e un reddito imponibile annuo inferiore a 40.000 euro. Al momento il governo ha messo a disposizione circa 300 milioni di euro per questo bonus.
L’incentivo prevede l’esonero dal pagamento dei contributi per quanto riguarda l’anno fiscale 2024, quindi nel 2025. Le madri interessate possono inviare una comunicazione all’INPS con l’app Utility esonero lavoratrici madri. L’incentivo è previsto anche per le dipendenti nel privato con gli stessi requisiti.
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