Quali cartelle esattoriali potranno essere del tutto o solo parzialmente cancellate in automatico nel 2025? Quando si riceve una cartella esattoriale, la cosa migliore da fare è procedere al suo pagamento per evitare di aggravare la propria posizione debitoria.
Perché i cittadini paghino, evitando di accumulare debiti, e guadagnando contemporaneamente soldi, il governo ha previsto una serie di misure che agevolano i versamenti e in alcuni casi è anche prevista la totale cancellazione degli importi dovuti.
- Cancellate in automatico nel 2025 le cartelle esattoriali prescritte
- Discarico delle cartelle esattoriali, cosa prevede e per chi
- Concordato preventivo fiscale e nuova rottamazione e condono per pagare meno le cartelle esattoriali
Cancellate in automatico nel 2025 le cartelle esattoriali prescritte
Il primo sistema di cancellazione automatica nel 2025 delle cartelle esattoriale è la prescrizione. La normativa in vigore prevede, infatti, che, decorso un determinato periodo di tempo, alcuni debiti vengono automaticamente cancellati.
La durata della prescrizione non è uguale per tutte le cartelle esattoriali. Il periodo varia dai 3 ai 10 anni, a seconda della tipologia di debito da pagare.
I termini di prescrizione sono, in particolare, i seguenti:
- di 10 anni se la cartella ha come oggetto le imposte sui redditi (Irpef e Ires), l’Irap e l’Iva, la Tosap, l’imposta di bollo, l’imposta di registro, l’imposta catastale, i Contributi alle Camere di Commercio, il Canone Unico Patrimoniale;
- di 5 anni se le cartelle riguarda l’Imu, la Tari sui rifiuti, i contributi Inps e Inail, le multe stradali e le sanzioni amministrative;
- di 3 anni se interessa il bollo auto.
Discarico delle cartelle esattoriali, cosa prevede e per chi
A partire dal primo gennaio 2025, le cartelle esattoriali non riscosse entro il 31 dicembre del quinto anno successivo a quello di affidamento dovranno essere stralciate e restituite all’ente titolare del credito.
Ciò non significa, però, che la cartella sarà del tutto cancellata in automatico. Non scatta la prescrizione delle cartelle, dunque, e le somme riportate continueranno a essere esigibili. Ciò che cambia è la procedura.
Una volta restituita, infatti, l’ente creditore potrà decidere quale soluzione adottare tra tre diverse opzioni:
- o gestire in proprio la riscossione coattiva delle somme discaricate;
- o affidare la cartella in concessione a soggetti privati tramite gara pubblica;
- o riaffidarla all’Agenzia delle Entrate Riscossione per 2 anni.
L’Agenzia delle Entrate Riscossione può, inoltre, in qualsiasi momento, trasmettere all’ente creditore la comunicazione di discarico anticipato della cartella se dovesse rilevare la chiusura del fallimento o della liquidazione giudiziale a carico del debitore o l’assenza di beni in possesso del debitore suscettibili di pignoramento.
Precisiamo che il discarico automatico delle cartelle esattoriali riguarda le cartelle dal 2025 e non vale per le cartelle notificate prima.
Concordato preventivo fiscale e nuova rottamazione e condono per pagare meno le cartelle esattoriali
Le cartelle esattoriali si potranno pagare meno nel 2025 certamente aderendo al concordato preventivo fiscale ancora confermato.
Il decreto Omnibus ha, infatti, dato il via libera al condono tombale sui redditi non dichiarati negli anni di imposta dal 2018 al 2022 e ha abbattuto l’imposta da pagare del 30% per il 2020 e 2021. Stando a quanto spiegati, chi aderisce al nuovo concordato eviterà i controlli sugli anni di imposta citati e pagherà un importo minimo per regolarizzare la propria posizione per i redditi non dichiarati e le operazioni non fatturate.
Si attendono poi novità per una ulteriore rottamazione o condono. Un emendamento alla nuova Manovra Finanziaria propone, infatti, una nuova rottamazione-quinquies per le cartelle emesse tra il primo luglio 2022 e il 31 dicembre 2023. Vi rientrerebbero i tributi come le imposte locali, le sanzioni amministrative e il bollo auto.
Rientrerebbero, dunque, nella nuova rottamazione i debiti esclusi da quella precedente, che riguardava solo i ruoli affidati tra il primo gennaio 2000 e il 30 giugno 2022. L’emendamento è attualmente al vaglio della Commissione Bilancio del Senato.
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