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Urso, si valuta di aumentare il Fondo Automotive in manovra ma niente incentivi #finsubito prestito immediato


L’intenzione del Governo di tagliare dell’80% il Fondo Automotive ha preoccupato molto l’industria automotive e non sono mancati gli appelli affinché l’esecutivo faccia un passo indietro. La prima conseguenza immediata è che gli incentivi auto 2025 non ci saranno come ha ribadito più volte il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso. Dal ministro, però, arriva adesso una novità che emerge dal Tavolo Stellantis.

Anche se dal prossimo anno non ci saranno più aiuti per l’acquisto di nuove vetture, questo non significa che il Governo non intenda in qualche modo aiutare l’industria automotive del Paese. Già sappiamo che i pochi fondi rimasti saranno utilizzati per sostenere la produzione, come quella della componentistica.

Adesso, dal Tavolo Stellantis emerge che il Governo sta cercando nuovi fondi per incrementare in manovra il Fondo Automotive residuo ribadendo, però, che non ci saranno più incentivi.

AIUTO ALLA FILIERA AUTOMOTIVE



Le parole del ministro Urso sono piuttosto chiare.

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Quest’anno abbiamo investito un miliardo di euro in intesa con Stellantis, che aveva sostenuto che la misura avrebbe aumentato la produzione in Italia. È accaduto esattamente il contrario e quindi, come preannunciato, non la riproporremo più. Destineremo tutte le risorse del fondo, che pensiamo di aumentare nel corso della manovra, sul fronte dell’offerta, a sostegno delle imprese, soprattutto degli investimenti della filiera dell’automotive.

Gli incentivi semmai, dovranno far parte di un piano comune europeo per il sostegno dell’industria automotive.

Proponiamo nel nostro “non paper” un piano automotive UE con incentivi alla domanda, stabili e duraturi nel tempo, con risorse comuni destinate ai consumatori europei.

CAMBIARE LE REGOLE SULLE EMISSIONI DEL 2025



Il ministro ha poi colto l’occasione per ribadire nuovamente la necessità di cambiare le regole sulle emissioni di CO2 previste per il prossimo anno che potrebbero portare l’UE a sanzionare pesantemente le case automobilistiche che non saranno in grado di rispettarle. Si tratta di un tema su cui il ministro si è già espresso più volte manifestando una posizione condivisa da una parte del mondo politico e dell’industria automotive.

Dobbiamo rimuovere la follia delle euromulte, che scatteranno dal primo gennaio prossimo, cioè 15-17 miliardi di euro di sanzioni sulle case automobilistiche. È questo il motivo principale che sta portando alla chiusura degli stabilimenti. Per sfuggire alla tagliola delle multe, le case hanno tre vie, tutte suicide per l’industria: ridurre la produzione di auto endotermiche per scendere sotto la proporzione fissata tra auto elettriche vendute e auto endotermiche; aumentare la vendita di auto elettriche nella propria rete, come sta facendo Stellantis, certificando e vendendo le auto di Leapmotor importate dalla Cina; o, in ultima istanza, comprando le quote di crediti CO2 da Tesla. In ogni caso si accelera la crisi della produzione europea. Si condannano l’auto e il lavoro europeo. Una follia che dobbiamo subito scongiurare.

STELLANTIS SI ASSUMA LE SUE RESPONSABILIT�



L’incontro odierno del Tavolo Stellantis è stato l’occasione per il ministro Urso di ribadire alcune precise richieste al Gruppo automobilistico.

Stellantis oggi chiediamo che si assuma la responsabilità sociale del rilancio dell’auto italiana. Chiediamo un vero, significativo e chiaro piano industriale, che entri nel dettaglio di ogni stabilimento in Italia e che preveda un significativo aumento degli investimenti nel nostro Paese.


Come dimostrano le mozioni parlamentari approvate alla Camera e lo stesso sciopero dei sindacati, vi è una condivisione generale, una piena unità di intenti, dal Parlamento ai sindacati, dalle Regioni alla filiera della componentistica, tutti chiediamo insieme che Stellantis si impegni concretamente per il rilancio dell’industria dell’auto e per la salvaguardia dei posti di lavoro. Il sistema Italia, non questo governo o questo ministro, chiede a Stellantis con forza di scommettere sul nostro Paese. Di dare all’Italia quello che l’Italia ha dato alla Fiat. Se il piano industriale risponderà a queste esigenze noi ci siamo, daremo il massimo sostegno.

Stellantis da parte sua ha ribadito di avere un piano per l’Italia e che lotterà per difendere la sua leadership.

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In questo momento di transizione le politiche che garantiscono la stabilità delle regole sono più importanti che mai e i target del 2025 erano noti fin dal 2019, in quanto sono rimasti gli stessi decisi nella legislazione europea 2014-2019. Modificare ora gli obiettivi avrebbe effetti negativi perché l’industria automobilistica opera su tempi molto lunghi. Il piano strategico Dare Forward 2030 prevede la decarbonizzazione entro il 2038 sia dei veicoli sia dei processi produttivi e di raggiungere entro il 2030 la vendita del 100% di veicoli elettrici in Europa e il 50% in Usa. Un investimento di 50 miliardi di euro e quattro piattaforme native elettriche, ma capaci di accogliere le trazioni endotermiche. Modificare la regolamentazione in corsa non è una buona idea perché il mondo non tornerà indietro sulla elettrificazione e l’Italia è un Paese esportatore.



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