diGiorgio Bernardini e Luca Gasperoni
Secondo la rilevazione della Cgil toglierebbe il 18% alla coalizione. E c’è chi rimette in dubbio Giani: così il tormentone del campo largo riprende piede
Alle prossime elezioni regionali, «voterebbe Eugenio Giani se Italia Viva e Azione entrassero nella coalizione di centrosinistra?». Solo il 29% degli iscritti alla Cgil Toscana risponde di sì, 18 punti in meno rispetto al 47% che invece destinerebbe il suo voto se lo schieramento di centrosinistra fosse formato da Pd, Movimento 5 Stelle e Alleanza Verdi-Sinistra.
Insomma, secondo questi numeri l’ingresso dei renziani in coalizione farebbe perdere molti consensi — a Firenze il 15% ma gli estremi sono il 31% a Lucca e il 9% a Siena — alla candidatura bis del governatore toscano uscente.
Così alla vigilia del voto in Emilia-Romagna e Umbria, un sondaggio eseguito due mesi fa dalla società milanese Yoodata con 1.300 interviste in tutte le province toscane — rimbalzato per giorni nelle chat interne del sindacato e pubblicato dal Tirreno — scatena l’ennesima disputa politica in casa Pd in vista delle elezioni regionali del 2025.
Il tormentone del campo largo riprende piede, alimentando nuove polemiche tra chi c’è e chi manca, soprattutto tra le fila dei riformisti. Oltre a rappresentare per qualcuno l’occasione, soprattutto per l’ala più a sinistra dei dem e Avs, di rimettere in discussione il nome di Giani come candidato presidente.
«Non ho commissionato il sondaggio direttamente e non abbiamo speso soldi — spiega il segretario regionale della Cgil, Rossano Rossi — Questa società mi ha chiesto dei dati sui nostri iscritti (mantenendo la privacy) e io in cambio ho chiesto i risultati. Per sgombrare il campo dalle polemiche voglio dire chiaramente che siamo interessati eccome a chi ci governa, quindi vogliamo sapere qual è l’umore dei nostri iscritti».
Il segretario della Cgil non si smarca dal risultato finale: «Io su Renzi sarei stato ancora più tranchant. Il mio mestiere è partecipare ad almeno un’assemblea di lavoratori al giorno, per me non c’è nulla di nuovo nel fatto che Renzi sia inviso al mondo del lavoro per quel che ha fatto».
La questione è spinosa, ma Iv affida a poche parole la reazione pubblica. «È normale che la Cgil Toscana utilizzi i soldi dei lavoratori per commissionare un sondaggio sugli orientamenti elettorali? Per me no», attacca il deputato Davide Faraone, con un post sui social. Fine. «Non capisco, contesta l’esito o no?», replica Rossi.
Sceglie invece un basso profilo il presidente Giani, che governa in Regione con i renziani e non ha mai fatto mistero di volerli includere in coalizione ma allo stesso tempo non vuole aprire un fronte tra i dem nel rush finale per la ricandidatura: «Sono contento, perché il gradimento su di me è quasi superiore a quello che avevo preso nel 2020 quindi mi incoraggia ad andare avanti. Mi prendo questo aspetto positivo».
Ma tra i mugugni Pd c’è anche chi vede il sondaggio come la palla al balzo da cogliere per riaprire, in parallelo alle alleanze, il dossier candidato prima Giani incassi l’ultimo via libera.
Scenari tutti da scoprire mentre il segretario regionale dem, Emiliano Fossi, resta cauto e rimanda la decisione a più avanti: «Siamo interessati a costruire un’idea della Toscana del futuro che parta dalle proposte e dai contenuti e non dalle alchimie decise a tavolino definendo i perimetri delle alleanze col goniometro». Ma l’invito, sottolinea in un implicito avviso ai renziani, è «alle forze politiche e civiche che si riconoscono in un orizzonte chiaro di centrosinistra e progressista».
Quando si vota?
Ancora non è stata definita la data delle elezioni regionali in Toscana che si svolgeranno nel 2025. Nel 2020, a causa della pandemia, il voto non si è tenuto in tarda primavera, ma a fine settembre.
Nel 2025 per le regionali si voterà, oltre che in Toscana, anche in Puglia, Campania, Veneto, Marche e Valle d’Aosta. Considerando pure la tornata delle elezioni amministrative, il governo sembrerebbe spingere per un election day in autunno.
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