Domenica chiude dopo 14 anni il più grande negozio di Puglia
«Abbiamo investito perché convinti che questo store ci ripagherà con tante soddisfazioni». Parole pronunciate da Alessandro Benetton il 16 settembre 2010 al taglio del nastro di Benetton Foggia, e poi sancite dallo stato maggiore del gruppo industriale di Ponzano Veneto: «Uno dei più grandi negozi Benetton in Italia apre a Foggia, con un design della facciata in cui innovazione e modernità si sposano con l’attenzione alla natura».
L’innovazione consisteva nell’inserimento degli ulivi nel prospetto dell’edificio, caratterizzazione degli architetti Luciano Giorgi e Lili Bonforte salutata così sempre dai Benetton: «Ci piace la scelta dell’ulivo come simbolo del nostro impegno in terra di Puglia, dove il gruppo vanta una presenza di oltre 180 negozi».
L’innovazione ha retto 14 anni, fino ad arrendersi alla chiusura definitiva fissata per domani. Certo dal 2010 a oggi sono successe cose semplicemente impensabili, come il crollo del ponte Morandi a Genova (da cui il gruppo Benetton, proprietario di Autostrade per l’Italia fino al 2021, è uscito a pezzi) e la peste della xylella (il batterio che ha distrutto un quarto degli uliveti di Puglia): difficile aspettarsi un finale diverso dalla chiusura annunciata da vetrine listate commercialmente a lutto, soprattutto a causa del declino economico che investe le vie principali di Foggia imponendo una progressiva desertificazione delle attività.
Così come sarebbe ipocrita non ammettere che molti foggiani avevano creduto al rilancio del salotto cittadino, dopo la chiusura al traffico di via Lanza e la maxi isola pedonale voluta dalla giunta Landella. Ci avevano creduto perché oltre 5000 metri quadrati su corso Vittorio Emanuele, con lo stesso concept store dei negozi di Mosca e Odessa, inducevano a pensare che quel monolite di vetrine sgargianti potesse sedurre altri grandi marchi a seguire l’esempio dei Benetton. Entusiasmo sostenuto dal sindaco dell’epoca, Gianni Mongelli, che insieme ad Alessandro Benetton inaugurò lo store distribuito prima su tre, poi su due, quindi uno e da un po’ solo sul piano terra. Un ridimensionamento lento ma inesorabile, idealmente parallelo a quello della città.
Il Corriere del Mezzogiorno ci è entrato giorni fa, addentrandosi tra le corsie di un’attività ormai senz’anima in cui l’esemplare ordine della merce sugli scaffali si contrappone all’incredulità di addetti, curiosi e avventori. Che ne sarà adesso di questo stabile? Il commercio si trasforma continuamente, voci di contorno alla chiusura di Benetton parlano dell’imminente apertura di un McDonald’s.
«A me non risulta – risponde Lorenzo Frattarolo, assessore comunale alle attività produttive -, anzi sarei felice se quel posto divenisse una specie di galleria del centro cittadino, in cui l’elevato costo del fitto pesasse non solo su un gruppo ma su tante attività, anche molto diverse tra loro».
Sullo sfondo di qualsiasi considerazione resta la desolazione di un corso Vittorio Emanuele sempre più esanime, che nel 1977 ospitava 243 negozi e oggi ne accoglie meno di 130. «Il centro paga lo scotto degli stalli dei parcheggi a pagamento, un gap puramente culturale – aggiunge Frattarolo -. Stiamo predisponendo il nuovo piano del commercio, quello attuale risale al 2016 e si basa su studi di settore del 2005. Sarà un’attività complessa a cui dobbiamo lavorare coinvolgendo cittadinanza e categorie produttive, provando a ipotizzare come sarà questa città nel 2035».
La doccia gelata arriva però dall’ultima inchiesta della trasmissione televisiva Le Iene, realizzata con l’ausilio della Procura di Foggia, secondo cui tutte le attività della città continuerebbero a pagare il pizzo: qualsiasi piano del commercio, a queste condizioni, potrebbe rivelarsi inutile. «Denunciare – conclude Frattarolo -, l’unica soluzione che posso suggerire».
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link
Informativa sui diritti di autore
La legge sul diritto d’autore art. 70 consente l’utilizzazione libera del materiale laddove ricorrano determinate condizioni: la citazione o riproduzione di brani o parti di opera e la loro comunicazione al pubblico sono liberi qualora siano effettuati per uso di critica, discussione, insegnamento o ricerca scientifica entro i limiti giustificati da tali fini e purché non costituiscano concorrenza all’utilizzazione economica dell’opera citata o riprodotta.
Vuoi richiedere la rimozione dell’articolo?
Clicca qui
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link
Informativa sui diritti di autore
La legge sul diritto d’autore art. 70 consente l’utilizzazione libera del materiale laddove ricorrano determinate condizioni: la citazione o riproduzione di brani o parti di opera e la loro comunicazione al pubblico sono liberi qualora siano effettuati per uso di critica, discussione, insegnamento o ricerca scientifica entro i limiti giustificati da tali fini e purché non costituiscano concorrenza all’utilizzazione economica dell’opera citata o riprodotta.
Vuoi richiedere la rimozione dell’articolo?
Clicca qui