Manovra, per conferire il Tfr ritorna il silenzio-assenso #finsubito prestito immediato

Bocciati il giorno precedente, rientrano dalla finestra le proposte della maggioranza per introdurre il silenzio assenso per il conferimento del Tfr e quelle dell’opposizione per lanciare il salario minimo. Continua senza sosta il cantiere per la prossima manovra. E ieri è tornata al lavoro la commissione Bilancio di Montecitorio, chiamata a giudicare sui ricorsi presentati dai deputati, che si sono visti dichiarare inammissibili i loro emendamenti. Finora, e su un totale di oltre 4.500 norme, la tagliola parlamentare ha scremato 1.300 proposte. Di queste meno di una quarantina sono state recuperate.

Per la cronaca, va ricordato sia che i parlamentari vogliono scendere a quota 600 sia, soprattutto, che il governo ha garantito per finanziare le istanze degli eletti appena 150 milioni di euro. Il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, poi ha aperto a cambiamenti su pochi capitoli: escludere dal blocco del turn over al 75 per cento tra gli statali il comparto difesa, in primis le forze dell’ordine; l’entità delle nuove aliquote di detrazione sulle ristrutturazioni per la prima e la seconda casa; la possibilità per autonomi di rateizzare gli acconti di imposte e contributi; la presenza e le regole d’ingaggio dei revisori targati Mef nelle imprese che accedono ai fondi pubblici. Il tutto in attesa del maxiemendamento del governo, nel quale Giorgetti – stabiliti gli introiti del Concordato preventivo – dovrebbe inserire un ulteriore taglio all’aliquota mediana dell’Irpef.

Tornando alle proposte dei parlamentari riammesse, molta attenzione agli emendamenti dei parlamentari Stefania Nisini (Lega), Calogero Pisano (Noi Moderati) e Walter Rizzetto (Fdi) per potenziare la pensione integrativa. In estrema sintesi, l’obiettivo è quello di introdurre una proroga del semestre di silenzio-assenso per conferire il Tfr nei fondi pensione. Si legge nella motivazione: «Reca un intervento coerente rispetto alle misure in materia di previdenza complementare contenute nell’articolo 28 del disegno di legge». Su una direzione simile si era mosso anche il ministero del Lavoro, che però si era visto bocciare la proposta in manovra per problemi di copertura.

Riammessi anche gli emendamenti dei leader del Centrosinistra (Giuseppe Conte del M5S, Nicola Fratoianni di Avs, Elly Schlein del Pd) per introdurre il salario minimo legale, riconoscendo benefici economici anche ai datori di lavoro. Salvata in appello anche la proposta di Chiara La Porta (Fdi) per permettere ai Comuni di allargare il perimetro delle assunzioni di personale a tempo determinato e con contratti di somministrazione per il Pnrr così come quella di Maria Elena Boschi (Iv) sui permessi retribuiti destinati a dipendenti pubblici e privati per visite e cure mediche.

IL GETTITO

Intanto aumentano le entrate fiscali e contributive nei primi nove mesi dell’anno. Come anticipato dal Messaggero, l’erario ha incassato 33,5 miliardi in più nei primi da gennaio a settembre. Entrando più nello specifico, imposte e contributi hanno registrato un +5,6 per cento di gettito. Solo il fisco fa incassare 27,9 miliardi, con una crescita del 6,5 per cento rispetto all’anno scorso, mentre dal gettito contributivo arrivano 5,5 miliardi (+ 2,9 per cento) e dalla lotta all’evasione un plus di 2,4 miliardi. Alla base di questi numeri il boom di occupazione e la ripresa dell’economia scattata dopo la fine del Covid.