Cagliari C’è l’inquilino del piano di sotto che ha perso il lavoro e ora deve scegliere se pagare le bollette di luce e gas o le rate del mutuo. Poi c’è il negoziante di fronte a casa che non si è più ripreso dalla crisi legata alla pandemia, il nostro collega d’ufficio che si è separato e da quel momento non ha nemmeno i soldi per prendere un monolocale in affitto, il figlio di un conoscente che ha dilapidato in giochi d’azzardo tutti i risparmi lasciando la famiglia in ginocchio, e ancora quell’elegante signora che vedevamo ogni giorno fare la spesa nel quartiere cui il già basso stipendio è stato eroso dall’inflazione e ormai rinuncia ad andare dal dentista. Spesso non ce ne accorgiamo, ma le persone che rischiano di ricorrere a prestiti illegali, finendo nelle maglie degli usurai, vivono accanto a noi. E sono molte di più di quanto si possa immaginare.
Il convegno
È ciò che è emerso ieri a Cagliari in un convegno organizzato nell’aula magna del Seminario arcivescovile per celebrare i 25 anni di attività della Fondazione antiusura Sant’Ignazio da Laconi che in un quarto di secolo ha tolto dalla disperazione centinaia di famiglie sarde, aiutandole a rientrare dai debiti senza ricorrere agli strozzini.
I dati dell’isola
Soltanto tra il primo gennaio e il 20 luglio di quest’anno gli operatori della Fondazione con sede a Cagliari hanno ascoltato 141 casi che adesso andranno analizzati, mentre nel 2023 il totale degli ascolti effettuati in presenza ha toccato quota 222. Va poi aggiunto che in molti, vuoi per paura vuoi per vergogna, evitano di chiedere aiuto o di denunciare. «In venticinque anni – racconta don Marco Lai, presidente della Fondazione Sant’Ignazio da Laconi e direttore della Caritas diocesana – anche grazie alla legge nazionale anti-usura abbiamo portato a buon fine oltre 800 interventi a fronte di circa 7.500 ascolti. Insomma, possiamo dire che l’impegno della Chiesa ha ridato serenità a tante persone vittime del sovraindebitamento dovuto alla crisi economica, oltretutto sottraendole al prestito illegale».
Persone a rischio
Le persone che si rivolgono agli usurai appartengono a diverse categorie, ma spesso hanno in comune situazioni di difficoltà economica e una mancanza di accesso a fonti di credito legali. A volte per cadere nella trappola bastano spese mediche inattese, guasti domestici, o altre emergenze capaci di spingere le famiglie a cercare soldi rapidamente. Come quando vengono accumulati più debiti e non si riesce a far fronte alle rate. In tutti questi casi le banche possono rifiutare prestiti a chi non ha garanzie o a chi è bollato come “cattivo pagatore”, mentre gli usurai offrono denaro subito e senza controlli formali, ma a tassi d’interesse esorbitanti e con conseguenze molto gravi in caso di mancato pagamento.
Stili di vita
Da qui le parole dell’arcivescovo di Cagliari Giuseppe Baturi. «Questo convegno – dice – ci ha dato l’occasione di riflettere non solo sul problema dell’usura, ma sul modello economico che viviamo e sulla necessità di accompagnare le persone in difficoltà, privandole di quel senso di vergogna che spesso è connaturato al loro stato. È inoltre importante il tema della prevenzione attraverso la diffusione di stili di vita che siano realistici e non tendano a sacrificare sull’altare di alcune comodità gli interessi e il benessere di una famiglia».
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