Risanato il bilancio, con due anni di anticipo. Lasciati alle spalle squilibri e indebitamenti, ora le finanze del Comune sono in salute. E così, Segrate potrà uscire, già il 31 dicembre 2024, dal piano di riequilibrio pluriennale che avrebbe invece dovuto concludersi il 31 dicembre 2026. Un passaggio tecnico-burocratico, la chiusura anticipata dalla manovra salva-conti, per il quale si aspetta l’ok della Corte dei Conti. Ma i numeri già ci sono, come conferma il sindaco Paolo Micheli: “Abbiamo vissuto momenti complicati, ma possiamo annunciare che il bilancio del nostro Comune, dopo anni di sofferenza, ora è in ottima salute. Ricordo che nel 2016 le casse dell’ente hanno rischiato il dissesto: le entrate ordinarie non erano più sufficienti a garantire l’equilibrio di bilancio, il mantenimento dei servizi e l’estinzione dell’ingente mole di debiti accumulati”. Una situazioni ereditata dalla gestione amministrativa precedente, che ha costretto a correre subito ai ripari. “Per evitare il tracollo – prosegue Micheli – nel 2017 abbiamo adottato un Piano di riequilibrio finanziario, spalmando i debiti su dieci annualità, con termine il 31 dicembre 2026. In questi otto anni abbiamo restituito allo Stato gli oltre 13 milioni di euro pattuiti. Perciò il consiglio comunale, nell’ultima seduta, ha approvato la rimodulazione del piano, chiedendone la chiusura anticipata”. Con la spada di Damocle del pre-dissesto, il Comune è stato costretto al blocco delle assunzioni e al ritocco delle aliquote a carico dei cittadini. “Abbiamo dovuto ridimensionare alcuni servizi, come il trasporto pubblico, mentre gli eventi culturali sono stati possibili solo grazie alle sponsorizzazioni”, aggiunge il sindaco, ricordando anche il forte impegno nella lotta all’evasione fiscale e l’istituzione di un apposito ufficio per il reperimento di fondi tramite bandi.
“Devo riconoscere che questa vicenda ha fatto crescere tutti: politici e personale comunale, obbligandoci a trovare soluzioni alternative per gestire l’ordinaria amministrazione e dare corso alle tante opere che avevamo programmato. Un esercizio di equilibrio e buon senso che, ne sono certo, sarà utile anche in futuro”. Una situazione analoga si era verificata a San Giuliano Milanese. Anche in quel caso il Comune, gravato dai debiti, aveva dovuto predisporre un piano di rientro. E anche in quel caso, grazie ad una gestione oculata, le finanze erano state risanate in anticipo rispetto al cronoprogramma iniziale.
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