Ecco alcuni degli ingredienti di “Le piccole libertà” di Lorenza Gentile, autrice di una piccola e deliziosa storia che vi scalderà il cuore in questo buio mese di novembre.
Trama
Parigi, una donna alla ricerca di sé stessa e della sua autenticità e un gruppo di bibliofili stravaganti che vivono nella nota Shakespeare and Company.
Oliva ha trent’anni e una vita perfettamente pianificata: dopo aver tentato (e fallito) diversi percorsi universitari, è stata assunta come consulente di marketing di un’azienda.
È fidanzata con Bernardo, che sposerà a breve e con cui andrà a vivere in una casa poco lontana da quella dei genitori.
Con questi ultimi ha un rapporto complesso, diventato ancor più difficile dalla morte del fratellino più grande, quando era solo un bambino.
All’esterno la vita di Oliva sembra perfetta, ma nessuno sa che ha una passione sfrenata per gli snack orientali, che è solita sgranocchiare ovunque.
Né che soffre di un’insonnia cronica, che la porta notte dopo notte a fissare le lancette dell’orologio, né che a volte il suo cuore batte così rapido che lei sente che scoppierà da un momento all’altro.
Infine, nessuno sa che la psicologa da cui è andata, un’amica di sua madre, le dà suggerimenti che non ha intenzione di seguire.
In questo vuoto che la circonda fin da quando ha memoria, Oliva ha conosciuto una sola persona in grado di amarla e comprenderla: la zia Vivienne.
Eclettica, eccentrica, amante della vita, dell’avventura, si era trasferita a Parigi e l’aveva iniziata al mondo della cucina.
Divertente e contraria alle regole, Vivienne aveva riempito di colori e sapori la vita di Oliva, finché un giorno, una lite con suo fratello, padre della protagonista, l’aveva spinta ad andar via senza far più ritorno.
Dopo anni di silenzio, nei quali Oliva si è convinta che sua zia non l’abbia mai davvero amata, ecco che Vivienne si fa viva con un biglietto di sola andata per Parigi e un misterioso pacco.
La sua richiesta è semplice
Vuole che Oliva la raggiunga nella capitale francese perché ha urgente bisogno di parlarle.
Dapprima tentennante, Oliva si rende conto di sentire dentro di sé il desiderio di svelare quale mistero le sta presentando Vivienne e con un’accurata storia costruita ad arte rassicura genitori e fidanzato e parte alla volta di Parigi.
L’appuntamento con la zia è a la Shakespeare & Company, ma per una serie di coincidenze, Oliva e Vivienne non riescono subito a incontrarsi.
Al posto della zia, Oliva trova una serie di personaggi che abitano la libreria e ci lavorano.
I tumbleweeds, dal nome di quelle balle di fieno che non fanno che rotolare per il mondo, sono un gruppo di artisti, sognatori e amanti della vita che hanno creato una comunità nella quale ognuno è libero di andare e venire come vuol.
L’unica regola per chi vive in libreria è aiutare con il lavoro e leggere un libro al giorno.
Tra loro si discute di sogni, di politica, letteratura e in mezzo a loro qualcosa in Oliva cambia.
Non ci sono più risposte certe o perfette, non c’è più una vita pianificata, né quel senso di vuoto che l’accompagna
Prima di rendersene conto, per Oliva si spalanca un nuovo modo di vivere e di pensare e mentre cerca di rintracciare Vivienne, la protagonista si trova a chiedersi se ciò che vuole vivere è la vita che gli altri si aspettano da lei o quella che lei stessa desidera.
Rapido, incalzante e fresco, come una mattina di primavera trascorsa a passeggiare lungo le rive della Senna.
È così che possiamo descrivere “Le piccole libertà” di Lorenza Gentile.
Oliva è una protagonista complessa e dalla vita piuttosto ordinaria.
Non ha fatto mai davvero nulla di ciò che desiderava (no alla scuola alberghiera, che avrebbe voluto frequentare per diventare pasticcera professionista, no alla scuola di teatro) ma sempre ciò che gli altri, i suoi genitori, credevano fosse meglio per lei.
Ha costruito così una vita all’apparenza ideale, perfettamente incastrata nei binari di un percorso già tracciato
Ma in quei binari Oliva ci sta stretta.
“Perché voglio sempre che gli altri mi pensino felice ”.
Sente che tutte le menzogne che ha raccontato, sulla psicoterapia, sulla sua alimentazione, sui kg di troppo, sui suoi desideri, non riesce più a tollerarle.
Le tolgono il fiato di notte e la tengono sveglia.
Oliva non può parlarne con nessuno, perché sua madre e suo padre non parlano mai davvero con lei, troppo piegati dal terribile lutto che hanno subito.
Con poche frasi, senza bisogno di ricorrere a spiegoni o a metafore complesse, Lorenza Gentile tratteggia con grande realismo la figura di una donna nella quale chiunque può riconoscersi.
Nel vedere lo spaesamento di Oliva, le sue contraddizioni, le incrinature che si sforza di nascondere perché tutto appaia come deve essere, non si può non pensare “ma sono io!”.
C’è un senso di forte famigliarità in questo personaggio, come se lo conoscessimo già o lo avessimo incontrato in precedenza.
Perché Oliva siamo tutti noi e c’è un po’ di noi in lei
La scelta di prendere quel treno per Parigi le cambia totalmente la vita.
La ragazza arriva nella Belle Ville e conosce un gruppo di persone insolite, artisti vagabondi e sognatori dai quali Oliva apprende che c’è un altro modo di vivere, più caotico, ma anche infinitamente più liberatorio.
E ha inizio così un cambiamento, graduale e lento, che consente alla protagonista e al lettore di scoprire come tante piccole libertà finiscano per farne una grande, alla quale è impossibile rinunciare.
Con uno stile dolce e confortevole, simile a una calda coperta che protegge dal gelo dell’inverno, Lorenza Gentile dà vita a un romanzo intimista, che parla a ognuno di noi e che diventa una preziosa lezione per ricordarci di quanto la vita possa essere sorprendente.
Se solo smettiamo di cercare a tutti i costi la perfezione.
Articolo di Maria Castaldo.
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