I continui ritardi hanno trasformato i viaggi sulla linea Milano – Como in un’avventura. Negli ultimi giorni è stato un vero e proprio stillicidio, peggiorato dallo sciopero di martedì che in teoria si sarebbe dovuto concludere alle 17 e invece ha avuto conseguenze, tradotto ritardi, fino alle tarda serata. Ne sanno qualcosa i pendolari che alla stazione di Porta Garibaldi martedì sera hanno atteso per due ore la partenza del treno delle 20.09 diretto a Chiasso. Inutile consultare l’App, in tilt come il servizio, con i treni annunciati in arrivo con la dicitura “possibili ritardi“ anche quando in realtà erano soppressi. Impossibile chiedere lumi al personale ancora in servizio, costretto a ripetere senza troppa convinzione che “i disservizi sono una conseguenza dello sciopero”, finito per la cronaca diverse ore prima. Ad aggravare ulteriormente la situazione per i pendolari diretti a Como la rissa, scoppiata nel tardo pomeriggio, su un convoglio partito da Milano Cadorna e diretto a Como Lago. A causa di due gruppi di stranieri che sono venuti alle mani in viaggio, con tanto di bastonate e fuggi fuggi dei passeggeri, il treno è stato costretto a fermarsi per oltre mezzora nella stazione di Rovello Porro, per consentire l’intervento delle forze dell’ordine e due ambulanze, ripartendo solo alle 19.10. Ieri mattina i convogli in partenza e diretti a Como, insieme a quelli per Lecco, Sondrio e Bergamo via Carnate hanno accumulato ritardi fino a 40 minuti per un guasto infrastrutturale alla stazione di Monza. Lunedì i treni si erano bloccati per un guasto sulla linea elettrica tra Como Camerlata e Como Lago e la circolazione per Milano, con la circolazione rimasta interrotta dalle 6 alle 12. Negli ultimi due casi non la responsabilità non va addebitata a Trenord, ma a FerrovieNord che è responsabile dell’infrastruttura.
In totale sono stati cancellati nove treni. Nelle settimane precedenti non è andata meglio, secondo il report mensile a ottobre soltanto sulla linea Como-Milano sono stati 622 i treni in orario o in anticipo e 1.121 quelli in ritardo o soppressi. Quantificandolo in minuti lo scorso mese di ottobre si sono accumulati ritardi per 9.490 minuti, equivalenti a 158 ore, quasi una settimana. Fino all’anno scorso sarebbe scattato il bonus con lo sconto sul rinnovo dell’abbonamento il mese successivo, un risarcimento automatico sostituito da una nuova procedura molto più complessa. Così le pratiche di rimborso sono diminuite, ma non la rabbia dei pendolari che non riescono a rassegnarsi ai continui ritardi. E domani, in concomitanza con lo sciopero nazionale, rischia di andare anche peggio.
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