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L’opportunità del Registro Tumori in Sardegna #finsubito richiedi mutuo fino 100%


[Giancarlo Nonis]

A fine ottobre il 25, si è svolto un convegno con dibattito, nell’ospedale Businco, definito nei Piani Sanitari un Hub, ovvero un centro di eccellenza per la cura dei malati di cancro.

Sei associazioni si sono confrontate dal Comitato Sa Luxi, che assieme a Medicina Democratica Sardegna ed AIEA associazione esposti amianto che hanno organizzato l’incontro, con ASPAO che ci ha ospitati, ad AREA altra associazione che tutela i lavoratori esposti all’amianto, al Presidio Piazzale Trento sulla perdurante assenza del Registro tumori Sardo e di quello del sud Sardegna, ovvero della quasi metà della popolazione dell’isola nulla si sa dello stato di salute. Istituito fin dal 2012 a seguito della legge nazionale che imponeva ad ogni Regione italiana di dotarsi di uno strumento per la Incidenza, Prevalenza e Sopravvivenza dei cittadini a cui si è sviluppato un cancro.

Solo nel nord a Sassari e al centro con Nuoro esistono due Registri, accreditati presso lo IARC, agenzia internazionale per la ricerca sul cancro della OMS e che inviano i dati alla AIRTum, associazione dei registri italiani, è stato un dibattito molto forte, sono intervenuti gli epidemiologi Bai e Crosignani, l’ISDE Sardegna, Pierluigi Cocco, una eccellenza che ormai insegna in Inghilterra, gli ex direttori in pensione Budroni ed Usala, l’ex segretario dell’AIRTum Ferretti, ci hanno informato del lavoro svolto e delle ormai carenze di organico che impediscono un regolare lavoro di raccolta dati che come stabilito dalla legge del 2023, d’istituzione del Registro tumori nazionale e del referto epidemiologico devono ricevere i dati sui pazienti dalle cartelle cliniche, diagnosi anatomo patologiche, dalla diagnostica per immagini, terapie, dallo screening per la prevenzione dei tumori della mammella, colon retto e pap-test.

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Purtroppo con basse risposte da parte dei cittadini nel recarsi gratuitamente a sottoposti a semplici esami diagnostici. Nel nord Italia ci si ammala di più, ma si muore di meno grazie alla prevenzione secondaria, mentre in Sardegna i decessi nel 2021, ultimi dati certi Istat siamo al 33,01 % con 5244 decessi, diventando i tumori prima causa di morte nell’isola e scavalcando le malattie cardiovascolari che nel resto d’Italia ed Europa sono prime da sempre. I decessi sono in aumento del 1,01 % rispetto al 32 % del 2020 e addirittura al di sopra di quattro punti rispetto al dato nazionale del 29,4 %.

In Sardegna la spesa sanitaria è arrivata a quasi 3,5 miliardi di euro, praticamente la metà di tutto il Bilancio del 2024, contemporaneamente sappiamo che un 19 % dei cittadini, a causa della grave crisi economica che da decenni viviamo, rinuncia alle cure, e ancora di più, rinuncia anche alle visite preventive. Aggiungo la lunghezza delle liste di attesa per determinare una corretta diagnosi e i costi che troppi devono affrontare, per non attendere, e chi può si rivolge ai medici della sanità privata, o si pagano una assicuazione in pieno stile yankee, organizzato anche da sindacati generali o di categoria.

Da Sardegna Salute sappiamo che sono previste 7500 nuove diagnosi per patologie correlate al cancro, ed ancora 4000 casi nella sola Asl 8, che comprende 71 comuni. Come denunciato da un parlamentare sardo, il taglio operato dal governo romano per i fondi PNRR, che tolgono alla Sardegna ben 107 milioni, e solo per l’innovazione tecnologica, 39 milioni sul ricambio della diagnostica per immagini ( risonanze magnetiche nucleari, tomografi computerizzati, angiografi) che vengono rinviate al 2027, ma come conferma la Corte dei Conti Sardegna, senza copertura finanziaria ovvero “impegni scritti sulla sabbia”.

Non si può trascurare che la chiusura dell’industria petrolchimica, metallurgica e mineraria oltre ad avere lasciato due SIN siti d’interesse nazionale, ma preferisco definirli siti d’inquinamento nazionale, di cui al sud abbiamo il più grande SIN italiano, altro record negativo per l’isola oltre ai più vasti poligoni militari dove sono stati lanciati oltre 5000 missili al torio radioattivo che perde la sua tossicità in solo 14,05 miliardi di anni. Oltre ad aver sparato centinaia di migliaia di proiettili colmi di metalli pesanti.

Il dato più inquietante è che di molti lavoratori a fabbrica chiusa, nulla si sa del loro stato di salute, o lo si scopre molto tardi con vari danni, dai reni, al fegato al mesotelioma causato dalla ingestione o per contatto con le micidiali fibre di amianto. E’ un dato di fatto: in alcune aree della Sardegna si sta peggio che nel resto d’Italia. In generale ci sia ammala di più di malattie respiratorie e dell’apparato digerente. In particolare preoccupa anche il dato del tumore polmonare nelle donne, causato dal fumo, e inesistente sino a pochi anni fa.

O i danni al fegato degli adolescenti, che iniziano a bere alcolici sin dagli undici anni. Gli unici studi epidemiologici regionali risalgono al 2005, Felice Casson capo progetto dichiara “I magistrati arrivano quando il danno è già stato fatto, bisogna intervenire prima” e non si pensi che in città si viva meglio Cagliari ed Olbia sono tra le aree urbane peggiori d’Italia a causa dell’inquinamento veicolare, solo a Cagliari entrano ogni giorno 150.000 automobili.

Un altro studio lo fece dieci anni fa l’Igiene Pubblica della Asl 8 a Sarroch, dati preoccupanti si disse, e così l’indagine che doveva esaminare la popolazione rivierasca fino a Teulada, non venne proseguita, altra indagine fu eseguita da ISDE Sardegna ad Assemini, a seguito della inchiesta, seguita da denunce nei confronti di dipendenti della Fluorsid per inquinamento ambientale, non dimentico che a Santa Gilla davanti alla Rumianca-Sir ora dell’ENI vi sono nel fondo della laguna oltre 42 tonnellate di mercurio e molti altri metalli pesanti. Così come i torrenti che arrivano al mare dalle gallerie minerarie abbandonate e allagate, che trascinano mercurio, piombo, arsenico, cadmio, manganese in tutto l’Iglesiente.

E come dimenticare la piana di Ottana con le falde idriche colme di trielina, piombo e tutti gli altri veleni prodotti dalle fabbriche che neppure hanno garantito una vita dignitosa e promessa ai pastori, per farli uscire da una economia legata agli eventi meteorici. Per ultimo ecco l’indagine che l’ISS, istituto superiore della sanità, ha svolto sulla popolazione di Porto Torres, nel 2022, dopo quarant’anni di gravissimo inquinamento causato dalla petrolchimica SIR ora anch’essa dell’ENI, è stato osservato un rischio superiore all’atteso per la patologia leucemica per cui è ipotizzabile un ruolo di esposizioni ambientali al benzene che è stato identificato tra gli inquinanti prioritari, E’ in corso da alcuni anni la bonifica della collina detta Minciaredda nell’abbandonato petrolchimico. 

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Faccio notare che dal 2015 al 2019 sono stati stanziati 2.390.000 euro e in minima parte utilizzati. Per finire tutti al Convegno presso l’ospedale Businco hanno auspicato che la nuova Giunta Regionale della presidente Todde, come chiesto in campagna elettorale, dia una svolta importante, permettendo con personale adeguato e preventivamente formato a raccogliere i dati per il registro del sud Sardegna che assieme ai rinforzati con nuovo personale per i registri di Sassari e Nuoro, che vanno inviati al Registro regionale che dovrebbe essere presso ARES a Cagliari del quale non si ha nessun segnale di attività.



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