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Cgil e Flai Cgil Rovigo: il futuro economico sociale incerto di Porto Tolle #finsubito prestito immediato


PORTO TOLLE (Rovigo) – “Prosegue purtroppo quasi nel silenzio di questi ultimi mesi, a parte qualche “passerella” di questo o quel Ministro o sottosegretario, la lenta trasformazione del territorio produttivo e sociale del comune di Porto Tolle con le sue zone limitrofe.  L’aspetto preoccupante è che non sembra esserci una chiara idea strutturata, una progettualità condivisa di come in concreto si voglia intervenire e cosa si voglia far diventare in termini economici e sociali questa parte importante di Territorio polesano, con tutte le sue ricadute per l’intera Provincia di Rovigo.

La progressiva e drammatica diminuzione delle attività di semina e raccolta dei molluschi, che alimentava una fiorente economia locale, derivata dalla invasione del granchio blu in tutte le zone del Delta e la comparsa recente della mucillagine che ha limitato e spesso bloccato le uscite dei natanti di pesca dalla Marineria di Pila sono chiari segnali di allarme di un mondo che sta cambiando a causa del cambiamento climatico”.

Sono le parole di Pieralberto Colombo (segretario generale Cgil Rovigo), Lauro Biolcati (responsabile di Zona Cgil Porto Tolle) e Dario Pitacco (segretario generale Flai Cgil Rovigo).

Eventi certamente molto difficili da affrontare, ma non totalmente imprevedibili nella loro comparsa.

Le conseguenze di tali accadimenti risultano essere estremamente drammatiche per l’intero Territorio perché finiscono per coinvolgere tutti i buon parte dei circa 1.500 lavoratori e lavoratrici autonomi dediti all’acquacoltura, i 40 dipendenti del Consorzio della Sacca di Scardovari da più di un anno in cassa integrazione, gli equipaggi dei natanti sottoposti a fermo pesca. Molti ne incontriamo anche nei nostri Uffici.

“Di fronte a tali problemi – sottolineano Pieralberto Colombo, Lauro Biolcati e Dario Pitacco – nel corso degli ultimi due anni abbiamo letto decine di dichiarazioni di intenti e ricche di promesse ad oggi non del tutto esaudite, fondi europei statali regionali e locali – a disposizione di coloro che si trovano in difficoltà – parzialmente stanziati o addirittura mai stanziati, commissari nominati a gestione della crisi privi di portafoglio e quindi impossibilitati ad agire concretamente.

È il quadro di una crisi economica ed occupazionale che purtroppo rischia di trasformarsi a breve in una crisi sociale stante l’elevato numero di soggetti coinvolti, che va ricordato hanno da anni contribuito, in larga percentuale, con il loro reddito e consumi all’avvio ed al sostentamento di varie altre attività, soprattutto commerciali, a Porto Tolle e dintorni. Avanti così però molti rischieranno di dover abbandonare quella parte di Territorio (oggi Porto Tolle conta poco meno di 9mila abitanti), determinando una progressiva desertificazione del territori. Crediamo sia venuto il momento,  a partire dalle Istituzioni locali, di guardare in faccia la realtà senza infingimenti, presupposto indispensabile per trovare soluzioni durature e per garantire ancora prospettive di sviluppo. 

Un senso di progressivo abbandono da parte delle Istituzioni sta invece attraversando un Territorio che vede svanire una fetta importante del reddito derivante da queste attività attualmente in crisi, ad oggi senza vere alternative. Vorremmo chiedere ad esempio se è ancora davvero concreta la realizzazione di un grande villaggio turistico nell’aera della ex Centrale Enel ed in tal caso in che tempi reali, in modo da preparare anche le professionalità necessarie, con l’eventuale riqualificazione delle persone oggi impegnate nelle attività in crisi. Così come crediamo sia il momento di attivare rapidamente una sorta di cabina di regia, guidata dalle Istituzioni locali, con tutti i “portatori d’interesse” locali (politica, istituzioni, parti sociali) per lavorare concretamente su una programmazione dello sviluppo, conseguenti risorse economiche da investire e sulle vocazioni di quella importante parte di Territorio provinciale.  Oggi però non si intravede nulla di tutto ciò.

Vogliamo quindi lanciare con preoccupazione questo grido d’allarme, disponibili a fare la nostra parte in termini di co-programmazione e di strategie da mettere oggettivamente in campo, per fare in modo che il Territorio di Porto Tolle non si avviti dentro una spirale sempre più negativa. E’ necessaria però una decisa azione delle Istituzioni locali, a partire dalle Amministrazioni direttamente coinvolte”.



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