Sabato 2 novembre in piazza San Jacopo un incontro con Elisabetta Menchetti e Francesco Paniè per discutere di possibili correlazioni tra nuovi Ogm e salute.
Redazione
31 ottobre 2024
AREZZO – I nuovi Ogm si chiamano TEA (Tecniche di evoluzione assistita), conosciute anche come NGT (New Genomic Techinique). La Corte di Giustizia europea ha ribadito che le NGT non possono essere considerate fuori dal perimetro della Direttiva 2001/18, che definisce e regola gli Ogm e ha chiesto che vengano sottoposte alle stesse procedure per l’approvazione delle varietà destinate alla coltivazione e alle sperimentazioni in campo aperto. Finora vendere Ogm è stato possibile solo garantendo tracciabilità, etichettatura e valutazione del rischio secondo il principio di precauzione.
Da tempo le associazioni del biologico chiedono che il via libera sulle NGT sia preceduto da un’attenta valutazione del rischio e soprattutto vengano elaborati metodi e strategie per identificare i prodotti derivanti dalle NGT affinché si possano attivare i necessari controlli. Certi obblighi, spiegano, hanno evitato all’Italia e all’Europa un’invasione di coltivazioni da ingegneria genetica e di cibo creato in laboratorio. La Commissione europea ha proposto però di cancellare tutti questi vincoli, compresa la possibilità per gli Stati membri di vietare gli Ogm sul loro territorio.
La promozione dei nuovi Ogm vede in prima fila le più grandi multinazionali agrochimiche come Bayer Monsanto, Basf, Corteva e Syngenta.
Su questi temi sabato 2 novembre alle 17 Elisabetta Menchetti e Francesco Paniè incontreranno il pubblico in piazza San Jacopo ad Arezzo per discorrere delle possibili correlazioni tra nuovi Ogm e salute, di contaminazione genetica, dell’importanza della biodiversità. Secondo i due relatori le New Genomic Tecnniques provocherebbero in realtà “centinaia di tagli involontari e casuali nel Dna dell’organismo ‘bersaglio’. Secondo l’Agenzia per la salute e la sicurezza alimentare francese questo può portare le piante a sviluppare tossine e allergeni nuovi e potenzialmente dannosi per la salute.
I promotori dell’ingegneria genetica sostengono che le loro tecniche siano in grado di ridurre l’uso di pesticidi e fornire colture adatte a condizioni climatiche estreme come la siccità e agli agenti patogeni. Affermazioni che Menchetti e Paniè ritengono prive di fondamento: “Negli ultimi trent’anni le colture geneticamente modificate hanno portato a un aumento dell’uso di pesticidi e non si sono dimostrate più tolleranti alla siccità”.
Nei fatti le più grandi multinazionali agrochimiche e sementiere del mondo detengono il 62% del mercato globale delle sementi e tramite i brevetti sulle NGT potrebbero rendere gli agricoltori sempre più dipendenti. Negli Stati Uniti, dove gli Ogm sono da sempre deregolamentati, tra il 1990 e il 2020 i prezzi pagati dagli agricoltori per le sementi Ogm sono aumentati del 463%. “C’è di peggio – aggiungono gli organizzatori dell’incontro – perché in un sistema dove non c’è più tracciabilità la biocontaminazione causata da pollini Ogm, migrati grazie agli impollinatori o agli agenti atmosferici, potrebbe spingere tratti brevettati da un campo all’altro, inquinando quelli di agricoltori biologici o non Ogm”. A quel punto le aziende detentrici dei brevetti potrebbero denunciare i contadini per violazione della proprietà intellettuale, l’agricoltura biologica perderebbe il suo valore e la nostra sicurezza alimentare potrebbe essere messa a rischio.
Elisabetta Menchetti è nutrizionista e segue da anni, in veste di attivista, alcuni territori caratterizzati da crisi ambientali: l’inquinamento del fiume Merse dal 2003 e il taglio dei boschi con il Coordinamento Montagnola Senese. Ha lavorato come consulente per il Comune di Follonica per cui ha scritto pareri sull’inquinamento delle matrici alimentari e ambientali da parte dell’inceneritore locale.
Francesco Paniè è giornalista ambientale e campaigner per il Centro internazionale Crocevia. Si occupa di politiche agricole, cibo, biodiversità e supporto ai movimenti sociali per la sovranità alimentare.
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