Il recente convegno dedicato a Rosario Livatino, svoltosi presso il Liceo Scientifico “Benedetto Croce” di Palermo, ha rappresentato una tappa fondamentale per tantissimi docenti di diritto e di educazione civica. Più che un evento celebrativo, questo incontro ha offerto l’occasione per una riflessione profonda sul modo in cui la scuola può e deve diventare veicolo di valori civici essenziali, come la giustizia, la legalità e il rispetto per il prossimo.
Organizzato con il coinvolgimento di tre istituti – il Liceo Scientifico “Benedetto Croce,” guidato da Mario Veca, il Liceo Scientifico “Galileo Galilei”, guidato da Chiara Di Prima, e il Liceo Linguistico “Ninni Cassarà”, guidato da Daniela Crimi – il convegno ha visto partecipazioni d’eccezione: figure di spicco come il Procuratore Capo della Repubblica di Palermo, il Procuratore della Repubblica di Termini Imerese e il già Procuratore della Repubblica di Agrigento, amico e collega di Livatino, oltre al Direttore Generale facente funzioni dell’USR Sicilia, dott. Marco Anello. La presenza di relatori di tale calibro ha conferito un valore aggiunto all’evento, portando i docenti a confrontarsi con una visione del diritto che supera il semplice ambito giuridico per abbracciare una dimensione etica, deontologica e umana.
Un rinnovamento dell’insegnamento del diritto e dell’educazione civica, proponendo strumenti concreti e una chiave interpretativa che integra valori morali e giuridici
Oltre alla memoria e al tributo a Livatino, il convegno ha posto l’accento su un rinnovamento dell’insegnamento del diritto e dell’educazione civica, proponendo strumenti concreti e una chiave interpretativa che integra valori morali e giuridici. Questa prospettiva offre ai docenti nuove modalità per affrontare nelle scuole tematiche attuali e delicate, come il bullismo, il cyberbullismo e le forme di marginalizzazione sociale. Le testimonianze dei relatori e i contributi presentati hanno aperto la strada a una riflessione profonda e concreta, suggerendo percorsi educativi e progetti didattici destinati a tutti i gradi scolastici.
Per i docenti presenti, specialmente quelli di diritto, questo convegno ha significato una spinta verso una scuola che non si limita a trasmettere nozioni, ma che educa attivamente alla cittadinanza. Il messaggio di Rosario Livatino diventa, in questa luce, un modello non solo di coerenza giuridica, ma di integrità morale e civica che i docenti stessi possono trasmettere come fonte d’ispirazione per le nuove generazioni.
Scuola portavoce dei valori di giustizia e legalità: il tocco d’avvio del Dirigente Scolastico Mario Veca
Il convegno è stato aperto dal Dirigente Scolastico Mario Veca, del Liceo Scientifico “Benedetto Croce,” che ha evidenziato quanto sia importante per la scuola farsi portavoce dei valori di giustizia e legalità, sottolineando il valore di Rosario Livatino come modello di integrità. Veca ha ricordato che Livatino è stata una persona che ha vissuto la giustizia come un servizio, anteponendo sempre il bene comune al proprio interesse. “La giustizia – ha affermato Veca – non è solo un concetto giuridico, ma è una responsabilità etica e sociale, che la scuola ha il dovere di trasmettere alle nuove generazioni.”
Veca ha inoltre sottolineato l’importanza della memoria e della testimonianza: mantenere vivo il ricordo di figure come Livatino non è solo un atto di rispetto, ma una forma di educazione civica. Ha auspicato che sempre più scuole, non solo in Sicilia ma in tutta Italia, si intitolino a Livatino e a coloro che hanno sacrificato la propria vita per il bene della collettività. “Il nome di Livatino – ha concluso – deve risuonare nelle aule di tutta Italia come simbolo di giustizia e onestà.”
Dedicare la propria vita alla giustizia, non per gloria personale, ma per un senso radicato di dovere verso il prossimo: il massaggio del Direttore Generale f.f. dell’USR Sicilia Marco Anello
Brillante l’intervento del dott. Marco Anello, Direttore Generale facente funzione dell’Ufficio Scolastico Regionale della Sicilia. Anello ha catturato l’attenzione dei presenti con una riflessione profonda e toccante sui temi del martirio, della testimonianza e dell’impegno civile, valori incarnati dalla figura di Rosario Livatino.
Anello ha sottolineato come Livatino sia stato un esempio di disponibilità e di servizio autentico verso la comunità, un uomo che ha scelto di dedicare la propria vita alla giustizia, non per gloria personale, ma per un senso radicato di dovere verso il prossimo. Ha evidenziato l’importanza di portare avanti il messaggio di Livatino come una chiamata al servizio vero, una missione che richiede sacrificio e dedizione.
Le parole di Anello hanno lasciato un segno profondo, ricordando a tutti che il vero impegno sociale si fonda su una disponibilità disinteressata e su una testimonianza quotidiana, ispirata dai principi di giustizia e coerenza. Un momento di forte intensità che ha arricchito ulteriormente il dibattito, conferendo ulteriore valore a questa giornata di riflessione e memoria.
La scuola come luogo di crescita: il nocciolo dell’intervento della DS Chiara Di Prima
La Prof.ssa Chiara Di Prima, Dirigente del Liceo scientifico “Galileo Galilei” di Palermo ha approfondito il ruolo educativo della scuola nella formazione delle coscienze civiche. Di Prima ha parlato della “ordinaria straordinarietà” della vita di Livatino, invitando gli studenti a vedere nel magistrato un modello di coerenza e responsabilità. “Livatino – ha sottolineato – non era solo un giudice, ma un uomo di profonda umanità, che ha vissuto la giustizia con un senso di missione.”
La prof.ssa Chiara Di Prima ha tenuto un intervento di rara profondità, toccando il cuore del messaggio che il convegno ha voluto trasmettere. Ha parlato dell’“ordinaria straordinarietà” con cui Rosario Livatino ha vissuto la sua vocazione, una dedizione al dovere che non cercava l’eroismo né le luci della ribalta, ma che si nutriva del semplice, silenzioso impegno quotidiano.
Per Di Prima, questa “ordinaria straordinarietà” rappresenta un insegnamento prezioso per i giovani, che, come Livatino, possono fare della loro integrità uno strumento di cambiamento, senza necessariamente candidarsi a diventare eroi o vittime. Ha sottolineato che Livatino, con la sua calma determinazione e la coerenza dei suoi valori, ci mostra come la vera grandezza si manifesti nel vivere ogni giorno con sincerità e coraggio. È un richiamo a non cercare la perfezione ma a trovare forza nel fare il proprio dovere, anche di fronte alle difficoltà, e nel costruire, un giorno dopo l’altro, una vita radicata nei principi.
In un passaggio significativo, la prof.ssa Di Prima ha esaltato il progetto dei suoi studenti, che hanno voluto creare un film per diffondere questo messaggio agli altri studenti, sperando che venga proiettato in tutte le scuole del Paese. Ha evidenziato come l’arte e la creatività possano divenire strumenti potentissimi per sensibilizzare e diffondere valori profondi, e ha espresso grande orgoglio per il fatto che siano proprio i giovani a voler farsi portavoce di una figura come quella di Livatino. È, per loro, un modo di ricordare come si possa vivere in maniera autentica, facendo del proprio percorso una testimonianza di onestà e impegno civile.
L’intervento della prof.ssa Di Prima è stato un invito appassionato a vedere in Livatino non solo un martire della giustizia, ma un simbolo di quella semplicità eroica con cui ciascuno può affrontare le proprie responsabilità, con serenità e integrità. Ha lanciato una sfida a tutti i presenti, a partire dal corpo docenti, affinché la scuola non sia solo un luogo di apprendimento, ma anche uno spazio in cui ogni giovane possa trovare ispirazione e forza per affrontare la vita. Le sue parole hanno lasciato il segno, richiamando il potere della scuola di formare individui liberi e consapevoli, capaci di vivere ogni giorno come se fosse un’opera di impegno e testimonianza.
In chiusura, la prof.ssa Di Prima ha espresso il desiderio che questo evento non resti un episodio isolato, ma rappresenti una scintilla per un percorso collettivo, che porti gli studenti e l’intera comunità scolastica a riscoprire la potenza di una vita vissuta con dedizione e coerenza, proprio come Rosario Livatino ha fatto.
“Una visione della giustizia che andava oltre il semplice ambito giudiziario, definendola come una forza morale capace di accompagnare la società verso un autentico progresso” nel brillante intervento della Procuratrice Capo della Procura della Repubblica di Palermo Lia Sava
La procuratrice generale della Repubblica di Palermo, Lia Sava, ha aperto il suo intervento esprimendo profonda gratitudine per l’invito ricevuto e ha descritto la giornata come una straordinaria opportunità di riflessione. Nel ringraziare il pubblico ha voluto sottolineare il ruolo cruciale che la scuola ha avuto nella sua vita, formandola non solo come magistrato, ma anche come persona, madre e figlia. “Tutto ciò che sono oggi,” ha affermato, “lo devo a quello che ho imparato a scuola.” Ha ricordato, con emozione, le sue esperienze scolastiche: dalla sua maestra delle elementari, severa ma fondamentale per le basi della sua formazione, fino ai professori del liceo, che le hanno trasmesso entusiasmo e passione, un entusiasmo che ha ritrovato oggi negli occhi degli insegnanti presenti.
Rivolta al corpo docente, Sava ha ribadito che la scuola ha in mano il futuro del Paese, poiché forma le coscienze dei giovani e insegna loro il valore della responsabilità e del dovere. Ha esortato i professori a continuare a trasmettere ai ragazzi la bellezza e il rigore: bellezza attraverso i classici, rigore attraverso la matematica, e il piacere del pensiero critico tramite la filosofia. “Voi siete la speranza per tutti noi,” ha dichiarato, evidenziando come il loro impegno formi cittadini consapevoli e dotati di valori solidi.
Passando a Rosario Livatino, Sava ha riflettuto sul forte legame del giovane magistrato con la sua scuola, un legame che non ha mai perso nemmeno durante la sua carriera. Ha menzionato il docufilm presentato al convegno, in cui compagni di classe e insegnanti di Livatino hanno testimoniato come la scuola fosse per lui una palestra di vita. Rivolta ai giovani presenti, ha espresso l’auspicio che anche loro mantengano sempre un legame profondo con la scuola e i propri insegnanti, sia fisico che ideale, anche se la vita li porterà lontano.
Con una riflessione più personale, Sava ha condiviso ciò che Livatino le ha insegnato riguardo alla fede cristiana. Per Livatino, essere cristiano non era solo un’etichetta, ma un valore profondo, vissuto quotidianamente, che ha orientato ogni sua scelta e azione come magistrato. Sava ha ricordato come Livatino fosse ispirato dalla sua fede e come questa dimensione spirituale lo abbia sostenuto e guidato anche nelle decisioni più difficili, rappresentando per lui un ancoraggio morale e un modello di coerenza e integrità.
La procuratrice generale Lia Sava ha condiviso una profonda riflessione sul concetto di giustizia incarnato da Rosario Livatino, una visione che va oltre la semplice punizione e si allarga verso la redenzione e il progresso morale della società. Per Livatino, la giustizia non era un meccanismo punitivo, ma un’opera di servizio per il bene comune, che anteponeva l’interesse collettivo al proprio. Una giustizia umana e profonda, che trascende i tribunali e le istituzioni per diventare un pilastro del progresso etico.
Sava ha evidenziato che, per Livatino, il magistrato non era un mero applicatore di norme, un tecnico del diritto, bensì un custode dei valori etici, chiamato a operare con rettitudine, equilibrio e indipendenza. Ha ricordato una frase simbolica spesso citata da Livatino: “Quando moriremo, non ci sarà chiesto quanto siamo stati credenti, ma quanto siamo stati credibili.” Questo imperativo morale esprimeva l’essenza della sua vocazione, ovvero essere credibili e integri, anche a costo della vita.
La procuratrice ha inoltre sottolineato che in Livatino si fondevano due dimensioni inscindibili: quella dell’uomo di legge e quella dell’uomo di fede. È per questo che è stato proclamato beato, il primo magistrato ad essere ricordato come tale, perché nella sua vita ha incarnato i valori del Vangelo, rendendo la sua testimonianza di giustizia universale e aperta a chiunque creda nella dignità umana.
Nel rivolgersi ai giovani presenti, Sava ha ricordato l’importanza delle piccole e grandi scelte, in un mondo complesso e pieno di sfide etiche. Ha esortato i ragazzi a evitare le scorciatoie e i compromessi facili, spesso attrattivi nel breve termine, ma privi di un’autentica soddisfazione interiore. Ha richiamato tutti a seguire l’esempio di Livatino, facendo la differenza attraverso il rispetto per gli altri e mantenendo un costante senso di responsabilità, un’autentica capacità di rispondere delle proprie azioni.
L’intervento della procuratrice si è chiuso con un appello ai giovani a percorrere la strada della giustizia con integrità, ricordando loro che, come insegna Livatino, è sempre possibile scegliere di fare la cosa giusta e che ogni scelta conta nella costruzione di un futuro migliore.
“L’importanza del Dovere e dell’Impegno” nell’intervento della Dirigente Scolastica Daniela Crimi
La Dirigente Scolastica Daniela Crimi, alla guida del Liceo Linguistico “Ninni Cassarà” di Palermo, ha portato un messaggio profondo e ispiratore, affrontando un tema chiave per le nuove generazioni: il valore dell’impegno quotidiano e del dovere. Ha introdotto il procuratore della Repubblica di Termini Imerese, Ambrogio Cartosio, ponendo l’accento su un concetto che spesso sfugge nella società di oggi, ovvero la straordinarietà del fare il proprio dovere come parte integrante della vita.
La Crimi ha sottolineato come, a volte, il concetto di “dovere” venga percepito come un sacrificio o un peso, qualcosa che rende rigidi o distanti. Ma in realtà, il magistrato Livatino ci ha insegnato che fare il proprio dovere è un atto di ordinaria grandezza. Ogni professione, sia essa quella del medico, dell’insegnante, del magistrato o di qualsiasi altra figura, porta con sé una missione: impegnarsi al meglio delle proprie capacità e contribuire alla comunità.
Nel suo intervento, la Crimi ha voluto trasmettere ai ragazzi l’idea che adempiere al proprio dovere non significa necessariamente sacrificarsi o diventare eroi, ma agire con sensibilità, dedizione e anche una certa gioia. Ha incoraggiato i giovani a svolgere i propri compiti con leggerezza e passione, non come un obbligo fine a sé stesso, ma come una strada verso la realizzazione personale e collettiva.
Riflettendo sulle parole di Livatino, la Crimi ha invitato i presenti a vedere l’impegno come parte dell’ordinario, come qualcosa che arricchisce e dà senso alla vita. Concludendo, ha posto una domanda ai ragazzi presenti, chiedendo loro cosa significhi oggi per loro fare il proprio dovere, invitandoli a cogliere il messaggio di Livatino e a vivere ogni giorno con responsabilità e passione per costruire un futuro migliore.
“Non cedere mai alle scorciatoie e a vivere la propria vita nel rispetto degli altri e delle leggi”: il messaggio del Procuratore della Repubblica di Termini Imerese, Ambrogio Cartosio
Il dott. Ambrogio Cartosio, Procuratore della Repubblica di Termini Imerese, ha portato un intervento che ha unito memoria e consapevolezza storica. Ha iniziato con una testimonianza personale, condividendo i ricordi degli anni trascorsi come giovane magistrato al fianco di figure di spicco del panorama giudiziario siciliano, tra cui Rosario Livatino. Cartosio ha spiegato come Livatino incarnasse una concezione della giustizia non solo punitiva, ma profondamente etica, mirata al bene della comunità e all’inclusione sociale.
Cartosio ha raccontato agli studenti le difficoltà vissute dai magistrati in quegli anni, sottolineando che Livatino operava in un contesto di enorme pressione, in cui la mafia cercava di piegare la volontà degli uomini di legge attraverso la violenza e l’intimidazione. Eppure, ha spiegato Cartosio, Livatino non si è mai lasciato influenzare, mantenendo sempre salda la sua integrità morale. Ha evidenziato che, proprio come Livatino, ogni studente è chiamato a fare le proprie scelte con rettitudine e coerenza, anche quando le circostanze sono difficili.
Infine, Cartosio ha invitato i ragazzi a non cedere mai alle scorciatoie e a vivere la propria vita nel rispetto degli altri e delle leggi. “Livatino ha dato tutto per la giustizia,” ha concluso, “e oggi il suo sacrificio deve essere per noi un monito a non dimenticare il valore dell’onestà e della responsabilità.”
“Vivere ogni professione come un’opportunità per fare la differenza” nel messaggio del magistrato custode dei valori etici e morali, nell’intervento del viceprefetto aggiunto della Prefettura di Palermo Ludovica Zarbo
Il Viceprefetto Aggiunto della Prefettura di Palermo dott.ssa Ludovica Zarbo ha proseguito l’incontro con una riflessione sul “teorema della giustizia” vissuto da Livatino, ponendo l’accento sulla sua visione umana e redentiva della giustizia stessa. Secondo il Viceprefetto, Livatino non vedeva il ruolo del magistrato come un semplice applicatore di norme, ma come un custode dei valori etici e sociali. Ha descritto Livatino come un uomo che, pur operando nel rigore del diritto, era guidato da una profonda compassione e un autentico desiderio di accompagnare la società verso un futuro migliore.
Il Viceprefetto ha parlato agli studenti della necessità di vivere ogni professione come un’opportunità per fare la differenza. Ha spiegato che Livatino rappresenta un esempio universale, una figura di integrità che può ispirare non solo i futuri magistrati, ma anche tutti coloro che credono nella giustizia e nella dignità umana. L’intervento si è concluso con un appello ai giovani a non piegarsi mai alle difficoltà o alle tentazioni del percorso più facile, ma a vivere ogni scelta con responsabilità e consapevolezza.
“L’importanza di fare il proprio dovere senza compromessi” secondo il Dott. Cardinale, già Procuratore della Repubblica di Agrigento
Successivamente, il dott. Cardinale ha voluto ricordare la sua conoscenza di Rosario Livatino, concentrandosi sull’importanza della scuola nella formazione dei cittadini e nel mantenimento della memoria del giovane magistrato. Ha parlato delle reti di scuole intitolate a Livatino, frutto di un impegno costante per diffondere i valori di giustizia e legalità in tutto il Paese. Cardinale ha spiegato come queste scuole rappresentino un punto di riferimento per i giovani, un luogo in cui imparare non solo la cultura giuridica, ma anche l’etica e la responsabilità civica.
Per Cardinale, la memoria di Livatino è uno strumento educativo prezioso, capace di insegnare alle nuove generazioni l’importanza di fare il proprio dovere senza compromessi. Ha lodato il ruolo della scuola come custode di questa memoria e ha incoraggiato i docenti a promuovere e far crescere questi spazi di educazione civica in tutta Italia. “Ricordare Livatino nelle nostre scuole non è solo un atto di commemorazione,” ha affermato, “ma una lezione viva per formare cittadini consapevoli e responsabili.”
Mario Veca: “il messaggio di Livatino – fatto di giustizia, integrità e impegno civico – possa raggiungere non solo gli studenti presenti oggi, ma tutti i ragazzi e le ragazze delle scuole italiane”
Il dirigente scolastico Mario Veca ha concluso il convegno, caratterizzato, anche, dagli interventi brillanti degli avvocati Giovanni Calia e Cinzia Di Vita (attorno al ruolo dell’avvocatura nell’amministrazione della giustizia) e del professore e regista Michelangelo Nasca, con un appassionato intervento sull’importanza della figura di Rosario Livatino per la formazione delle nuove generazioni. Ha espresso il desiderio che il messaggio di Livatino – fatto di giustizia, integrità e impegno civico – possa raggiungere non solo gli studenti presenti oggi, ma tutti i ragazzi e le ragazze delle scuole italiane.
Veca ha sottolineato che, nonostante ci siano scuole intitolate a Livatino, in particolare in Sicilia, se ne parla ancora troppo poco a livello nazionale. Per il dirigente, il valore di Livatino non deve rimanere confinato alla Sicilia, ma dovrebbe rappresentare un esempio per l’intero Paese. Ha evidenziato che, al momento, solo alcune scuole del continente sono intitolate al magistrato, un numero che a suo avviso è troppo esiguo. Auspica quindi che altre scuole, anche al di fuori della Sicilia, possano scegliere di portare il suo nome, contribuendo così a diffondere i valori che Livatino ha incarnato con la sua vita e il suo sacrificio.
L’obiettivo, secondo Veca, è che le scuole possano diventare un vero e proprio “cuore pulsante” di quei valori che Livatino ha rappresentato, trasmettendoli a ogni studente e formando cittadini consapevoli e impegnati. Ha concluso esprimendo la speranza che il nome di Rosario Livatino sia celebrato non solo in Sicilia, ma in tutto il territorio nazionale, affinché il suo esempio possa ispirare generazioni future e rafforzare il senso civico di ogni giovane italiano.
I valori della coerenza e della attendibilità nell’intervento conclusivo del presidente regionale di AGE Sicilia
Il presidente regionale dell’A.Ge. Sicilia avv. Giuseppe Russo ha voluto chiudere il convegno con un messaggio diretto e significativo, ricordando che i valori di coerenza e attendibilità, tanto cari a Rosario Livatino, non si applicano solo alla magistratura, ma devono diventare principi guida per ogni ambito della vita. Ha sottolineato come l’insegnamento di Livatino parli a tutti, dai magistrati ai cittadini comuni, e come l’educazione alla giustizia e alla verità inizi innanzitutto in famiglia.
Rivolgendosi ai genitori, il presidente ha richiamato l’importanza del ruolo educativo della famiglia come primo e fondamentale ambito di formazione. Ha ribadito che la scuola è un supporto essenziale in questo percorso, ma non può essere considerata come la soluzione unica o completa per tutti i problemi educativi. È in famiglia, infatti, che si gettano le basi per una solida formazione etica e civica, un compito che non può essere demandato esclusivamente alla scuola.
Concludendo, il presidente di AGE Sicilia ha incoraggiato sia i genitori che gli insegnanti a lavorare in sinergia, riconoscendo l’importanza della famiglia e della scuola come pilastri educativi complementari. Ha espresso il desiderio che i valori di Livatino continuino a essere trasmessi alle nuove generazioni attraverso il dialogo e l’impegno comune, così da costruire una società più coesa, basata su responsabilità, coerenza e integrità.
La replicabilità e l’azione dopo il convegno nazionale
Il convegno su Rosario Livatino non è stato solo un momento di memoria, ma un potente catalizzatore per un cambiamento duraturo nell’educazione alla legalità e all’etica, con l’obiettivo di costruire una scuola più inclusiva e consapevole. L’incontro ha delineato un modello replicabile per tutte le scuole italiane, che va oltre l’evento stesso e getta le basi per un approccio formativo in grado di radicarsi in ogni grado scolastico, in ogni aula, in ogni esperienza educativa.
Per garantire che questi principi trovino applicazione pratica e non si esauriscano nelle intenzioni, progetti come quelli sostenuti da Orizzonte Scuola sono fondamentali. Attraverso iniziative mirate, proposte didattiche concrete e risorse formative, Orizzonte Scuola offre agli educatori strumenti indispensabili per integrare quotidianamente valori di giustizia, rispetto e cittadinanza attiva.
L’inclusione diventa così non solo un obiettivo, ma una pratica quotidiana, che educa ogni studente alla dignità e alla coesione sociale. La scuola, in questo modo, non si limita a trasmettere conoscenze, ma diventa un laboratorio vivo di cittadinanza, in cui le giovani generazioni imparano a essere cittadini responsabili e rispettosi delle diversità.
Con la replicabilità di queste iniziative, siamo davvero sulla strada per una scuola che non lascia indietro nessuno e che, ispirandosi ai valori di Livatino, educa alla responsabilità etica e morale. L’esempio di Rosario Livatino continuerà così a risuonare nelle scuole italiane, non solo come un ricordo, ma come un impegno concreto a costruire una società migliore, un’aula alla volta.
Proposte didattiche per l’educazione alla legalità e alla cittadinanza attiva
La figura di Rosario Livatino offre una ricca opportunità per sviluppare attività educative sulla giustizia, la legalità e il senso civico, adattabili a ogni ordine di scuola. Ogni percorso può essere modulato in base all’età e alla capacità di comprensione degli studenti, favorendo un apprendimento che coinvolga non solo le conoscenze, ma anche le competenze sociali e morali.
Scuola dell’infanzia: seminiamo la legalità
Obiettivo: Introdurre i concetti di rispetto, regole e collaborazione.
- Attività di racconto e narrazione: Utilizzare storie e racconti illustrati che rappresentino situazioni di giustizia e ingiustizia, come ad esempio il rispetto dei turni o l’importanza di condividere. Si può narrare una storia semplificata ispirata a Livatino, sottolineando come il protagonista aiuti gli altri rispettando sempre le regole.
- Creazione del “Muro della Legalità”: Insieme ai bambini, creare un grande cartellone in cui ogni studente disegni una situazione di “gentilezza” o “rispetto” che ha vissuto o osservato. Le immagini si appendono tutte su un cartellone comune per formare un muro di “legalità.”
- Giochi di ruolo e drammatizzazione: Attività come il gioco del “giudice e della giuria” possono aiutare i bambini a comprendere il concetto di giusto e sbagliato. Attraverso il gioco simbolico, ogni bambino può interpretare un ruolo, imparando a rispettare le decisioni e a comprendere l’importanza delle regole.
Scuola Primaria: scopriamo i valori della giustizia
Obiettivo: Favorire la comprensione dei concetti di giustizia, rispetto e cittadinanza attiva.
- Laboratorio di narrazione e condivisione: Raccontare la storia di Rosario Livatino in modo semplice, evidenziando la sua coerenza e il suo impegno per la giustizia. Gli studenti possono riflettere in piccoli gruppi su ciò che significa “giustizia” e riportare le proprie idee alla classe.
- Creazione di un “Codice di Classe”: Gli studenti possono redigere, in modo partecipativo, un codice di regole e valori per la classe. Questo codice può includere concetti come rispetto, solidarietà e responsabilità. Ogni bambino firma il codice come impegno a rispettare i valori condivisi.
- Incontro con un rappresentante della comunità: Invitare un rappresentante locale, come un agente di polizia o un membro del tribunale, per parlare agli studenti di cosa significa lavorare per la giustizia. Gli studenti possono preparare domande e confrontarsi con la realtà della giustizia e della legalità a livello locale.
Scuola Secondaria di Primo Grado: impariamo a essere cittadini attivi
Obiettivo: Approfondire la comprensione del concetto di legalità, giustizia e responsabilità sociale.
- Progetto di Ricerca su Rosario Livatino e altri Eroi della Legalità: Gli studenti possono fare ricerche su figure di riferimento della legalità in Italia, come Livatino, Falcone e Borsellino, e presentare le loro storie in classe attraverso presentazioni, video o cartelloni. Questo progetto può culminare in una “Giornata della Legalità” dove ogni gruppo espone il proprio lavoro.
- Simulazione di un “Consiglio della Legalità”: Creare una simulazione in cui gli studenti ricoprono ruoli diversi (giudici, avvocati, rappresentanti della comunità). I ragazzi possono affrontare un caso immaginario o basato su una situazione reale di giustizia sociale, per comprendere il processo decisionale e il ruolo di ogni individuo nella società.
- Incontro con Esperti di Legalità e Giustizia: Organizzare un incontro con avvocati, magistrati o membri delle forze dell’ordine, i quali possono raccontare esperienze pratiche e offrire una panoramica su come viene vissuto l’impegno per la legalità nella società.
Scuola Secondaria di Secondo Grado: la giustizia come impegno civico e professionale
Obiettivo: Approfondire l’analisi critica della giustizia e del ruolo civico di ciascun cittadino.
- Percorso di Educazione Civica sulla Costituzione e la Legalità: Approfondire la Costituzione Italiana, in particolare gli articoli legati alla giustizia, ai diritti e ai doveri dei cittadini. Gli studenti possono lavorare in gruppo per analizzare i valori costituzionali e confrontarli con i principi vissuti da figure come Livatino.
- Progetto “Il Coraggio della Coerenza”: Approfondire la figura di Rosario Livatino e la sua scelta di vivere con coerenza e responsabilità. Gli studenti possono svolgere interviste, produrre elaborati scritti, creare cortometraggi o podcast su temi come la legalità, l’etica e il coraggio civico, ispirandosi a Livatino e a personalità simili.
- Laboratorio di Debate sulla Giustizia: Creare dibattiti strutturati su temi di attualità legati alla giustizia e alla legalità. Gli studenti, divisi in gruppi, possono prepararsi su temi complessi (come la lotta alla mafia, il ruolo della magistratura, il diritto alla legalità) e argomentare il proprio punto di vista in modo critico e consapevole.
- Progetto di Servizio Civico: Coinvolgere gli studenti in attività di volontariato o progetti di servizio civico che li mettano in contatto diretto con la comunità e li avvicinino al valore della legalità vissuta in modo concreto. Questo progetto può includere collaborazioni con associazioni locali, visite a luoghi di memoria o partecipazione a iniziative civiche.
Queste proposte sono pensate per adattarsi a ciascun grado scolastico, promuovendo un apprendimento attivo e un coinvolgimento diretto degli studenti sui temi della legalità, della giustizia e della responsabilità civica. La figura di Rosario Livatino può essere un punto di partenza potente per insegnare non solo conoscenze giuridiche, ma anche valori universali di onestà, rispetto e impegno.
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