Per qualsiasi azienda che si rispetti, l’adozione di politiche sostenibili è diventata un requisito fondamentale per essere competitivi. Il mercato, infatti, si caratterizza sempre di più da consumatori attenti al tema “green” e alla responsabilità sociale delle aziende scelte.
Data l’importanza dell’argomento, nel mondo della finanza sono emersi indicatori chiamati ESG (ambientali, sociali e di governance) che consentono di misurare in modo preciso le prestazioni ambientali, sociali e di governance di un’azienda. Nel settore agricolo, agroalimentare ed alimentare è sempre più cruciale prestare attenzione ai criteri ESG. Fino ad ora le aziende agricole sono state escluse dalla necessità di quantificare i loro impatti con documentazione scritta, ma nel corso dei prossimi anni anche le piccole medie imprese dovranno confrontarsi con questi criteri.
L’agricoltura, infatti, è un settore cruciale per l’economia globale; l’integrazione dei principi ESG non solo promuove pratiche agricole responsabili, ma contribuisce anche a garantire la sicurezza alimentare e a preservare le risorse naturali.
“I criteri ESG in agricoltura” sarà il tema dell’incontro promosso da Banca di Piacenza, in programma per giovedì 7 novembre alle 17 presso il PalabancaEventi di via Mazzini a Piacenza.
Dopo i saluti iniziali del Presidente di Banca di Piacenza, Giuseppe Nenna, sarà Luca Bertolini, coordinatore del settore agricolo della Banca di Piacenza, a dare il via ai lavori. A seguire, interverrà il Professore Stefano Amaducci, professore ordinario presso la facoltà di Scienze agrarie, alimentari e ambientali dell’Università Cattolica del Sacro Cuore.
Una tavola rotonda di grande valore che vedrà la partecipazione di Roberto Gallizioli, Direttore di Coldiretti Piacenza, Filippo Gasparini, Presidente di Confagricoltura Piacenza, Fabio Girometta, Presidente di Cia Piacenza, e Marco Crotti, Presidente di Terrepadane.
“Parlare dei criteri ESG in agricoltura – commenta Luca Bertolini di Banca di Piacenza – può sembrare un argomento un po’ lontano, ma a mio avviso è importante iniziare a parlarne. Oggi i criteri ESG, sappiamo, sono d’obbligo solo per aziende di elevato standing, o comunque, sicuramente, non riguarda direttamente un’azienda agricola. Però ho provato a guardare la cosa da un’altra prospettiva: se pensiamo, per esempio, che l’agricoltore collabora o comunque lavora in una filiera, e quindi conferisce il prodotto che poi verrà consumato o trasformato, nel momento in cui viene trasformato, la gran parte delle aziende di trasformazione ricadono nelle aziende che hanno un obbligo di rendicontazione, di bilancio di sostenibilità e tutto quanto fa parte del mondo di ESG. A questo punto viene da sé che prima o poi qualcosa a cascata avverrà anche nel basso della filiera.”
“Certo – aggiunge – se poi lo vogliamo invece mutare o comunque vedere in ottica bancaria, qui il tema diventa ancora più stringente. Nel senso che comunque la banca si sta strutturando con l’introduzione dei criteri ESG, sia dal punto di vista del merito creditizio e sia anche dal punto di vista dell’offerta commerciale, per cui un domani dovremmo misurarci anche con questi criteri.”
“Questo dal mondo agricolo, dal mondo dell’agricoltura o comunque degli imprenditori agricoli – continua – vorremmo che non fosse visto come un’ennesima incombenza burocratica, ma che venisse interpretata come un’opportunità. Pertanto credo che iniziare a parlare, iniziare a mettere in una tavola rotonda questo tema e far capire che comunque le Associazioni di Categoria che interverranno, il Consorzio Italia e Padania che interverrà, l’Università Cattolica che interverrà e noi che lo organizziamo siamo comunque insieme a supporto del mondo agricolo per introdurre questo tema.”
“In collaborazione con il professor Amaducci – prosegue Luca Bertolini – vogliamo far vedere che in qualche modo l’ESG è già entrato, involontariamente in agricoltura e che si sta già lavorando in quel senso. Nel momento in cui penso ad un agricoltore che l’anno scorso, due anni fa ha sostituito un mezzo agricolo, che magari aveva in azienda dagli anni 80-90, con un mezzo meno inquinante, più performante o comunque quando ha adottato una tecnica culturale diversa, magari introdotta dal consorzio, magari che consente un risparmio di qualsiasi prodotto altro, questo è già un intervento in ottica di ESG. Probabilmente è stato fatto involontariamente, o con altri scopi o magari anche aiutato da incentivi, fondi, bandi o l’ha fatto in ottica di un bando PNRR 4.0, ma comunque sono tutte misure che lavorano per raggiungere il miglioramento di questi criteri ESG.”
Attraverso questa iniziativa, dunque, la Banca di Piacenza mira a dimostrare che l’integrazione dei principi ESG nell’agricoltura rappresenta un’opportunità per costruire un sistema alimentare più sostenibile, equo e resistente. Investire in pratiche agricole responsabili significa proiettarsi verso il futuro, trovando un equilibrio tra produttività e responsabilità nei confronti dell’ambiente e delle comunità.
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